martedì 14 maggio 2013

Una battaglia per la Destra

 

Testo di Paolo Danieli


Il ministro delle pari opportunità, appena nominata, vorrebbe cambiare nientemeno che il fondamento del diritto di cittadinanza che in Italia, come in gran parte d'Europa, è fondato sullo ius sanguinis (diritto di sangue)
I fondatori del diritto romano 2000 anni fa non erano a conoscenza del DNA e credevano che fosse il sangue a rendere affini fra loro i membri di una famiglia o di una nazione, tanto che nel parlare comune abbiamo espressioni come “buon sangue non mente”“la voce del sangue”, “ il sangue non è acqua” ecc. La scienza ha solo spostato dal sangue ai geni quell'intuizione degli antichi facitori del diritto.
Non c'è quindi nulla di razzista nello ius sanguinis, come surrettiziamente si vorrebbe far pensare. Si tratta della semplice trascrizione nei codici di una legge non scritta, ma sentita e vissuta dalla nostra civiltà millenaria fondata sulla continuità della stirpe e di cui la famiglia è la cellula fondamentale. In pratica, per lo ius sanguinis, è cittadino italiano chi è figlio di italiani, anche se nato all'estero.
La sinistra invece vorrebbe sostituirlo con lo ius soli (diritto del suolo), secondo il quale sarebbe cittadino italiano chiunque nasca in Italia. Non importa da chi. Come avviene in America, dove gli stati si sono costituiti grazie all'immigrazione. Ma se per il Nuovo Continente lo ius soli è stata una logica necessità, ciò non vale per l'Europa per ovvie ragioni, anche se alcuni stati lo hanno recepito. Sono diverse le ragioni per mantenere lo ius sanguinis. Fra tutte quella che se è vero che è l'uomo la misura di tutte le cose, allora conta più il sangue del suolo, ovvero conta di più l'elemento umano, con il suo patrimonio genetico, affettivo, culturale che l'elemento terra, inanimato e materiale. Quindi fondare un diritto fondamentale com'è appunto quello di cittadinanza su qualcosa di diverso dall'uomo è qualcosa di sovversivo, in quanto sovverte la naturale gerarchia valoriale del mondo.
Ci sono poi molte altre ragioni a sostegno dello ius sanguinis. Tali e tante da poter giustificare una battaglia politica unificante per tutta la Destra. 


Paolo Danieli

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