martedì 23 settembre 2014

O Toliara tu sei maledetta!



Un mese nel quartiere popolare di Ambolanahomby. Gemiti di animali morenti, macellati. Colpi di fucile nella notte, con il coprifuoco alle sei di sera. Al fianco di una compagna che a volte mi è amica e a volte nemica. Mancanza assoluta di privacy, con gente in cortile dalla mattina alla sera, con me che non posso uscire dalla latrina con il rotolo di carta igienica in mano senza che ci sia qualche estraneo ad osservarmi e, ciliegia sulla torta, la sfuriata rabbiosa alle sette di mattina di una persona che credevo amica, mentre ero già malato, per una storia di cui ho trattato e nella quale non volevo essere coinvolto. Tutto ciò mi ha scassato le paratie delle difese immunitarie al punto tale da debilitarmi come non mi era mai successo nella vita. Ma per fortuna, quando Zanahary pensa che Giobbe abbia sofferto abbastanza, gli manda la soluzione, che nel mio caso è consistita in due Wolkswagen Golf prese a noleggio con autista. Scartato il taxi brousse, che mi avrebbe ammazzato, e l’aereo che mi avrebbe spolpato, per l’ennesima volta si è dimostrato che in medio stat virtus e io ho potuto viaggiare comodamente disteso dietro con cuscino e coperta nella prima Golf, davanti con il sedile reclinato nella seconda, per motivi che spiegherò nei dettagli.


Il titolare dell’azienda di autonoleggio si chiama Popoly, non ha potuto portarci fino ad Antananarivo perché proprio quel giorno stava per diventare padre per la quarta volta, di modo che ci ha portato fino a Ilakaka dove c’era un suo collaboratore che ci aspettava con la seconda Golf Turbo diesel, con il motore acceso. Ma, prima di arrivare al luogo convenuto per il cambio macchina, è passato a trovare una persona, presso il villaggio di Andoharotsy. Quando la macchina si è fermata, mi sono svegliato dallo stato di torpore in cui ero caduto e, guardando fuori dal finestrino, ho visto che ci trovavamo in un’azienda agricola ben curata, con dipendenti al lavoro, molti alberi di papaia e una schiera di macchine agricole pronte per l’uso. Popoly era già sceso e parlava con un uomo anziano insieme al quale c’erano altri due uomini. Uno indossava una di quelle magliette bianche con l’effige dei candidati alle elezioni presidenziali. In quel caso di trattava di Camille Vital. La mia accompagnatrice m’informa alla fine che Popoly è figlio di Camille Vital, ex addetto militare all’ambasciata svizzera, generale dell’esercito in pensione ed ex primo ministro sotto la presidenza di Andrj Rajoelina, il presidente di transizione che è stato al potere quattro anni. Praticamente l’Enrico Letta del Madagascar. Ora è ricco possidente di molti terreni e di una mandria di 300 zebù.

Successivamente arriva una rettifica: la madre di Popoly è sorella di Camille Vital e quindi il nostro autista è suo nipote. Guardo la maglietta indossata da uno dei due guardiani e in effetti l’effige è proprio somigliante al personaggio reale. Chiedo se posso fare una foto e Popoly mi dà l’autorizzazione, così che anch’io, inavvertitamente, sono andato ad aggiungermi alla schiera di ammiratori di un furbacchione che ha fatto i soldi con le tasse dei malgasci. Già da prima, sulla strada, avevo notato che la nostra Golf non veniva mai fermata ai posti di blocco perché evidentemente i poliziotti sanno che non si può estorcere denaro al nipote di un generale in pensione.

Roger, di etnia Merina nonostante la pelle scura, mentre Popoly è Vezo, è un vero professionista. Non solo perché, quando eravamo alle porte di Antananarivo ha saputo fronteggiare la perdita di gasolio buttando sul motore spento una secchiata di acqua e sapone, ma perché si è mostrato gentile e disponibile a venire incontro alle esigenze di una persona malata, quale io ero. Infatti, partiti da Fianarantsoa il 22 settembre, dopo una notte passata al Soratel, pensavo di viaggiare dietro come con l’altra Golf, ma le curve degli altipiani e il mio stomaco in subbuglio mi hanno fatto cambiare idea, obbligandomi a spostarmi davanti. Quella mattina avevo già vomitato una prima volta in camera e, non avendo fatto colazione, l’unica cosa che ho vomitato mentre eravamo in viaggio è stata la pastiglia di Nautamine, contro il mal di mare, presa forse troppo tardi. I primi tornanti sono bastati a mandarmi in tilt il tubo digerente, ho fatto appena in tempo ad avvisare l’autista che ho dovuto aprire la portiera per scaricarmi. Roger ha accostato con pazienza, aspettando la fine della buriana. Poi mi ha dato un balsamo della medicina Ayurvedica, di nome Siddhalepa, regalatogli dai suoi clienti srilanchesi (Popoly e Roger fanno regolarmente la spola tra Tanà e Ilakaka, dove ci sono i negozi di zaffiri di cui tailandesi e srilankesi hanno il monopolio). Spalmato sul petto e sulla fronte, in effetti, dopo il bruciore iniziale, dà un certo giovamento in caso di mal d’auto. Non si trova in vendita in Madagascar ed è fabbricato a Singapore. Per tutto il tragitto Roger non faceva che informarsi sul mio stato di salute, mentre con Tina ha instaurato un rapporto di amicizia e confidenza. E anche questo secondo me è sinonimo di professionalità: mettere a proprio agio i clienti.

Quella strada la conosco bene. C’è la zona delle macchinine di legno giocattolo. La zona delle carote, quando è la stagione. La zona degli strumenti musicali di legno, tamburi e chitarre. La zona delle statuine di gesso di Madonne e animali. E’ la RN7, la più pericolosa del Madagascar, se fatta di notte. Tina ha fatto fermare Roger ai chioschi delle madonnine, perché si era messa in testa che ne voleva comprare una. Io avevo fretta di arrivare al Pavillon de Jade, perché avevo lo stomaco in fiamme e lei, non trovando la titolare a cui chiedere i prezzi alla fine si è decisa a risalire in macchina. Roger aspettava paziente e io ancora di più.

Ma la RN7, come tutte le strade asfaltate e non del Madagascar, del resto, non è solo folcloristica per i chioschi che si trovano lungo il suo percorso. E’ anche una via crucis per milioni di animali che viaggiano in condizioni precarie diretti verso la morte. In questo, non è diversa delle nostre autostrade, anch’esse percorse da creature vittime della malvagità umana. Da anni ho notato che c’è un via vai continuo di camion che trasportano zebù tra Tanà e Fianarantsoa. Ci devono essere molti macelli che lavorano a pieno regime da quelle parti. I malgasci, come tutti gli africani, adorano la carne, senza sapere che la carne arrosto è cancerogena. Ma in fondo, va bene così. E’ giusto che la Nemesi lavori anche lei, vendicando le vittime innocenti, con migliaia di casi di tumore allo stomaco e al colon e una vita media della popolazione piuttosto bassa. Così, alla fine della giostra, sono tutti contenti: gli allevatori, i commercianti di bestiame, i macellai, i consumatori di hena omby, carne di zebù, e pure i medici dei padiglioni di oncologia, a cui non mancherà mai clientela.

Come disse Guido Ceronetti, per tutte le virtù che una città possa avere in fatto di modernità e di welfare, basterà la presenza di un mattatoio per farne la figlia della Maledizione. Il Madagascar in generale e il quartiere di Ambolanahomby in particolare non sfuggono a questa regola. Il male fatto agli animali, anzi il male in generale, ritorna sempre indietro. Anch’io quindi, lasciandomi alle spalle Tulear, potevo canticchiare la canzone anarchica “O Gorizia tu sei maledetta”. Città mattatoio per uomini nella prima guerra mondiale, città mattatoio per uomini e animali ora. Laggiù nel profondo sud del Madagascar.

6 commenti:

  1. A me caro Duria, sembri sempre più nel posto sbagliato al momento sbagliato...

    Non so neanche se il posto giusto sia l'Italia visto l'andazzo che le stanno facendo prendere, ma di sicuro neanche il Madacascar sembra casa tua...

    Cerca di riprenderti le tue energie con positività, per quanto la situazione sembri degenerare attorno a te ogni giorno in più della tua permanenza...

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    1. Vero, ma ogni tanto capita anche di incontrare le persone giuste, persone amorevoli, come puoi leggere nell'articolo odierno.

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  2. dalla foto NON sembra che stai tirando le quoia , si vede che le
    massaggiatrici del luogo SANNO come prenderti , ricordati del
    opale arlecchino e dei jalini , quando e' il volo ??? c'e sempre CIVIDALE che ti aspetta visto che e' saltato per due mesi...
    saluta TINA !!!

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    1. L'epatite di andrà avanti per tre mesi, con stanchezza come sintomo. Non fare affidamento sulla mia partecipazione ai mercatini, anche se farò tutto il possibile per andarci.

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  3. ma l'epatite viene per bevande alcooliche ?
    li' la birra costa poco quanta ne hai bevuta?
    da codroipo sei partito sano ora torni domenica scassato
    cosa hai guadagnato ?
    io NON credo sia epatite - forse malaria -

    a che ora arrivi che mando la banda di Sclaunicco....

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    1. A me, più che la banda di Sclaunicco, servirebbe qualcuno che venisse a prendermi in stazione a Codroipo.

      :-(

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