giovedì 30 maggio 2013

Mutazioni marine

 

Fonte: Promiseland

L’ aumentata acidificazione degli oceani sta modificando i Granchi Blu della baia di Chesapeake in granchi ‘super-sized’.
Gli alti livelli di carbonio nella Baia di Chesapeake stanno creando uno squilibrio tra due delle specie chiave presenti: ostriche e granchi blu, come riporta un interessante articolo apparso la settimana scorsa sul Washington Post.
I livelli insolitamente elevati di carbonio hanno aumentato le dimensione del granchio blu ma rallentato la crescita delle ostriche, la sua fonte primaria di cibo. Il carbonio accelera la crescita dei granchi che li rende meno vulnerabili ai predatori trasformandoli allo stesso tempo in predatori più aggressivi anche verso esseri della stessa specie.
L’acidificazione degli oceani potrebbe continuare ad aumentare le dimensioni dei granchi  e si stima che nei prossimi 75-100 anni questo porterebbe ripercussioni sulla catena alimentare visto che i granchi stanno iniziando a depredare le altre creature presenti  nella baia.


Le dimensioni dei granchi blu che vivono nella baia di Chesapeake (insieme ad aragoste e gamberi) sono aumentate di quasi quattro volte più velocemente del normale a causa dell’esposizione ad un aumentato livello di carbonio presente nelle acque. In contrasto le ostriche, le capesante e altri organismi che hanno cercato di lottare contro le condizioni ambientali nocive hanno subito un arresto della crescita, questo forse dovuto al fatto che la loro struttura fisica le rende più vulnerabili al carbonio. Queste ridotte dimensioni fanno sì che le ostriche siano insufficienti a sfamare i granchi giganti causando un’alterazione della catena alimentare che ha ripercussioni su diverse specie abitanti la Baia.

Lo stato della Virginia e del Maryland stanno riversando centinaia di milioni di dollari nella ricostruzione delle popolazioni di granchi blu e ostriche,  cercando di ripristinare l’ecosistema in cui queste creature vivono, ma paradossalmente lo fa utilizzando altre sostanze chimiche cosiddette stabilizzanti, che hanno a loro volta altri effetti collaterali negativi sulle mucillagini e sulle coste, ma senza  alcun significativo esito positivo.

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