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sono io che porto sfiga ai conducenti di ciclo-pousse, oppure viviamo veramente circondati da gente che ha
un livello di tolleranza abbastanza basso, cosa che si può riscontrare anche
nelle nostre grandi città, con il classico cacciavite che spunta fuori quando
due automobilisti si fermano a litigare, ma a me sembra, poiché non vivo in una
grande città, che a Tulear ci sia molta aggressività latente tra la
popolazione. Qualche italiano residente sulla Grande Isola da molti anni
potrebbe dirmi che sto scoprendo l’acqua calda e che i malgasci, se non fanno
almeno una guerra ogni cinque anni, non sono contenti. L’ultima, infatti, il
golpe contro Marc Ravalomanana, è proprio di cinque anni fa, primavera 2009.
Insomma, mercoledì 3 settembre, saliti, io e Tina, su un ciclo-pousse guidato da un ragazzo di nostra fiducia, il
trentenne Noky di etnia Masikoro, siamo stati testimoni dell’ennesimo litigio,
avvenuto mentre io e Tina eravamo scesi per cercare un berretto per me e Noky
spingeva manualmente il suo triciclo tra la folla.
E’
stato forse proprio perché era a piedi che ha calcolato male le distanze e ha
urtato un omaccione di etnia Antandroy, chiedendogli scusa subito dopo. Noky
non si era nemmeno accorto di averlo toccato, in quel via vai di gente a piedi,
in ciclo pousse o in macchina e
subito dopo aver scattato queste due foto, con Tina che naturalmente si è
arrabbiata con me, sono salito a bordo, visto che il berretto non l’avevamo
trovato essendo che i chioschi sono zeppi di cartelle e quaderni scolastici,
per far sapere all’omaccione che quel ciclo pousse era prenotato da un vazaha, per quel tanto che la figura di un vazaha possa essere autorevole. Tina, invece, vi è salita
solo dopo che le acque si erano calmate. Per tutta la strada del ritorno, visto
che le nostre incombenze erano terminate per quella mattina, Noky ha potuto
sfogarsi con noi, spiegandoci che non aveva fatto apposta a urtare il pedone e
che gli aveva chiesto scusa ripetutamente, cosa che però sembrava far aumentare
ancora di più la sua voglia di litigare. Nel caso di Noky non c’è stato dolo,
mentre con Soatoly c’era scappata una parolaccia e il pugno preso dal
diciottenne in quell’occasione non tardò infatti ad arrivare. Io non potrei mai
fare il conducente di pousse pousse
per mancanza di forze, né quello del ciclo pousse per il caos indescrivibile del traffico nel quale
non sarei in grado di destreggiarmi. Ammiro questi ragazzi che faticano, sudano
e si guadagnano la vita onestamente. Ammiro un po’ meno le persone litigiose
che non si fermano neanche quando qualcuno chiede loro scusa.
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