Che
Vittorio Conte fosse una brava persona ne ero certo anche prima di conoscerlo
personalmente, mercoledì 17 settembre, perché avevo letto l’appassionato memoriale che sua figlia Melania aveva scritto in sua difesa e che avevo
doverosamente pubblicato sul blog dopo la notizia che io stesso avevo dato,
basata su informazioni evidentemente mendaci, su una sua presunta truffa
ai danni di una coppia di italiani. Essendo stato veicolo di tale diffamazione
ai suoi danni, il mio blog era in parte responsabile dell’amarezza che il
signor Conte aveva provato, tanto è vero che, preso con lui appuntamento
telefonico, non solo inizialmente non voleva farsi fotografare con me, ma era
stato tentato anche di non ricevermi. E invece, ha voluto concedermi fiducia,
da persona saggia, e io spero con questo articolo di porre rimedio almeno in
parte ai torti da lui subiti. Personalmente, ritengo che non bisognerebbe
trascinare all’infinito conflitti mortificanti e che la cosa migliore sarebbe
lasciar perdere, ma siccome il signor Conte ci tiene, riassumerò in breve la
spiacevole faccenda, spiegando alla fine il motivo che mi ha spinto ad
incontrarlo e che ci vede in foto con mazzi di pennarelli in mano.
Dunque,
in Italia c’erano quattro amici, due coppie di fidanzati. Decisero di avviare
un progetto insieme, grazie al terreno che il signor Conte metteva in vendita a
Beravy, sulla strada per Mangily. I quattro arrivano. Si trovano bene, ma dopo
un mese una delle coppie, Gigi e Aurora, decide di abbandonare il
progetto di vita concordato in Italia. Vanno a vivere in città e su questo
bisogna dire che ne avevano pieno diritto, visto che il proverbio afferma:
“Lungo la strada si aggiusta la soma”. Purtroppo, c’erano di mezzo dei soldi,
cioè lo sterco del diavolo e questo è già di per sé un segnale di pericolo. Se
Gigi e Aurora si fossero limitati a stracciare il contratto di acquisto, la
cosa sarebbe stata meno traumatica ma, volendo giustificare prima di tutto a se
stessi il motivo dell’abbandono, hanno dichiarato pubblicamente di essere stati
abbindolati e cioè che il terreno con annesse strutture della realtà non
corrispondeva a quanto promesso. Succede spesso anche con le agenzie viaggio.
Purtroppo,
anche all’estero ci sono malelingue e la piccola comunità di residenti italiani
non fa eccezione. La reputazione del signor Conte è stata compromessa, cosa
preoccupante per lui e il suo lavoro, poiché si occupa di facilitare la parte
burocratica alle imprese italiane che vogliono installarsi in Madagascar.
Spero, con ciò, di essere stato esaustivo, ma se gli interessati avessero
qualcosa da aggiungere, e questo vale soprattutto per Gigi e Aurora, lo spazio
dei commenti di questo blog è a loro disposizione, benché il mio consiglio rimanga
quello di lasciare che l’oblio stenda il suo velo pietoso su quelle che si
possono definire miserie umane e da cui nessuno si salva.
Il
motivo della mia visita al signor Conte è presto detto. L’amico Aimone
tiene corsi di italiano. E’ in contatto con presidi malgasci che si occupano di
istruzione. Recentemente è riuscito a salvare dalla distruzione per incuria una
piccola biblioteca di libri per bambini in francese, migliaia di pennarelli e
penne biro nuovi e anche altro materiale cartaceo. Tutta roba regalata dalla
Francia, ma che per qualche ragione non ha trovato una buona destinazione
presso i malgasci, che non danno eccessiva importanza all’educazione minorile.
Poiché è un peccato sprecare sia il cibo, sia altro materiale d’uso comune (i
contribuenti francesi non sarebbero contenti di sapere che i loro soldi
finiscono nell’immondizia in Madagascar), Aimone attende che qualche italiano o
francese che si occupino di istruzione si faccia avanti per avere il materiale
in oggetto. In proposito, ne avevo già dato l’annuncio.
A
Beravy c’è un orfanotrofio. Non ho capito se al momento è chiuso o aperto, ma
di sicuro alle maestre che lo gestiscono farà piacere ricevere il pacco di
pennarelli e di penne biro, che ho consegnato ieri al signor Conte. Sua figlia
Melania e il fidanzato Andrea Spagnuolo andranno a recuperare il pacco con
comodo, fra qualche giorno, dopo che io sarò partito da Tulear il prossimo
sabato 20 settembre. Purtroppo, non abbiamo potuto incontrarci di nuovo, a
Beravy o ad Ambolanahomby, causa mia malattia e loro impegni. Se poi
riusciranno a contattare Aimone e a portare all’orfanotrofio anche il resto del
materiale didattico, sarà davvero un colpo di fortuna per quel piccolo centro
di bambini senza genitori. Peccato che gli elementi fondamentali che regolano
la vita degli esseri umani, l’amore, l’amicizia, il rispetto e la concordia,
non si possano insegnare con penne biro e pennarelli.
Tutto è bene quel che finisce bene. Complimenti al curatore del blog, non è da tutti tornare sui propri passi e soprattutto, come in questo caso, metterci la faccia.
RispondiEliminaSto solo cercando di fare al meglio il mio "lavoro" di blogger.
EliminaOvvero, riferisco ciò che sento e vedo e lo rendo pubblico.
Purtroppo, non tutti sanno fermarsi al punto giusto e c'è qualcuno che si lascia coinvolgere emotivamente e se la prende con me.
Io ho dato spazio agli interessati, ma non tutti gli interessati lo meriterebbero.
sono una dei protagonisti della storia precedentemente apparsa su questo blog ed a cui si fa riferimento quì, vorrei precisare che tutto ciò è stato pubblicato in base a semplici "rumors" uditi in città di cui non è stata verificata la veridicità ed ovviamente senza la nostra autorizzazione. noi i diretti interessati eravamo all'oscuro di tutto, ciò non corrisponde al vero, e non intendiamo affrontare l'argomento in questo sede.
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