mercoledì 20 gennaio 2016

Il Far West degli oceani e i suoi giustizieri



Sea Shepherd come sta portando avanti queste battaglie?
“Sea Shepherd le sta portando avanti come al solito con l’azione diretta. Sea Shepherd ha due navi impegnate in ricerca oceanografica, una delle quali si trova nel Golfo del Messico e sta ancora valutando ad oggi il disastro della piattaforma petrolifera. Poco tempo fa è stata fatta una campagna che si chiamava “Mare Nostrum”, che aimè ricorda un’altra campagna che non c’entra nulla, portata avanti da Sea Shepherd Francia nel Mediterraneo per ripulire le coste. Hanno tirato su di tutto. Altre campagne sono state fatte in difesa delle tartarughe in Costa Rica. Collaboriamo attivamente con le autorità del Costa Rica, dal quale siamo stati chiamati per monitorare la situazione; sono tutte azioni che non comprendono solo la spedizione in nave, si collabora attivamente anche per creare la cultura nei posti dove accadono le cose peggiori”.


Quanto è importante il ruolo dei media per la vostra attività?
“Paul Watson non ha mai nascosto la necessità di avere un impatto mediatico forte, è fondamentale. Ovviamente quello che fa più notizia è la nave che va contro la baleniera, ma forse è anche normale che sia così. Alle Isole Fær Øer è stato girato qualche tempo fa un servizio delle Iene, dove hanno raccontato quello che avviene in queste piccole isole che sono un protettorato della Danimarca. Ogni anno da giugno a settembre, in nome di una vecchia tradizione che non ha più neanche senso di esistere, le persone aspettano che passino dei branchi di delfini (che si chiamano globicefali, sono delfini neri molto belli) e con le barche li spingono a riva; quando arrivano dove l’acqua è troppo bassa la popolazione si precipita verso di loro e li massacra. La maggior parte di questa carne, che loro dichiarano di mangiare, viene in realtà buttata in mare, ci sono prove video di quello che succede. Sono anni che Sea Shepherd porta avanti questa campagna, questa volta però ne ha parlato tutto il mondo. Quello che fino a dieci anni fa non conosceva nessuno, adesso è una realtà nota in tutto il mondo. Questo è uno degli scopi principali di Sea Shepherd; quando se ne parla c’è la possibilità che le cose cambino”.

In che modo Sea Shepherd interviene per fermare le azioni illegali che combatte?
“C’è una cosa fondamentale che ci tengo a dire. Durante tutte le azioni fatte da Sea Shepherd nessuna persona, anche se agiva nell’illegalità, è stata danneggiata. Le persone di Sea Shepherd sono state danneggiate invece. I Giapponesi hanno tagliato in due una nostra nave, il trimarano da ricognizione. Le persone a bordo hanno rischiato di morire. Le campagne di Sea Shepherd non hanno mai fatto del male a nessuno, non solo, aggiungo questo, l’anno scorso, durante l’operazione che si chiamava “Operation Icefish”, che intendeva ricercare sei navi che sono nella lista porpora dell’Interpol, la lista dei reati ambientali, c’è stato il più lungo inseguimento della storia della marina. Quattro mesi di inseguimento. Il comandante di questa nave alla fine, vedendo che non riusciva a seminare la nave di Sea Shepherd, ha deliberatamente affondato la sua imbarcazione, lasciando l’equipaggio alla mercé di quello che stava accadendo. L’equipaggio di quella nave è stato raccolto da Sea Shepherd; sono stati ospitati sulla nostra nave, sono stati portati nel primo Paese. Si è poi scoperto un traffico di esseri umani sfruttati sopra queste barche davvero indecente. Dove c’è poco rispetto per la vita, c’è poco rispetto per la vita in generale. Di navi Sea Shepherd ne ha fermate tre su sei. Quest’anno torna a cercare le altre tre e le troverà e le fermerà, non c’è dubbio su questo. Se si vuole le cose si fanno”.


Per te invece che cosa significa questa battaglia?
“Significa tantissimo. Io ho avuto occasione quest’anno per la prima volta di vedere le balene dal vivo. Sono andato alle Azzorre, che è un posto fantastico. E’ stata un’esperienza bellissima. Noi viviamo in un pianeta che è stupendo, non ti nascondo che a volte nel vedere certi paesaggi mi commuovo. Il fatto che io mi senta ospite su questo pianeta e rispetti tutto quello che ho attorno è la lezione che ho imparato ed è anche la cosa che mi fa star meglio. D’altro canto c’è sempre una sofferenza pesante nel vedere quando qualcuno non rispetta nulla, la caccia alle balene è un esempio estremo, ma ci sono tante altre cose. L’esperienza di Sea Shepherd mi ha dato la possibilità di rendere concrete queste sensazioni. Fare qualcosa. Avvicinare sempre di più quello che fai a quello che sei è una sensazione indescrivibile. Ti senti centrato, è come se viaggiassi su un binario finalmente. Non so se io cambierò le cose, non è quello che mi interessa, so però che sto facendo il massimo per fare in modo che le cose possano cambiare”.

Cosa c’è adesso nell’agenda di Sea Sheperd?
“Sea Shepherd, oltre alla campagna “Ultimate Justice”, per cui porterà i balenieri giapponesi in tribunale, per mettere fine definitivamente alla loro caccia alle balene e ai loro piani di ricerca, darà il via alla seconda tranche di “Operation Icefish”, che servirà a dare la caccia alle ultime navi ricercate rimaste. Per quanto riguarda le altre cose non siamo autorizzate a saperlo. Le campagne rimangono sempre segrete fino a quando non diventano ufficiali e vengono lanciate per partire molto in fretta. Quello che sappiamo è che l’anno prossimo entrerà in servizio la nuova nave di Sea Shepherd. Grazie a una donazione di una lotteria di otto milioni di dollari, Sea Shepherd ha potuto investire subito quei soldi nella costruzione di quella che chiamano “la nave dei sogni”. Sarà la nave più veloce mai costruita, con alimentazione ibrida, di conseguenza non inquinerà, tutta predisposta per fermare la caccia illegale. E’ meglio che i signori che fanno caccia illegale si preparino, perché arriva una bella sorpresa”.

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