Aimone, detto Imo, ha un pessimo rapporto con i suoi cani. Ha provato anche a
cacciarli di casa, ma la prima cosa che hanno fatto è stata quella di mangiare
qualche tacchino o qualche anatra del vicinato, e la gente è andata da lui a
chiedere il risarcimento. Quindi ha dovuto riprenderseli in cortile, ma non gli
dà da mangiare e gli augura di morire con tutto il cuore. Più volte al giorno.
E’ Ivette, la sua compagna di etnia Betsileo, che dà da mangiare ai cani. Tuttavia,
a parte questo, ogni volta che vado a trovarlo (l’ultima, venerdì 5 settembre
mi ha prestato tre libri) vengo a conoscenza di storie di cronaca nera, marrone
o variamente colorata. Ma c’è da dire ancora, a proposito di Deficiente, il
maschio, e di Margò, la femmina, che quando il 12 febbraio 2013 c’è stata
l’alluvione, con il fiume Filarhena che ha portato i coccodrilletti in città,
Imo si è ritrovato Deficiente nell’acqua, in evidente difficoltà e, per
salvarlo, l’ha messo sul quad. Margò se l’è cavata da sola. Da quella volta,
Deficiente sale da solo sul piccolo mezzo a quattro ruote, anche sapendo che
non deve darlo. Il titolo di questo articolo avrebbe infatti potuto essere: “Il
cane sul quad”, ma non lo è.
Dunque,
l’alluvione. Una sera del febbraio 2013, Imo e Ivette stavano cenando. Sentono
battere con violenza sulla porta metallica che dà accesso al cortile. Qualcuno
grida con voce tonante e allarmata: “Alluvione! Alluvione!”. Il cielo notturno
era puntellato di stelle e non c’erano segni evidenti dell’arrivo delle piogge.
Imo e Ivette hanno continuato a cenare. Il giorno dopo sono venuti a sapere che
nel villaggio di Antaravay erano già pronte 13 carrette vuote, con tanto di
zebù aggiogati. Gli incauti che davano ascolto all’avvertimento e fuggivano
lontano da casa si ritrovavano poi, al ritorno, la casa svuotata di tutto ciò
che era asportabile e quello sarebbe successo anche a Imo e a Ivette se
avessero creduto alle parole di quel branco di furbacchioni, che dalle nostre
parti prendono il nome di “sciacalli”. Quando poi l’alluvione è arrivata
veramente, nel vicino allevamento di polli ci sono stati circa 400 pennuti
annegati, più qualche maiale. Per diversi giorni c’è stato un via vai di gente
con l’acqua che gli arrivava al petto e che oltre ai cadaveri dei polli e dei
maiali, si portava via mobili, mobiletti, sedie e ante di finestre. Non
disponendo né di frigoriferi, né di congelatori, in quei giorni gli sciacalli
devono aver fatto delle vere e proprie scorpacciate di carne di pollo. E di maiale.
Dopo
un anno e mezzo, e cioè pochi giorni fa, Gigi Colapietra, che fa l’allenatore per
la squadra di calcio femminile di Aimone e che vediamo qui insieme a Melania Conte, è stato punto da una
zanzara alle tre e mezza di notte. Quando Gigi viene punto, poi non riesce più
a dormire e così si è alzato, è andato in cucina e si è preparato la prima
colazione. Stava sorseggiando il caffé che, con la coda dell’occhio, vede una
testa che si ritrae, fuori dalla porta del cucinino. Esclama: “Aurora, smettila
di fare scherzi!”, ma nel silenzio che segue sente il lieve russare della sua
compagna, proveniente dalla camera da letto. A Gigi vengono i capelli dritti.
Si fa coraggio e, pur potendo farlo trovandosi in cucina, non afferra alcun
coltello e va alla ricerca dell’intruso. Sullo stesso piano c’è il bagno.
Accende la luce e, non volendo prendersi, magari, una coltellata, anziché
entrare lentamente con tutto il corpo, sferra un calcio alla porta, facendola
sbattere sul muro, così se qualcuno vi fosse stato nascosto dietro, se la
sarebbe presa sul muso. In bagno non c’è nessuno e subito dopo sente un rumore
di qualcosa che rotola giù dalle scale.
“Come!?
Giù dabbasso ci sono gli uffici, con le finestre, dotate di inferriate, che
danno sulla strada. Come hanno fatto ad entrare?”
E
infatti, deve essersi trattato di un ragazzino molto giovane e molto magro, che
uscì dallo stesso pertugio da cui era entrato, alla maniera dei gatti. Fuori
c’era qualche adulto, meglio in carne, a bordo di un mezzo, con cui entrambi si
sono dileguati. Il proverbio dice: “L’amore fa fare i salti, ma la fame li fa
far più alti”. Un altro titolo alternativo di questo articolo avrebbe potuto
essere: “Un ladro acrobatico”, ma non lo è. Cosa avrebbe potuto succedere se
Gigi Colapietra ed Aurora Giordano fossero stati nel loro letto a dormire, con un intruso fra i
piedi, animato di non si sa quali intenzioni? In Madagascar certe zanzare sono
davvero pericolose. Certe altre salvano la vita.
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