sabato 4 maggio 2013

Un buddista buffone e bugiardo

 Abbiamo sempre saputo che buddismo e induismo, nate nella stessa parte di mondo, sono religioni fondate sulla nonviolenza, ma anche cristianesimo e islamismo non si esimono dal predicare la bontà e la pace, salvo poi smentirsi sul piano pratico e a livello storico.

Anche gli indù si sono menati con i pakistani, all’epoca di Gandhi, mentre i buddisti tibetani e quelli cingalesi non si astengono, rispettivamente, dalla violenza contro gl’invasori cinesi e la minoranza Tamil dello Sri Lanka.
Ne consegue che, se le organizzazioni religiose falliscono sul piano della realizzazione di ciò che predicano, tanto vale abolirle per legge e lasciare che ciascun individuo creda in ciò che più gli piace.
In parte già succede e Roberto Baggio, ex calciatore di fama mondiale, conosciuto ai suoi tempi come il più famoso codino del mondo, ha fatto la scelta di diventare buddista, su indicazione del suo amico e manager. Solo che il suo essere buddista è altamente criticabile perché evidentemente della nonviolenza non ha capito una mazza, dato che va a caccia come un qualsiasi buzzurro contadinaccio.

Il che mi fa capire che la passione della caccia, cioè l’adrenalina che scorre nelle vene
quando si uccide in tempo reale un essere vivente, è una droga come il tabagismo e il gioco d’azzardo e come tale dovrebbe essere trattata, cioè si dovrebbe offrire ai cacciatori la possibilità di disintossicarsi, se lo desiderano.
Ma il più delle volte non lo desiderano affatto, anzi sono orgogliosi d’essere cacciatori e si vantano di gestire al meglio il territorio, di esserne i tutori, trovando mille scuse per continuare a “drogarsi”. Spesso parlano della loro passione come di arte, citando Erasmo da Valvasone e Federico II. Addirittura tengono mostre di oggetti venatori. Per non parlare delle fiere. Baggio stesso è un collezionista di gabbie e gabbiette, trappole e specchietti per le allodole e ha messo a disposizione i suoi reperti per una mostra che guarda caso si è tenuta nella patria italiana della caccia, Brescia e provincia, a pochi metri dalla residenza storica di una famiglia di fabbricanti d’armi, i Glisenti.

Il comune di Villa Carcina, infatti, dal nome oncologicamente inquietante, ha ospitato in una palazzina all’interno dei giardini pubblici la collezione di Baggio, aprendola al pubblico di appassionati e offrendo anche in vendita un corposo catalogo.
Baggio non è nato nel bresciano, altrimenti avrei potuto immaginare che il contesto sociale abbia influito su di lui, ma a Caldogno, in provincia di Vicenza, che però è la zona più cattolica d’Italia. E questo non aiuta di certo.
Angelo Roncalli, passato alla storia come Papa Giovanni XXIII, essendo nato a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, da giovane era uccellatore e probabilmente avrebbe continuato ad esserlo tutta la vita se gl’impegni di pontefice non lo avessero distolto. Non sarebbe la prima volta che membri del clero si dedicano all’attività venatoria, di tanto coinvolgente è tale pratica sul piano emotivo. Come una droga, appunto.

La settimana prima, una sporca dozzina di attivisti si era recata davanti al cancello
d’ingresso dei giardini comunali, per contestare l’iniziativa, ma siccome non c’erano le forze dell’ordine a far da cuscinetto, non essendo state avvisate, le contestazioni si erano ben presto trasformate in un principio di zuffa, con un cacciatore che, da dietro, aveva cercato di strappare la macchina fotografica a una ragazza del gruppo, subito preso per il collo da Franco G. come si vede nei filmati messi in rete. Vi avrei mostrato la gustosa scena se nel frattempo il sito dei 100 % Animalisti non fosse stato messo sotto sequestro. Tra le urla e gli spintoni, lo stesso Franco G. a un certo punto ha dato un pugno in faccia a un cacciatore che lo stava sbeffeggiando, con smorfie fattegli a poca distanza dal volto, e se non fosse stato tutto registrato, Franco non si ricorderebbe neanche dell’accaduto. Il cacciatore, invece, non se lo dimenticherà tanto presto e prima di sbertucciare un animalista in futuro ci penserà due volte.
Se questi episodi possono essere ascritti nel registro delle miserie umane, va tenuto a mente che ciò che i cacciatori fanno agli animali è molto peggio, perché a noi possono fare le boccacce, mostrarci il dito medio o al limite sputarci in faccia e metterci le mani addosso, ma alla fauna tolgono la vita e producono dolore e sofferenza, dato che non sempre uccidono gli animali al primo colpo.

Dunque, la violenza che può verificarsi in certe situazioni di contatto tra noi e loro è poca cosa in confronto a ciò che sarebbe giusto fare a certi assassini legalizzati. Non li si può sopprimere perché la legge è dalla loro parte, una legge specista fatta da legislatori assassini. Quella stessa legge che impedisce a noi di rendere giustizia ai nostri fratelli animali, impedisce a loro di fare a noi ciò che normalmente fanno alla selvaggina. Anche se in cuor loro non desidererebbero altro.
E’ gente cattiva, trattata finora con tutti i riguardi da una classe politica cinica e criminale, la stessa che permette la costruzione di mine antiuomo e di armi da guerra e poi manda ipocritamente nostri soldati in presunte missioni di pace.
Purtroppo, finché non ci sarà una presa di coscienza generale nella popolazione e l’aspetto etico non diventerà preminente rispetto a quello economico, saremo costretti a manifestare in tutte le occasioni possibili la nostra contrarietà all’assassinio sportivo di inermi animali, con o senza autorizzazione da parte della questura.
Quella del primo maggio era autorizzata e i sei o sette carabinieri che erano presenti hanno svolto professionalmente il loro lavoro, impedendo a noi di entrare nel perimetro del giardino (né del resto avevamo intenzione di farlo) e ai cacciatori di avvicinarsi al cancello, obbligati come sono stati a restare all’interno della palazzina.

I visitatori avevano libero accesso, ma per la verità ce ne sono stati ben pochi. I più
andavano nei luoghi ricreativi del giardino. Solo in un paio d’occasioni alcuni cacciatori ci sono passati vicino e quando uno degli organizzatori della mostra, da noi riconosciuto, si è fatto avanti per entrare, subito è stato circondato dai carabinieri e scortato all’interno, tra i nostri insulti.
Non lo dico per sentirmi superiore, ma alle manifestazioni dei 100 % non grido mai insulti a chicchessia, forse solo a causa dell’educazione borghese che ho ricevuto, ma ciò non significa che il mio odio per quei mostri sadici non sia autentico. Devo solo trovare l’ispirazione, cioè perdere le staffe veramente e allora credo che sarei anche capace di mettere le mani addosso a qualcuno. La rabbia accumulata negli anni è tanta.
Per il momento, alle manifestazioni mantengo la calma e penso che già la mia semplice presenza sia utile. Se tuttavia mi trovassi nella situazione di vedere animali in pericolo, durante una battuta di caccia per esempio, non avrei esitazioni ad intervenire, succeda qualche che succeda.
Oltretutto, i 100 % Animalisti, grazie alle convinzioni politiche del loro leader, si sono fatti una cattiva fama e molti animalisti non vogliono averci niente a che fare.
Anche questo, oltre agli insulti agli aguzzini di animali, che potrebbero far storcere la bocca ai benpensanti, è un aspetto spiacevole dell’animalismo e a me è già capitato di trovarmi in situazioni assurde.
La prima è quella appena menzionata, con le iniziative dei 100 % disertate da molti attivisti per la nomea di fascisti che li accompagna. Della seconda ebbi esperienza nel 2003 allorché Gianluca Felicetti diramò un comunicato ufficiale consigliando i propri soci di non partecipare ai cortei degli anarchici dei centri sociali a San Polo d’Enza (RE), perché non avrebbe potuto garantire l’incolumità fisica dei manifestanti.
Infatti, nel novembre del 2004 ci fu una carica della polizia con molti animalisti manganellati e finiti all’ospedale, ma che il presidente della più grossa associazione antivivisezione consigli di non partecipare a un corteo antivivisezione, resta ugualmente una cosa assurda.
E infine, il terzo esempio riguarda sempre gli anarco-animalisti ma mi vede direttamente coinvolto. Ero infatti a San Polo d’Enza, in attesa insieme ad altri di partire per uno dei tanti cortei che vi si sono tenuti, e stavo rilasciando un’intervista a una tivù locale. La giornalista che m’intervistava mi aveva riconosciuto perché qualche anno prima ero stato arrestato all’interno dell’allevamento di cavie della ditta Morini, mentre cercavo di portar fuori qualche animale, e mi aveva chiesto se volevo rispondere a qualche domanda.
A un certo punto, durante le riprese, qualcuno tra il gruppo degli anarchici ci tirò dei petardi fra i piedi, per interrompere l’intervista e per manifestare una qualche forma di dissenso. Siccome io non frequentavo i centri sociali, non sapevo quale fosse la loro filosofia e che avessero il divieto di parlare con la stampa – un po’ come i grillini al giorno d’oggi. Di modo che, mentre la giornalista si ricordava della mia incursione finita con l’arresto mio e di tre ragazze, gli sbarbatelli dei centri sociali non sapevano niente di me e pensavano che volessi mettermi in mostra o parlare anche a nome loro. “Fare la passerella”, fu il termine che impiegarono.
Essendo un anarchico individualista, mai potrei parlare a nome di un gruppo, meno che mai di un gruppo di drogati avvinazzati che si credono guerrieri dell’arcobaleno e non riescono neanche a reggersi in piedi per la troppa birra bevuta. La gente deve essere informata e come pensano di farlo quegli sbarbatelli, se non servendosi dei mass-media? I nostri avversari, multinazionali e lobby varie lo fanno sistematicamente e noi dovremmo accontentarci di distribuire volantini?
Da quella volta ho cominciato a sospettare che i frequentatori di centri sociali siano un’enclave che ha tagliato i ponti con la realtà e che preferisce dare addosso ai compagni di lotta piuttosto che ai veri nemici degli animali. Quando poi a Correzzana (BS) li ho sentiti gridare “Nelle foibe c’è ancora posto”, all’indirizzo di altri manifestanti identificati come fascisti, allora ho capito che la politicizzazione dell’animalismo è cosa deleteria.
Il rischio di chiudersi in un recinto e di obbedire a logiche tribali è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che incontro di continuo anche sul web, come mi è capitato recentemente con Rosario Marcianò e i suoi fans.  

Anche i 100 % potrebbero diventare una tribù, ma finora alle loro iniziative possono partecipare tutti gli animalisti, se accettano il linguaggio violento usato contro circensi, macellai, pellicciai e cacciatori. E se non si lasciano irretire dalle eventuali situazioni di scontro fisico che potrebbero verificarsi.
Purtroppo, la selezione è già durissima e molti animalisti moderati, anche se vorrebbero partecipare alle iniziative di Paolo Mocavero, se ne stanno lontani con la paura di finire nei guai con la giustizia.
Io che non ho di questi problemi, perché con la giustizia sono finito nei guai molte volte, so per esperienza diretta che Paolo è molto rispettoso delle disposizioni e se il comandante dei carabinieri, com’è successo anche a Villa Carcina, dice che dobbiamo metterci lì e non oltre, Paolo è il primo a badare che i suoi stiano lì dove è stato stabilito.
Se però si presenta una variazione sul tema e qualche provocatore viene troppo vicino, allora è lo stesso Paolo a non tirarsi indietro, subito fermato, però, dai solerti carabinieri. In genere, tutto si esaurisce con l’allontanamento dei provocatori, siano essi cacciatori, circensi o allevatori.

Insomma, anche se a Villa Carcina, a causa della presenza delle forze dell’ordine, ci sono
stati tempi morti, tra uno slogan e l’altro, ai presidi dei 100 % non ci si annoia mai.
Il prossimo è previsto per domenica 5 maggio a Longarone (BL), in occasione dell’annuale fiera della caccia. Io ci sono stato già due volte e anche se gli animalisti vengono antipaticamente messi in un recinto all’interno di transenne, dall’altra parte della strada, il contatto visivo con i cacciatori e le loro famiglie è assicurato e gli insulti anche quest’anno non mancheranno. Se non così, come possiamo far loro capire che sbagliano? Con le buone maniere? E non sono anni e anni che le usiamo, queste benedette buone maniere? Con quali risultati?
Questo non è un mondo perfetto. Non lo è per come vengono trattate le vittime, gli animali e, di conseguenza, non lo è per come vengono trattati i carnefici. Se li si potesse convincere con le buone, a smettere, sarebbe fantastico, ma allora non si chiamerebbero carnefici.
L’arroganza e la prepotenza sono insite nella loro natura.
E’ nostro dovere fargli capire chiaramente il nostro dissenso.
E poi, una parolaccia è meglio di una pallottola. 


24 commenti:

  1. Gentilmente,
    potrebbe indicarmi chi attua un'alimentazione vegetariana/vegana tra gli intestatari dei blog a lato indicati?

    La natura è maestra nel metodo persuasivo: sempre e solo forzoso, o può sostenere il contrario?
    Grazie per quanto riterrà rispondermi.

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    1. Giorgio Andretta!
      Che onore averla qui!

      Prima risposta: di sicuro sono vegetariani "Riciclaggio della Memoria", Andrea Nicola, Asinus Novus ed Ecce Ideas.

      Paolo Franceschetti lo conosce meglio di me. Dai buddisti ormai mi aspetto di tutto.

      Seconda risposta: la natura è maestra nel metodo forzoso, chiamato anche "rapporti di forza".
      L'Homo sapiens, essendo stato manipolato geneticamente circa 350.000 anni fa non risponde totalmente alle leggi della natura, ma anche a quelle dello spirito.
      (noi le chiamiamo così ma potrebbero anche dirsi leggi aliene degli Elohim che ci hanno creato).

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    2. Sono lusingato.
      Per coerenza non dovrebbe in spalla indicare i titolari di blog che si alimentano di anima-li.
      L'avvocato rientra nella fattispecie come sopra.
      L'etichette non testimoniano alcun senso.
      Dei 350.000 anni ne è testimone diretto o l'ha letto da qualche parte?
      La stessa cosa vale anche per gli Elohim?
      Concludendo si devono usare le maniere forti o morbide?
      Sarà un piacere rileggerla.

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    3. Prima un complimento, che rasenta la piaggeria: lei è un pezzo da 90 nei forum. La leggo da tempo sul blog di Franceschetti.


      Poi, qualche timida risposta: Non mi sento di dare l'ostracismo a nessuno, se non proprio agli assassini conclamati di animali. Ai mandanti che si nutrono di cadaveri normalmente concedo qualche genere di "perdono giudiziario". Forse faccio male.

      Circa le manipolazioni genetiche fatte a nostro danno (o a nostro beneficio?) naturalmente non ero presente ma sia Biglino che Sitchin concordano nel dire che migliaia di anni fa sbarcarono sulla Terra alieni scienziati e conquistatori, presero l'Homo erectus e lo trasformarono in Homo sapiens.
      Questo spiega l'anello mancante e, essendo sapienza bistrattata dalla cultura mainstream, acquista ai miei occhi estrema verosimiglianza.

      Ne consegue che, in virtà della nostra scintilla divina, cioè di quel quid che gli Elohim ci hanno introdotto geneticamente, rendendoci in parte simili a loro, noi non possiamo, eticamente, uccidere gli altri esseri viventi e nutrirci dei loro cadaveri.

      Purtroppo, essendo noi "diversi" dagli altri mammiferi, non possiamo usare le maniere forti per convincere i nostri simili a seguire le leggi dello spirito.

      Se lo si potesse fare, a quest'ora sarei già in prigione a vita o giustiziato.

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    4. Sono dell'avviso che lei faccia male giustificare in qualche modo gli ipocriti che non trovano, in loro, il coraggio di affrontare l'animale per ammazzarlo e nutrirsene delegando ad altri le proprie responsabilità.
      Altro che eugenetica!
      Molti di questi sepolcri imbiancati morirebbero di fame e finalmente rispetteremmo l'impronta biologica.

      Non considero gli studiosi da lei citati come i redivivi estensori della Bibbia, ma rientra nella sua libertà accreditare una qualche fiducia su ciò che sostengono.
      Altra cosa è possedere gli strumenti necessari-leggi chiaroveggenza-per consultare la cronaca dell'akasha e sincerarsi personalmente della storia cosmica.
      Facilmente in rete potrà accedere agli ultimi ritrovamenti circa l'Homo erectus e l'Homo sapiens che sostengono la molteplicità delle linee evolutive, quindi a quale di queste si riferiscono gli studiosi sullodati?

      Non sto' sostenendo il metodo delle maniere forti nel controllo delle nascite ma quello dell'accortezza e provvedutezza.
      Cordialità.

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    5. Un buon principio potrebbe essere: "Severi con se stessi, indulgenti con gli altri".

      Sempre che questi altri non siano conclamati assassini di esseri innocenti.

      Con un Antonio Marcianò, per esempio, come devo comportarmi? Dovrei cancellare Zret Blog e Tanker Enemy dalla mia lista dei siti amici solo perché recentemente mi hanno ostracizzato definendomi un debunker?

      Riconosco il loro valore di ricercatori ed eruditi e mi sento di perdonare Rosario se mangia carne. Antonio credo sia vegetariano, da come si esprime.

      Con Paolo Franceschetti, del quale lei è croce e delizia, vale lo stesso discorso: è un buddista che mangia carne? Va bene, diamogli ancora un po' di tempo per maturare e smettere.

      In questo senso intendo il termine indulgenza.

      Riguardo alle nostre origini, credo fermamente nella teoria degli antichi astronauti, anche se mio malgrado non posso far altro che avere un atteggiamento fideistico, a me normalmente poco congeniale.
      Della chiaroveggenza ho molto rispetto, ma bisogna esservi portati. Non è il mio genere, purtroppo.
      Le maniere forti applicate alla provvedutezza non capisco cosa siano.

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    6. Deve fare esattamente quello che le suggerisce il Cristo in lei.
      Dai fratelli Marcianò sono stato bannerizzato subito dopo la morte del loro padre semplicemente perché mi sono permesso di chieder loro se sapessero distinguere una pianta di ortica da una di carota, ritenendo i medici degli apprendisti stregoni e quindi non rimettendo nelle loro mani la nostra vita o quella dei nostri cari.
      Franceschetti è l'unico, almeno finora, che non mi abbia cassato, forse anche perché mi conosce personalmente.

      Quando sarà il suo momento cercherà la chiaroveggenza così potrà applicare l'eugenetica astrale senza bisogno di ricorrere a qualsiasi tipo di violenza o di tolleranza.
      A rileggerla.

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    7. Il "Cristo in Lei" sarà mica "L'ALIENO in Lei"...?
      g

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    8. Eh eh, vero...
      Ma sarà un'entità POSITIVA per l'ESSERE UMANO...?
      g

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    9. Intendo per L'ANIMA individuale...?
      g

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    10. Credo di capire cosa s'intenda per il "Cristo in lei".
      E' il senso del bene e del male, altrimenti detto coscienza. E' il senso innato di giustizia che tutti abbiamo. E' l'empatia che ci fa provare compassione per le miserie nostre e altrui.

      Se ho visto giusto, si tratta di merce rara e mi sembra che in questi tempi, di "Cristo in lei", ce ne sia piuttosto poco nella società.

      Ormai è appurato che Rosario Marcianò sia molto permaloso, come l'ufologo Chiumiento, entrambi di origini meridionali.

      La differenza tra i due è che Chiumiento è sempre più solo, mentre Rosario è riuscito a mettere insieme un gruppo di adepti affiatati e pronti a morire se lui lo comanda.

      Sta diventando - se già non lo è - come una specie di Vecchio della Montagna e io preferisco starne alla larga. Le sette non mi attirano. Ho già dato in questo senso.

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    11. Beh, condivido...
      Le sette sono sempre pericolose, e i capisetta ancora di più.
      Nessun uomo singolo è infallibile in quello che afferma...
      g

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    12. Ha centrato perfettamente le tematiche resta che Antonio Chiumiento mi è particolarmente simpatico perché uno che mangia la pizza alle patate non esiste al mondo.

      Billy, lo scopo è l'anima individuale ma non si esaurisce in essa.

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    13. Mai mangiato pizza alle patate in vita mia!
      Voglio provare. Chissà che uscendo dalla pizzeria non mi capiti di vedere qualche strana luce in cielo.
      Ma forse dipenderebbe dalla quantità di birra bevuta....

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  2. Il Sistema di potere marcio, oltre a comprendere la Soka Gakkai, ahimé, di cui fa parte Baggino (e di cui ancora, per poco, ahimé ahimé, faccio parte anche io...), comprende anche tutta l'impalcatura massonica delle Nazioni Unite.

    Non a caso Baggino è Ambasciatore DI BUONA VOLONTA' (vedi Rotary e Massoneria...), DI BUONA VOLONTA', dicevo, della FAO...

    Forse allora che sia uccellatore di fringuelli allo scopo nobilissimamente umanitario di sfamare con la sua caccia le povere popolazioni del Terzo Mondo...?

    g

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    1. Dici che ne fai parte ancora. Io pensavo che si potesse dare un taglio netto.

      Come feci io 36 anni fa con i Testimoni di Geova. Poi non mi diedero il saluto per anni, ma non ebbi altre forme di ritorsione.

      Della serie: "Boia chi molla".

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    2. A breve riconsegnerò al Tempio la pergamena-oggetto di culto...

      g

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    3. Questa mi mancava!

      Una pergamena oggetto di culto!

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  3. http://www.fao.org/getinvolved/ambassadors/ambassadors/ambassadors-robertobaggio/it/

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    1. ......Il Calcio Professionistico Contro la Fame.




      Ci mancava anche questa!!!
      Con quello che guadagnano.

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    2. La serietà delle organizzazioni affiliate all'ONU? Vertice della Piramide...
      g

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