venerdì 3 gennaio 2014

Il bitcoin questo sconosciuto

 
Fonte: L'Officina

Sono ormai in molti gli economisti e gli esperti che sentono avvicinarsi le campane a morto per l'euro. Che questa moneta abbia fallito il suo scopo di creare un'unificazione monetaria europea è ormai chiaro. Da un fine meritorio che sembrava essere quello alla sua istituzione, la realizzazione è diventata assolutamente catastrofica. Vero è che l'euro è nato con un escamotage che modificava surrettiziamente il testo del trattato sull'Unione europea, meglio conosciuto come trattato di Maastricht. Detto trattato affidava la crescita degli Stati membri ai poteri degli Stati medesimi di perseguire una propria politica economica e di avvalersi dell'indebitamento. La disciplina attuale venne  introdotta con un regolamento interno non assoggettato al vaglio dei parlamenti degli Stati e non ratificato con l'osservanza delle apposite procedure costituzionali. Questo ha portato alla creazione di una moneta irreale, diversa da tutte le altre in quanto disciplinata da una serie di norme astratte, rigide ed immutabili, una vera camicia di Nesso calata sulle spalle dei Paesi partecipanti e che ha portato a quella serie di sfracelli che si sono visti, specialmente per i paesi più piccoli.

 
Con queste premesse e con il non nascosto desiderio della Germania di far pagare agli altri Paesi il costo della nuova moneta, vedasi il cambio irreale accettato da Prodi per la lira, non ci si poteva aspettare altro che grandi  danni in un futuro. Oggi che questi si sono verificati, come correre ai ripari? La crisi dell'euro può portare al disfacimento dell'Unione europea, ciò che sarebbe un disastro assai maggiore della perdita della nuova moneta.
Il mondo degli esperti parla di “Tragedia dell'euro” (Philip Bagus); de  “La fine del sogno europeo” (Francois  Neisbourg) ecc. In particolare Neisbourg è pessimista: la sua analisi rivela che l'euro può essere un potente fattore di disgregazione dell'unione europea, “Il tempo politico dell'impazienza dei popoli è probabilmente più corto di quello che implica il proseguimento delle politiche attuali ancorché addolcite, e l'euro, la moneta unica di un'Europa senza governo federale, porta in sé instabilità, squilibrio e stagnazione. Bisogna saper arrestare una moneta per salvare l'unione europea.”

I profeti di sciagure preconizzano disastri inenarrabili qualora l'euro venisse cessato per tutti o per qualcuno. Questo non è probabilmente vero; vi saranno difficoltà e anche spese, ma la sostituzione di monete locali all'euro potrà avvenire tranquillamente come è avvenuta la sostituzione delle monete locali baltiche ai rubli sovietici, l'introduzione della corona slovacca in Slovacchia al posto della corona cecoslovacca; la sostituzione della moneta brasiliana ed altre.

Ma l'economia non si ferma e può aver pronto un rimedio. Sta nascendo in questo mondo cibernetico una nuova moneta, per l'appunto cibernetica,  il  bitcoin. Che cos'è? È una moneta invisibile, che viene immagazzinata nelle memorie dei computer, e che serve per pagare beni e servizi né più né meno che una una moneta cartacea normale. In fondo, venuta a cessare la convertibilità dei biglietti in metalli preziosi agli inizi del secolo scorso, oggi il valore dato a dei pezzetti di carta laceri, stropicciati, sporchi quali sono le banconote attuali non è altro che puramente convenzionale. Analogamente un valore può essere dato a dei diritti acquisiti conservati nei “bit” della memoria di un computer.

In Germania sono già numerosi gli hotel e birrerie che  li accettano come forma di pagamento. Anche il Google cinese, Baidu, li riceve da tempo. Per ora voglio solo accennare che questi strumenti consentono pagamenti assolutamente non tracciabili. Se il sistema, come pare, si affermasse, le banche e i sistemi tributari perderebbero buona parte delle loro entrate. È probabile che i bitcoin siano qui per restare. Ce ne occuperemo di nuovo.

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