Di
questi tre bambini, i due più piccoli, al centro e a sinistra, venerdì 26
settembre sono stati sottoposti a circoncisione contro la loro volontà, benché
avvisati da molto tempo che sarebbe successo. Il fattaccio è avvenuto a 1.000
Km da dove mi trovo. Se fossi stato in loco, poiché l’amputazione è avvenuta a
casa del paramedico Francois che funge loro da tutore, nel quartiere di
Ambolanahomby, forse il chirurgo giunto sul posto mi avrebbe permesso di
documentare il tutto fotograficamente. Molti anni fa vidi un film
sensazionalistico dei fratelli Castiglione, mi pare dal titolo “Africa ama”, in
cui i bimbetti di uno sperduto villaggio africano venivano fatti sedere a terra
e l’operatore gli metteva un pezzo di legno sotto il pene. Poi, con un colpo
secco di un martello di legno, che andava a colpire un coltello appoggiato sul
prepuzio preventivamente legato con un cordino, asportava l’inutile pellicina.
Indi, per tamponare il sangue, metteva un rametto biforcuto di bambù, che forse
serviva anche per tenere sollevato da terra l’organo ferito. La voce fuori
campo diceva che se lo sciamano, o chi per esso, sbagliava asportando anche il
piccolo glande, veniva messo a morte. Un po’ come i medici sotto Hammurabi. La
scena finale mostrava un gruppetto di cinque o sei bimbi seduti sulla nuda
terra e piangenti, ciascuno con il suo bastoncino biforcuto di bambù in mezzo
alle gambe.
In Madagascar sono più evoluti di quel paese africano dove i due registi
italiani avevano girato quelle scene crude. In Madagascar il chirurgo pratica
un’iniezione sulla parte anteriore del pene, poi, come fa il dentista prima
d’intervenire in bocca per l’asportazione di un dente, aspetta un paio di
minuti che l’anestetico faccia effetto. Già un’iniezione sul pene, se fossi il
piccolo Sammy di tre anni, mi farebbe piangere a dirotto. Il più grande
Odillon, che già beve birra all’età di sette anni, forse è più coraggioso.
Ma
l’operazione vera e propria non è il chirurgo a farla, né con forbici, né con
coltello, bensì una macchinetta che taglia via silenziosamente, senza quasi
versare sangue, la pellicina protettiva del glande. Io non l’ho mai vista, ma
me l’immagino come le macchine sbeccapolli delle fattorie industriali, ovvero
una specie di foro dotato di ghigliottina interna, all’interno del quale si
inserisce per un attimo il piccolo indifeso organo genitale.
A
me questa storia della circoncisione, poiché non mi lascio irretire dal
rispetto per le tradizioni, nemmeno quando ammantate dal sudario dell’antichità,
ha sempre fatto pensare che l’evoluzione morale degli esseri umani sia solo una
chimera. Di indiani e cinesi non so, ma praticata da ebrei, arabi e africani,
popolazioni estremamente litigiose, la circoncisione potrebbe configurarsi come
un trauma irrisolto dell’infanzia di ciascun membro maschile di tali etnie e
popoli. In altre parole, sottoponendo un bambino indifeso a una violenza per
lui insensata, lo si obbliga a portarsi dietro per tutta la vita un sentimento
di rivalsa verso la società adulta che gli ha fatto quel torto, magari anche
rimosso a livello cosciente.
Da grande vorrà vendicarsi e, non sapendo con chi prendersela, se la prenderà
con il primo che capita nel caso degli animisti africani, cercando di fregare
il prossimo in tutte le maniere, mentre nel caso di ebrei e musulmani, entrambi
religiosamente dogmatici, se la prenderà con il nemico religioso storico di
turno. Da qui le guerre che infiammano quel vasto territorio che va dal Medio
Oriente fino in Afghanistan. Quelli dell’ISIS, che da tre anni in Siria
tagliano teste a più non posso ma solo da poco ne siamo venuti a conoscenza,
inconsciamente vorrebbero vendicarsi di coloro che molti anni addietro stavano
per tagliare la loro piccola testa di cappero, fermandosi però al punto giusto.
Tutti coloro che in tutto il mondo vengono sottoposti a circoncisione restano
loro malgrado teste di cappero tutta la vita. Il trauma in ogni caso lascia il
segno. Anche i fratellini Sammy e Odillon, da venerdì 26 settembre, sono
condannati a seguire lo stesso destino.
Quelli dell'Isis tagliano davvero teste?
RispondiEliminae poi chi sono quelli dell'Isis?!? Cia o Mossad?!?
Mi sa che ora vado a decapitarmi il prepuzio... vah
Non c'è alcun dubbio sul fatto che molte teste sono tagliate.
EliminaPoi, su di chi sia la responsabilità si può discutere.
Eliminadiscutiamone con massimo mazzucco al tg5:
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=XHihrkVM-aw
http://www.luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=4552
Seguo regolarmente Luogo Comune, ma una cosa sono gli allestimenti scenografici volti a scandalizzare l'opinione pubblica occidentale, fatti dai servizi segreti nostrani, altra cosa sono le centinaia o forse migliaia di teste tagliate da arabi ad altri arabi.
EliminaE queste, purtroppo, non sono allestimenti scenografici.
Caro Roberto, devo contraddirti, e non è una novità. Il taglio del prepuzio ha una funzione strettamente igienica. In un ambiente caldo umido e dove per evidenti motivi non è possibile mantenere una completa pulizia della persona il taglio del prepuzio porta ad eliminare un punto di ristagno di materiale che può diventare facilmente terreno di coltura per batteri e conseguenti infezioni. Il prepuzio e il glande non hanno la protezione epidermica di altre parti del corpo che possono diventare terreno di coltura, vedi ad esempio lo spazio tra le dita dei piedi. Con il taglio del prepuzio si ha anche un rinforzo dell'epidermide del glande che porta ad una maggiore difesa da sporcizia e quindi infezioni. Per quanto riguarda il trauma penso che sia assimilabile all'operazione alle tonsille da bambini, o alle cure dal dentista, non esisteva ancora il dentista per bambini, che da noi cinquant'anni fa erano dolorose. Penso che i traumi per i bambini del Madagascar siano ben altri, vedi l'infanzia e la gioventù di Taty prima e di suo figlio ora, ma questo è un altro discorso. Francesco
RispondiEliminaIntanto, bravo per essere riuscito a commentare!
EliminaNella storia ci sono tantissimi casi di giustificazioni posticce date a posteriori ad atti di violenza e ingiustizia. Nel rapporto fra uomini e animali praticamente tutte le giustificazioni nascono sempre nella mente del carnefice e mai in quella della vittima.
Non escludo che ci siano motivazioni igieniche nella circoncisione ma mi chiedo se anche con l'escissione di clitoride e piccole labbra ci sia, da qualche parte in Africa, qualche "intellettuale" che ne giustifica l'attuazione, magari per motivi salutistici.