Quando Tina lo vide
per la prima volta circa sei anni fa, mi riferì di aver incontrato
un vazaha italiano vestito da boys scout. Essendo alloggiati entrambi
presso Monsieur Shalim, più tardi lo conobbi e seppi che era di
origini siciliane e che collaborava come volontario con alcune
missioni cattoliche in Madagascar. Non lo rividi più fino a ieri,
mentre passeggiava davanti al Vahombe, di passaggio a Tulear. Era
vestito nello stesso modo di sei anni prima e si è fermato a fare
quattro chiacchiere, raccontandomi della sua vita e della sua
attività in Madagascar in questo momento. Mi ha mostrato anche le
foto della sua famiglia sullo smartphone, scattate sia a Como che in
Scozia, paese d'origine della moglie. L'abbigliamento stravagante in
Madagascar fa il paio con l'abitudine di indossare il kilt scozzese,
quando è in Italia, lui, la figlia cinquantenne, la moglie e due
nipoti. Sulle rive del lago di Como, portare la gonna scozzese a
quadri è sicuramente una stravaganza, anche se innocua. Indossare
una camicia kaki, un foulard al collo e una specie di pennacchio
rosso sul cappello, in Madagascar, lo è altrettanto.
Tuttavia, il proverbio
dice: “Sotto cattivo mantello sta spesso un saggio”. E infatti,
la sua buona disposizione d'animo, che si può interpretare come
umanitarismo, si vede dall'iniziativa a cui si sta attualmente
dedicando, in collaborazione con un vecchio missionario cattolico: un
elettrodotto di 200 Km. Per realizzare il quale, Andrea Agosta,
questo il suo nome, ha fatto venire dall'Italia quattro ingegneri,
due che si occupino della strada e gli altri due dell'elettrodotto
vero e proprio, che dovrà correre sopra la medesima. La spesa
stimata in partenza era di 80.000 euro ma al momento ne sono stati
spesi già 200.000 e l'opera non è ancora completa. Non mi è venuto
in mente di chiedergli chi l'ha finanziata, ma siccome collabora con
una missione cattolica, non mi stupirei se quei soldi li avesse messi
il Vaticano. Il signor Agosta ha seguito di persona la costruzione
della strada, inoltrandosi nel territorio impervio centro meridionale
dell'isola insieme agli sterratori e digiunando, per i primi tre
giorni, per ragioni che mi sfuggono. Poiché la sede della missione è
a Betroka, dove vive Remenabila, capo di 400 malaso, gli ho chiesto
se non ha paura a vivere lì e a frequentare zone lontane dalla
“civiltà”. Mi ha risposto che alcuni banditi conoscono l'opera
meritoria del vecchio sacerdote italiano e gli portano rispetto, ma
potrebbe sempre esserci qualche malaso a cui nessuno ha detto di
lasciare lavorare il vazaha vestito stravagante, oppure semplicemente
che se ne freghi.
In ogni caso, non
bastando la protezione della Chiesa, Andrea Agosta tempo addietro ha
pensato bene di rivolgersi a un ex cantante malgascio, che si fa
chiamare Rossi, dal nome tipicamente italiano, e che è anche
diventato deputato della Repubblica. L'ex cantante si è fatto la
nomea di oppositore nei confronti delle autorità, poiché ha
denunciato gli intrallazzi della polizia nel commercio illegale del
legno di rosa. Se è vero che la polizia ha a sua volta intrallazzi
con i malaso, fornendo loro addirittura i kalashnikov, forse il
signor Rossi non è il deputato giusto a cui chiedere protezione.
Qualcosa però è successo perché, a quanto mi raccontava Andrea, il
governo ha mandato a Betroka qualche squadra di gendarmi e perfino un
elicottero. Io, francamente, su quell'elicottero non ci salirei e
Andrea si è detto della stessa opinione.
Forse la protezione
migliore è quella su cui l'umanità fa affidamento da secoli: il
Demiurgo. La presenza dell'aquila e di una variante del sole alato
sulla sua giacca paramilitare, che al signor Agosta forse ricorda il
suo passato nel Genio Guastatori, me lo fa sospettare. L'aquila, come
ho detto precedentemente, è la fenice sotto mentite spoglie, simbolo
di morte caro al Dio Saturno. Si dice che tutti i salmi finiscano in
gloria e ultimamente tutti i miei articoli finiscono con un accenno
agli Arconti e al Demiurgo, anche quando si tratta di descrivere la
vita di qualche italiano in Madagascar. Forse hanno ragione i miei
trolls quando mi accusano di......vedere il Diavolo dappertutto!
Nessun commento:
Posta un commento