La prima parte QUI
Alla fine, grazie al signor Albert, il nostro vicino di casa poliziotto in pensione, siamo venuti a sapere che il nome del ragazzo ucciso, un immigrato Masikoro come gli altri tre malaso, è Bondy. Il giovane ci era passato davanti al portone di ferro traforato, scavalcando le lamiere di recinzione sul retro della casa. Che un ragazzo disarmato venga freddato da un poliziotto è già una cosa straordinaria, secondo i nostri parametri occidentali, ma qui non hanno mai sentito parlare della Convenzione di Ginevra e quindi va bene così. Radio Babaky, cioè le voci che corrono di bocca in bocca, ha detto che stava scappando verso la foresta di manghi, dove si sarebbe salvato per esempio nascondendosi tra le fronde di un albero, ma stranamente ha deciso di ritornare al villaggio, per ricongiungersi agli altri tre suoi complici. Un innaturale senso del dovere lo ha spinto a ritornare dai suoi, anziché pensare a salvare la pellaccia. Questa scelta gli è stata fatale. D’altra parte, pochi giorni fa a Beroy quattro malaso erano tornati verso il villaggio per cercare di liberare il loro complice legato ad un albero. In quell’occasione, il figlio dell’allevatore che essi avevano ucciso si è fatto largo tra la folla armato di fucile, lasciandone tre esanimi sul terreno, compreso quello legato, mentre due riuscivano a fuggire verso la brousse. Qualcosa di simile deve essere scattato nella mente del ragazzo morto mercoledì 3 settembre: voleva sapere cosa era successo agli altri tre.
Alla fine, grazie al signor Albert, il nostro vicino di casa poliziotto in pensione, siamo venuti a sapere che il nome del ragazzo ucciso, un immigrato Masikoro come gli altri tre malaso, è Bondy. Il giovane ci era passato davanti al portone di ferro traforato, scavalcando le lamiere di recinzione sul retro della casa. Che un ragazzo disarmato venga freddato da un poliziotto è già una cosa straordinaria, secondo i nostri parametri occidentali, ma qui non hanno mai sentito parlare della Convenzione di Ginevra e quindi va bene così. Radio Babaky, cioè le voci che corrono di bocca in bocca, ha detto che stava scappando verso la foresta di manghi, dove si sarebbe salvato per esempio nascondendosi tra le fronde di un albero, ma stranamente ha deciso di ritornare al villaggio, per ricongiungersi agli altri tre suoi complici. Un innaturale senso del dovere lo ha spinto a ritornare dai suoi, anziché pensare a salvare la pellaccia. Questa scelta gli è stata fatale. D’altra parte, pochi giorni fa a Beroy quattro malaso erano tornati verso il villaggio per cercare di liberare il loro complice legato ad un albero. In quell’occasione, il figlio dell’allevatore che essi avevano ucciso si è fatto largo tra la folla armato di fucile, lasciandone tre esanimi sul terreno, compreso quello legato, mentre due riuscivano a fuggire verso la brousse. Qualcosa di simile deve essere scattato nella mente del ragazzo morto mercoledì 3 settembre: voleva sapere cosa era successo agli altri tre.
Purtroppo,
non verrà mai a sapere che gli altri tre erano riusciti a cavarsela, benché
fossero andati a nascondersi dentro una casa che in quel momento era
disabitata. E la maniera in cui sono riusciti a sfangarla ha dell’incredibile,
quasi quanto la scelta suicida del ragazzo di tornare nella tana del lupo, con
un poliziotto armato di pistola che voleva la sua morte. Infatti, quando il
poliziotto se l’è trovato davanti, non ha esitato a sparare. Indi ha trascinato
il cadavere dove c’erano i suoi colleghi che assediavano gli altri tre, di cui
uno solo armato di pistola. A quel punto m’immagino la scena: “Ragazzi, io vado
in centrale a portare questo pezzo di m….”.
“Vengo
anch’io per aiutarti”, gli risponde un collega.
“Vengo
anch’io, è meglio in tre”, gli fa eco un altro.
“Anch’io,
anch’io - devono aver detto in coro tutti gli altri – chi ce lo fa fare di
stare qui a prenderci le pistolettate di questi pazzi!?”.
E
così l’assedio è stato tolto. Tina dice che i poliziotti sono tutti
scansafatiche che pensano solo a fare koly koly alla gente onesta e questo discorso non mi stupisce
affatto. Ai tre malaso assediati,
visto liberarsi la piazza, non sarà parso vero di dileguarsi nella notte, senza
che nessun poliziotto, né tanto meno nessun civile, glielo impedisse.
Nell’articolo precedente, durante il quale davo questa pazzesca notizia, mi
chiedevo quale sorte sarebbe stata migliore, se quella dei tre che sono rimasti
uniti o quella del ragazzo che ha cercato la salvezza in una fuga solitaria.
Ora, noi sopravvissuti, sappiamo la risposta.
[N.d.R.]
L’immagine pubblicata non si riferisce al fatto di cronaca descritto
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