sabato 4 novembre 2017

Anche i ricercatori mentono come tutti gli altri


Testo di Jole Dessi


Chi fa sperimentazione afferma che la vivisezione non esiste più, pubblicizzando le pratiche nei laboratori come poco invasive, basate su prelievi e iniezioni dove gli animali vivono in ottime strutture di mantenimento e vengono curati 24 ore su 24, ma questa immagine è ben lontana dalla realtà. Gli stabulari sono luoghi freddi, bui, totalmente artificiali che odorano di paura, dove non vengono minimamente rispettate le necessità fisiche e comportamentali degli animali. Inoltre, per legge gli animali dei laboratori, per essere definiti tali e rientrare nelle statistiche, devono essere utilizzati vivi. Per aggravare il triste quadro, tramite l’elenco fornito dal Ministero della Salute, possiamo constatare quanto siano profondamente invasivi gli esperimenti, solo per citare alcuni esempi:


frattura chiodi centromidollari
valutazioni psichiatriche sotto stati di ansia e paura 
termoablazione
degenerazione midollospinale
ulcere
lesioni cerebellari
reattività encefalo a contatto con colla
xenotrapianti
stimolazione profonda con elettrodi
danni cerebrali acuti
rigenerazione lesione spinale e nervo ottico

Un lugubre elenco che potrebbe essere interminabile, reso ancora più inammissibile dal fatto che sono test dove il dolore non viene nemmeno minimamente attenuato dall’anestesia. È importante sottolineare come si continuino a vedere autorizzati studi anacronistici e paradossali come quelli eseguiti per i disturbi alimentari (anoressia, obesità, bulimia), le sostanze d’abuso (fumo, alcol e droghe) e addirittura l’acne.

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