Dicono
i buddisti che l’unica cosa realmente permanente è l’impermanenza. Io dico che
l’unica cosa realmente duratura è la discordia. Internet sembra sia stato
inventato per evidenziare il fenomeno della mancanza di concordia tra gli
esseri umani. Se finora la discordia si è manifestata
sporadicamente al bar in litigi tra ubriachi, oppure per strada tra automobilisti nervosi, oggi sembra che nessuno si salvi
dalle litigate virtuali, nemmeno gli astemi. Contraddire il prossimo è legge.
Infastidire gli astanti è regola. Turbare gli animi dei più sensibili è alla
moda. Probabilmente, nemmeno io sono esente da tale maledizione
tecno-psichiatrica. I buddisti forse ci possono venire in aiuto suggerendoci di
mollare i conflitti, arrendersi al fato, imparare il distacco dalle emozioni.
Io che buddista non sono, ma semplice simpatizzante, persevero diabolicamente
nell’errore di sguazzare nella melma della discordia patologica di cui le
nostre anime, nessuna esclusa, sono infette. E lo farò – diabolicamente –
parlando di tre demoni in carne e ossa che mi hanno infastidito, turbato e
minacciato proprio mentre ero in stato di debolezza fisica, ma non mentale,
accompagnandomi nel mio rientro in Italia dal Madagascar. Si tratta di un uomo
e due donne, di cui la terza insospettabile. Non ho acredine nei loro
confronti, anche se non mi hanno lesinato i loro insulti (l’uomo), minacce (la
prima donna) e compatimento (la seconda donna). Dirò, di loro, nomi e cognomi,
com’è mia abitudine e userò toni il più possibile pacati e rispettosi delle
loro persone, limitandomi a rendere pubbliche le loro esternazioni. Come il mio
solito, non mi preoccuperò delle conseguenze anche legali, che però, a naso, mi
paiono alquanto improbabili a realizzarsi.
L’uomo
si chiama Giorgio Maggioni, milanese. Ne ho già parlato QUI. Mi chiese
l’amicizia su Facebook e io gliel’accordai, come faccio con tutti coloro che me
la chiedono, per non mortificarli. Se lo avessi conosciuto di persona, forse
avremmo anche potuto diventare amici, per quel tanto che i nostri divergenti
ideali di vita ce lo avrebbero permesso, ma siccome ci siamo confrontati su
internet, la discordia ha avuto il sopravvento e la sua ideologia di carnivoro
convinto, adattato benissimo a vivere in Madagascar, ha cozzato con la mia
ideologia di antispecista altrettanto convinto, con seri problemi di
adattamento in un paese dominato dallo sfruttamento palese dei nostri fratelli
animali. Gli avrei perdonato lo sfogo rabbioso con cui mi ha investito dopo la
pubblicazione di “Il migliore dei mondi possibili”, se si fosse tolto i panni
del carnivoro orgoglioso di esserlo e avesse smesso di insultarmi rozzamente,
ma ciò non è avvenuto e in data 29 settembre mi sono visto costretto a
cancellarlo dalle amicizie Facebook. Il mondo è grande e c’è posto per tutti.
Lui ritornerà a sguazzare nel grande delta melmoso dell’oppressione ai danni
degli animali, io ritornerò a combattere la visione specista delle cose
propugnata da lui e da milioni di altri cadaveriani. E’ il mio scopo nella vita
e non ci posso fare niente. E questo è il mio primo demone dispettoso, di sesso
maschile.
Della
prima donna-demone riporto la lettera di lamentele ridicole e di minacce senza
senso che ho ricevuto qualche giorno prima del rientro in Italia. Come nota
biografica aggiungo che è triestina e si chiama Anna Vinci. L’articolo che l’ha fatta arrabbiare è stato da me scritto ben due anni fa e mi sono
subito chiesto se tutta l’acqua che nel frattempo è passata sotto i ponti possa
significare qualcosa per questa strana ragazza che un tempo regalava abbracci
per le vie di Trieste. Ecco come la Discordia ha preso la sua mano e l’ha
guidata sulla tastiera del computer:
“Sono
Anna Vinci e non ho mai detto queste bagianate. Il tipo si è inventato tutto.
La invito a levare via tutto di me, altrimenti dovrò procedere con denuncia per
diffamazione. E inoltre, se qualcosa mi fosse sfuggito in un messaggio privato,
VIOLARE LA PRIVACY E' REATO, 5 ANNI DI GALERA”.
Siccome reperita juvant,
così rincara la dose:
"Non
tanto gentile signor Duria Roberto, sono Anna Vinci e pare che lei mi abbia
diffamato a mezzo stampa, violando la mia privacy e scrivendo un sacco di
stupidaggini in questo articolo. La invito pertanto a rimuovere ogni
riferimento alla mia persona, altrimenti mi vedrò costretta a esporre denuncia.
Non vorrà farsi un altro paio di anni di galera, vero?
Non
tanto cordiali saluti. Anna Vinci”.
Premetto
che la gente dalla personalità borderline mi è simpatica, probabilmente perché anch’io mi considero come facente
parte della categoria. Tuttavia, tra gli psicolabili, tra i quali anch’io
sospetto di annoverarmi, ve ne sono di quelli cattivi e di quelli buoni, ovvero
di quelli che lasciano prevalere in sé le logiche della discordia e quelli che
invece sanno quanto la concordia faccia bene alla salute, propria e altrui. Io,
gli strambi e gli stravaganti, li chiamo semplicemente “picchiatelli” e sul mio
blog hanno sempre avuto la possibilità di esprimersi e io stesso ne ho
intervistati parecchi, dando ad essi tutta la mia umana comprensione e
simpatia. Come recita un detto popolare, tutti abbiamo in noi un rametto di
pazzia, anche se molti hanno un vero e proprio baobab. Non sta a me giudicare
le motivazioni che hanno spinto Anna Vinci a minacciare una querela per la quale
i carabinieri le rideranno in faccia, o alle spalle, ma la prima cosa che mi
sono chiesto quando ho ricevuto la richiesta di cancellazione del suo pensiero
liberamente espresso, apparso, lo ripeto, nell’ottobre del 2012, è stata se
questa gentile signora non ha niente di meglio da fare nella vita. Non ha amici
con cui uscire la sera in pizzeria? Ha smesso di regalare abbracci per strada?
Crede ancora di essere un angelo caduto sulla Terra? Non mi pare di aver mai
avuto l’intenzione di prenderla in giro, né mi sembra, ora, di mancarle di
rispetto, ma se ritiene di infastidire i carabinieri, dopo aver infastidito me,
che proceda pure. Per me, pregiudicato, una denuncia in più o una in meno non
cambia nulla.
E
veniamo al terzo demone-femmina, il più incredibile di tutti. Si tratta di
Daniela Andretta, moglie del più famoso Giorgio, oserei dire il più famigerato
“rompicoglioni” dei siti alternativi, e lo dico con il dovuto rispetto e con il
sorriso sulle labbra. Anche della signora Daniela riporto la lettera che mi ha
scritto, inviatami perché le facevo pena, riservandomi poi di commentarla.
“Signor
Duria,
Sono Daniela, moglie di Giorgio Andretta, il quale si esime dallo scriverle, avendo ormai perso la stima nei suoi confronti.
Le confesso che pure io, dopo che occasionalmente leggo i suoi scritti, fatico a serbarle considerazioone, ma tant'è, ciò che mi spinge a contattarla è puranco un sentimento di compassione. La superficialità con qui ha aderito alla privazione dell'esperienza terrena di una creatura mi lascia basita! Comunque siamo umani e spesso miseramente sbagliamo, la legge del karma farà la sua parte. Per quanto concerne la sua malattia, io quale dietista ospedaliera da più di quarant'anni, avrei molto da disquisire sui consigli dei suoi amici (anche se fossero medici!) Ma secondo me ed anche secondo Gabriella Mereu, Claudia Rainville, R.G. Hamer e molti altri, le cause della sua epatite, se la diagnosi fosse corretta, sono da ricercare in motivazioni ben precise di ordine esistenziale piuttosto che traumatico o conflittuale. Se le interessa posso spiegarle il significato psico-spirituale del suo trauma.
Pertanto coraggio, auguri e, per carità, non certo figli maschi!
Evviva il lupo!”
Sono Daniela, moglie di Giorgio Andretta, il quale si esime dallo scriverle, avendo ormai perso la stima nei suoi confronti.
Le confesso che pure io, dopo che occasionalmente leggo i suoi scritti, fatico a serbarle considerazioone, ma tant'è, ciò che mi spinge a contattarla è puranco un sentimento di compassione. La superficialità con qui ha aderito alla privazione dell'esperienza terrena di una creatura mi lascia basita! Comunque siamo umani e spesso miseramente sbagliamo, la legge del karma farà la sua parte. Per quanto concerne la sua malattia, io quale dietista ospedaliera da più di quarant'anni, avrei molto da disquisire sui consigli dei suoi amici (anche se fossero medici!) Ma secondo me ed anche secondo Gabriella Mereu, Claudia Rainville, R.G. Hamer e molti altri, le cause della sua epatite, se la diagnosi fosse corretta, sono da ricercare in motivazioni ben precise di ordine esistenziale piuttosto che traumatico o conflittuale. Se le interessa posso spiegarle il significato psico-spirituale del suo trauma.
Pertanto coraggio, auguri e, per carità, non certo figli maschi!
Evviva il lupo!”
Per
prima cosa salta agli occhi la stessa spocchia di suo marito Giorgio. Dio li fa
e poi li accoppia. Si tratta di persone che si sono sedute su uno scranno più
in alto rispetto ai comuni mortali e io voglio sperare che non tutti gli
steineriani siano così. Ne conosco uno, da molti anni, Graziano Ganzit, e non
ho mai trovato in lui la benché minima traccia di supponenza e alterigia. Sia
Graziano che Giorgio, entrambi seguaci di Steiner, fanno i contadini, ma mentre
il primo privilegia saggiamente la concordia, il secondo sembra prediligere la
discordia. Non a tutti il lavoro della terra fa lo stesso effetto. Dall’alto
della sua cattedra la signora Daniela si offre, come le Dame di San Vincenzo
che si aggiravano nei bassifondi in cerca di buone azioni da compiere, di
spiegarmi le origini della mia epatite, che io so già trovarsi nello stress che
il Madagascar mi provoca regolarmente dopo un certo tempo di permanenza. Io non
mi avvarrò della sapienza della gentile missionaria, ma la cosa che mi ha
incuriosito è che a suo dire la mia malattia non sarebbe insorta a causa di
“traumi conflittuali realizzatisi in Madagascar”, ma per una situazione
preesistente di tipo “esistenziale”. Il che, a meno che non si stia parlando di
esistenzialismo francese, vuol dire tutto e niente. Cosa siano i conflitti
esistenziali lo sa solo lei e io forse dovrei erudirmi di più nella scienza
dello spirito per capirci qualcosa, fatta salva la validità della Nuova
Medicina Germanica del dott. Hamer. Ma in questo momento non ho alcun interesse
per un tema che mi sembra un ossimoro: scienza e spirito, la prima percorribile
attraverso prove pratiche e osservazioni, il secondo basato tutto su una grande
nuvola rosa. Ora, con la lettera di commiserazione nei miei confronti di ottuso
ignorante, di approfondire il pensiero steineriano non ho voglia né punto né
poco. Preferisco rimanere un somaro a vita, lasciare che la vis sanatrix
naturae segua il suo corso con il
mio fegato malandato e tenermi a debita distanza da steineriani e altri
discordiani.
Una
sola cosa vorrei domandare a Giorgio Maggioni, primo demone; Anna Vinci,
secondo demone e Daniela Andretta, terzo e ultimo (si spera) demone: perché
ora? Perché tutti e tre insieme? Chi vi manda? Mi lasciate tornare a casa in
pace, o chiedo troppo?
138 I sacramenti falsi e gli spergiuri
RispondiEliminami sdrucciolan giù proprio per la bocca
come i fichi sampier, que’ ben maturi,
o le lasagne, o qualche cosa sciocca;
né vo’ che tu credessi ch’io mi curi
contro a questo o colui: zara a chi tocca!
ed ho commesso già scompiglio e scandolo,
che mai non s’è poi ravvïato il bandolo.
139 Sempre le brighe compero a contanti.
Bestemmiator, non vi fo ignun divario
di bestemmiar più uomini che santi,
e tutti appunto gli ho in sul calendario.
Delle bugie nessun non se ne vanti,
ché ciò ch’io dico fia sempre il contrario.
Vorrei veder più fuoco ch’acqua o terra,
e ’l mondo e ’l cielo in peste e ’n fame e ’n guerra.
140 E carità, limosina o digiuno,
orazïon non creder ch’io ne faccia.
Per non parer provàno, chieggo a ognuno,
e sempre dico cosa che dispiaccia;
superbo, invidïoso ed importuno:
questo si scrisse nella prima faccia;
ché i peccati mortal meco eran tutti
e gli altri vizi scelerati e brutti.
141 Tanto è ch’io posso andar per tutto ’l mondo
col cappello in su gli occhi, com’io voglio;
com’una schianceria son netto e mondo;
dovunque i’ vo, lasciarvi il segno soglio
come fa la lumaca, e nol nascondo;
e muto fede e legge, amici e scoglio
di terra in terra, com’io veggo o truovo,
però ch’io fu’ cattivo insin nell’uovo.
Ringraziare per i buoni consigli i seguaci del Vaccaro che infestano la rete dev'essere un'esperienza tremendamente sublime.
Per la rete ci sono per caso anche i seguaci dei dementi?
EliminaLei signor Umberto Aquila sembrerebbe avere una certa esperienza... Scrivo questo per restare in tema con quanto scritto all'inizio dell'articolo:
citazione:
Internet sembra sia stato inventato per evidenziare il fenomeno della mancanza di concordia tra gli esseri umani. Se finora la discordia si è manifestata sporadicamente al bar in litigi tra ubriachi, oppure per strada tra automobilisti nervosi, oggi sembra che nessuno si salvi dalle litigate virtuali, nemmeno gli astemi. Contraddire il prossimo è legge. Infastidire gli astanti è regola.
Bellissima, Umberto!
EliminaHa sapore d'anarchia e mi fa venire in mente Cecco Angiolieri.
Dev'essere stata scritta nell'Ottocento, in endecasillabi, se non sbaglio.
Si conosce l'autore?
Ad Anonimo: molto dipende dallo stato d'animo del ricevente. Se s'impara il Distacco buddista, i discordiani possono scrivere quello che vogliono. Parlo anche per me.
:-)
Duria stia attento che qui arrivano in massa:
RispondiEliminahttp://www.tankerenemy.com/2014/09/il-profilo-psicologico-dello-stalker.html
Grazie Anonimo!
EliminaL'ho scaricato e lo leggo dopo.
Con Daniela Andretta ho capito che esistono anche gli stalkers inconsapevoli, che io definirei, se mi è permesso inventare un neologismo, "criptostalkers".
Che roba, Roberto ti capisco... purtroppo. Ciao!
RispondiEliminaGrazie Andrea.
EliminaOra sono a casa e mi sento anche bene fisicamente.
Bisogna irrobustirsi per sopravvivere agli attacchi di demoni e altri burloni.
Esatto. Un abbraccio, ciao
EliminaSignor Duria, si tratta del canto Decimottavo del Morgante di messer Pulci.
RispondiEliminaNo, non è in endecasillabi. No, non è dell'Ottocento.
Continui pure a ringraziare per i buoni consigli gli animalisti della domenica e ad elargire patenti di rompicoglioni a chi tenta imprese, secondo me, impossibili, anche se meritevoli.
Aprire in rete un blog significa esporsi anche a....
E gli utenti di questo in particolare mi sembrano condividere con particolare energia le sue osservazioni circa la generale mancanza di tolleranza.
L'ultima frase, sulla tolleranza, può essere nata solo nella mente di un vero intollerante.
EliminaNon so se sei Giorgio Andretta in carne e amarezze, o un suo difensore d'ufficio, ma sta di fatto che Giorgio Andretta detiene il non invidiabile record di essere inviso a molti blogger, primo fra tutti il buon Franceschetti. Qui è stato da me tollerato fin troppo, con le sue caustiche frecciatine.
Fare sfoggio di erudizione per far sentire gli altri delle merde, non è indice di buona educazione, né predispone gli animi alla concordia e alla serenità.
Ciao Freeanimals.... posso precisare che Andretta non mi è "inviso"; lo ritengo un compicoglioni, quello si, tanto simpaticissimo di persona quanto rompipalle sul blog, ma non mi è inviso, e se non scrive più sul mio blog è solo per scelta sua. :-)
EliminaGrazie Franceschetti.
EliminaIo stavo quasi per conoscerlo a Montegrotto Terme.
Se l'avessi conosciuto forse avrebbe smesso di criticarmi dall'alto della sua torre d'avorio, ma il Fato ha deciso diversamente.
Andretta non critica perchè vuole criticare. E' proprio un suo modo di fare quello di provocare sempre e ovunque. Ma ritengo che, in fondo, se ti critica vuol dire che ti legge e quindi in fondo gli interessa quello che scrivi.
EliminaCiao Roberto, bentornato a casa. A tempo debito verrò a trovarti. Porterò dell'ottimo cartizze, nei cui soavi effluvi annegheremo tutti i vari demoni che, come "singolarità submentali" sguazzano alla deriva nel vasto oceano del web. Ancor :-)
RispondiEliminaGrazie Ancor, ma non so per quanto tempo, causa epatite, devo astenermi da olio e alcol.
EliminaIl pensiero è ciò che conta, comunque.
:-)