domenica 24 gennaio 2016

Cosa fanno i bagnanti ai tropici


La bambina si è divertita. E anche la madre. A differenza del 6 gennaio, l'acqua di Mangily sabato 23 era meno infestata di alghe in sospensione e meno torbida. Era caldissima perché siamo nel culmine della stagione estiva. Io ho fatto un bagno di 10 minuti perché senza le pinne non riesco a nuotare molto lontano sott'acqua. Anzi, praticamente m'immergo e la presenza d'aria nei polmoni mi risospinge subito in superficie. Non è per niente divertente. Ho usato la maschera per la seconda volta, da quando sono in Madagascar, anche se il fondale sabbioso non presenta niente d'interessante da vedere. Dopo essere uscito dall'acqua, mentre ero sotto la doccia all'interno del bungalow, è arrivata Mami, moglie di Daholy, con sua figlia Lucia e altri tre figli piccoli. Insieme a Tina e a sua figlia Annika sono andate avanti ancora un'ora in ammollo, gli adulti a chiacchierare e i minori a sguazzare come bambini nella tinozza. I due maschietti, completamente nudi e circoncisi, erano i più scalmanati.



Quando Tina ha trovato una medusa galleggiante, ha detto a uno dei due di portarmela. E' difficile dire se una medusa spiaggiata sia viva o morta. Comunque, l'ho fotografata e riportata nel suo elemento, ma solo quando l'ho rimessa in acqua mi sono accorto che il dorso, maculato, era molto più bello della parte inferiore, che mi sono guardato bene dal toccare. Così, sono andato nel bungalow a recuperare la macchina fotografica, ma al mio ritorno non c'era più. Spero abbia riguadagnato il largo. Di pesci, in quei pochi minuti d'immersione vicino riva, non ne ho visti. Anni fa mi era capitato che un pesce pilota di un paio di centimetri mi si piazzasse davanti alla maschera, tutte le volte che m'immergevo, sbucando dal nulla, anche se ero a pochi metri dalla battigia. Non ci sono più i pesci pilota di una volta, purtroppo!


Gli uomini che stazionano seduti sulla sabbia, immancabilmente ci hanno proposto di fare una gita in piroga fino alla barriera corallina. Io immancabilmente rispondevo: “Maiteny mis valiko”, parlate con la mia compagna e così scaricavo la responsabilità della decisione su di lei. Uso la stessa formula magica anche con i conducenti di ciclo-poussy che si rivolgono a me, insistentemente, per offrire i loro servigi. Quando poi ho saputo che ci vogliono minimo 40 minuti per arrivare sulla barriera, ho capito che abbiamo fatto bene a declinare l'offerta. Il prezzo sarebbe stato di 30.000 ariary, meno di 10 euro e il tempo di permanenza, abbastanza elastico, di una o anche due ore, a discrezione del cliente. Se avessi avuto le pinne con me, rimaste a Codroipo, forse ci avrei fatto un pensierino. L'altezza del mare, per lo meno quando ci sono stato l'ultima volta, era intorno ai 5 metri e di cose interessanti da vedere ce n'è un'infinità.


Quando è arrivato il momento di riaccompagnare a casa Mami e la sua numerosa figliolanza, abbiamo fatto una passeggiata al villaggio di Mangily alla ricerca di bibite fresche. Dal primo bar siamo scappati subito dopo la consumazione (i miei ospiti hanno approfittato anche per mettere qualcosa sotto i denti), a causa del fatto che i bicchieri non odoravano di freschino come normalmente, ma di profumo da donna, poiché il cameriere si era da poco abbondantemente profumato e aveva contaminato i bicchieri semplicemente prendendoli in mano. Non mi era mai capitata una cosa del genere, ma penso che il ragazzo sia venuto meno alla sua deontologia professionale. Anche se lui non lo sa.




Nel bar successivo, ho scoperto un trucco che non mi sarei mai immaginato e che a quanto pare è abitualmente praticato dai bambini malgasci: inzuppare il lecca lecca nell'aranciata. O bibita affine. La cosa andava documentata, a beneficio degli antropologi attuali e dei paleontologi del futuro, ammesso che ne resti traccia. E così ho fatto. Io penso che sia un'abitudine alimentare criticabile, come ce ne sono tante in Madagascar e altrove. Del resto, già le bibite gassate hanno fra i dietologi chi le condanna recisamente. Annika, viceversa e a dispetto di antropologi e paleontologi, lo trovava delizioso.


La sua amica Lucia, di dodici anni, funge da baby sitter quando Mami non ce la fa più con la piccolina. Era seduta vicino a me nel bar dei bicchieri profumati. Così ho potuto osservarla e vedere che è davvero graziosa, anche se con i capelli raccolti lo è di meno. Mi è venuta un'idea, ma più che altro per farle un complimento e non sul serio. La fidanziamo con un vazaha tanora (straniero giovane), purché sia panarivo (ricco), dal momento che questo è il sogno di tutte le ragazze del Madagascar. Quando le ho detto che un mio amico ha tre figli maschi, uno di 13 anni, uno di 15 e uno di 18, che lei avrebbe potuto scegliere, mi ha dato la risposta che tutte le bambine dodicenni del mondo danno in questi casi: devo pensare a studiare! Ma si vedeva che era lusingata. I suoi genitori, Mami e Daholy, sarebbero stati contentissimi ma c'è un problema: essendo un'ampela di brousse – letteralmente ragazza di boscaglia - non usa internet e questo impedisce ogni forma di socializzazione a distanza. E i suoi genitori non possono permettersi spese da ricchi.


Ricchi sono anche i turisti che scelgono il nuovo hotel Solidaire, creato dalla ONG Bel Avenir e sorto dalla parte della strada che guarda verso la foresta spinosa. Ci eravamo ripromessi di visitarlo già il 6 gennaio scorso e, con tutta la comitiva, tranne i due più piccolini, abbiamo visitato per prima cosa l'esposizione dello scheletro di megattera, ricostruito pezzo per pezzo. Lucia e Annika, viceversa, si sono subito fiondate sulle altalene, mentre solo la sera a casa ho chiarito l'equivoco in cui Tina era incorsa: non si trattava dello scheletro di un ippopotamo, ma di una balena. E nemmeno di una delle più grandi. In fondo, né lei né io abbiamo mai visto dal vero né ippopotami, né balene. I prezzi delle camere sono altissimi, fuori dalla nostra portata: 100.000 ariary (28 euro) a notte, mentre a Chez Leontine & Daniel, dove eravamo alloggiati, abbiamo pagato 35.000. La gente che vuole contribuire alle iniziative umanitarie dell'associazione spagnola va lì e sa che parte del suo denaro sarà usato per opere educative a favore dei bambini malgasci. E' un modo con cui i bagnanti ai tropici possono mettersi a posto la coscienza. Ha una sua meritoria funzione, a prescindere da come saranno utilizzati gli incassi.
 

10 commenti:

  1. bella ragazzina,speriamo che qualche vazaha 50/60/70enne non la rovini...........

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    1. E' più probabile che sia lei a rovinare qualche vazaha 50/60/70enne, su istigazione dei genitori, ma non ancora. E' troppo presto.

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  2. Madagascar, terra di bellezze naturali purtroppo ultimo approdo di uomini bianchi ormai sul tramonto in cerca di donne che si accontentano con poco. Peccato.

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  3. Lo sai che Hitler voleva creare degli insediamenti "ebrei" in Madagascar?
    https://asseromaberlinotelaviv.wordpress.com/2011/10/02/quando-levacuazione-ebraica-in-madagascar-era-la-soluzione-finale-endlosung/

    A me questa cosa (a parte la drammaticità della popolazione ebraica che poi ha subito quello che ha subito insieme ad altri perseguitati) del Madagascar mi ha fotto ridere.

    Ma ci sono insediamenti di bianchi (non sporadici) in quell'Isola?

    Charly

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    1. Sapevo di quel progetto e mi è sempre sembrato una buona idea.

      Se l'avessero attuata, a quest'ora il Madagascar era uno dei paesi più ricchi della terra.

      Ci sono comunità di francesi, pakistani (da vecchia data) e di cinesi. I primi fanno i turisti e gli altri due gruppi etnici fanno girare l'economia, specie con l'import export.

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  4. In Russia invece li volevano mandare in Siberia (al gelo) l'Inghilterra in Uganda, poi i polacchi sembra che abbiano visitato il Madagascar ritenendo l'isola non adatta

    http://exodus.jimdo.com/in-terra-d-israele/

    questo scervellarsi di personalità del passato in merito alla collocazione degli "ebrei" mi ha fatto ridere.

    A meno che non sia una "bufala" voglio dire, come fanno oggi a dire che gli "ebrei" non siano stati perseguitati se esisteva addirittura un Piano Madagascar.

    IA...

    Charly

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    1. I palestinesi, qualunque decisione fosse stata presa, avrebbero gradito.

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  5. Mi domandavo, per pubblicare i commenti, bisogna dichiarare di "non essere un robot" ma si tratterà proprio di "robot" meccanici o di IA... (Intelligenza/deficienza Artificiale)?

    Charly

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    1. Ah, è per quello che ultimamente ci sono pochi commenti!

      Chiederò al mio webmaster di disattivare l'opzione.

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