Quando sento avanzare
accuse di razzismo verso chi rifiuta l'immigrazione di massa, penso
che si tratti di accuse dogmatiche, almeno per quanto mi riguarda.
Accuse che nascono nella mente di chi antepone la visione utopica di
un mondo affratellato da persone che vivono armoniosamente alla dura
realtà di un mondo basato su rapporti di forza predatori o
parassitari. Molti animalisti sono favorevoli ad accogliere africani
e arabi per la stessa ragione in base alla quale sono favorevoli ad
estendere agli animali i diritti civili che ora sono loro negati
dall'uomo tiranno. Dimenticano però, i miei colleghi animalisti, che
nella categoria dell'uomo tiranno sono compresi nel 100 % dei casi
proprio quei migranti che dall'Africa e dall'Asia si riversano nelle
nostre contrade, portandosi dietro proprio quella mentalità specista
che da sempre noi animalisti cerchiamo di contrastare.
Quando la settimana
scorsa ho visto un cinese che portava un cane al guinzaglio, in un
posto, il Madagascar, dove nessuno porta in giro cani al guinzaglio,
la prima cosa che mi è venuta in mente è che lo avesse catturato e
lo avviasse alla macellazione per usi alimentari. Tina mi ha
rassicurato dicendomi che era un cane di proprietà e lo aveva
portato a fare il bagno. Infatti, il cagnetto era bagnato e non
sembrava per nulla spaventato o recalcitrante. Se poi penso che i
cinesi migrati in Madagascar ingaggiano ragazzini del posto per
catturare farfalle, coleotteri, gechi, camaleonti e ovviamente cani,
deduco che ad essere portatori sani di quel virus di cui parlava il
signor Smith in Matrix non sono gli africani in particolare, né gli
arabi che fuggono dalle guerre, ma chiunque viva su questo pianeta
con il preciso scopo di distruggerlo. Indi per cui, agli amici
animalisti che mi accusano di razzismo e xenofobia vorrei chiedere se
sono disposti a rinunciare a quelle risicate conquiste di civiltà
che gli zoofili che ci hanno preceduto sono riusciti ad ottenere, tra
cui lo stordimento preventivo prima della macellazione vera e
propria.
Ma non solo. Sono
disposti a vedere cani presi a sassate, innaffiati con acqua bollente
e annegati dentro sacchi di juta? La foto che ne ritrae uno
all'interno di un sacco, gettato a riva dalle onde dell'Oceano
Indiano è di sabato 9 gennaio e il povero cagnetto ivi contenuto
probabilmente era stato avvelenato e poi gettato in mare da un
cretino che non sa che il mare restituisce tutto.
Episodi di questo
genere capitano anche in Italia e hanno spesso per protagonisti
mafiosi italiani o criminali slavi che organizzano combattimenti fra
cani, ma quando la notizia trapela il web s'infiamma, lo sdegno anima
anche i non animalisti e la polizia cerca di risalire ai
responsabili. Sono disposti i miei colleghi animalisti ad accettare
che nel prossimo futuro le violenze sui cani crescano di numero sul
territorio nazionale? Gli africani per istinto e gli arabi perché lo
dice il Corano, ma in entrambi i casi i cani sono odiati e la gente
li tratta di conseguenza. Io spero si possa fermare l'immigrazione
prima che sia troppo tardi, non tanto per noi ma per gli animali che
cerchiamo di difendere con risultati sempre troppo scarsi.
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RispondiEliminaConcordo. Anche se tanti potrebbero obiettare, secondo me sbagliando, che anche gli italiani sono stati emigranti e mal sopportati dagli stati ospitanti. Dico la mia.
RispondiEliminaNon si possono sommare tavoli e sedie. Se due persone sono ad un livello di "educazione" diverso non potranno coesistere pacificamente. Prima o poi verranno alle mani. È inevitabile.
L'energia elettrica viene definita "differenza di potenziale". Tra due poli differenti si crea energia. Energia che, se non convogliata ed incanalata opportunamente, è distruttiva. Come un terremoto, un uragano, un maremoto. Quando metti in contatto brutalmente i due fili della corrente si crea un corto circuito. Troppa diversità crea energia distruttiva.
È come se all'improvviso si riversassero in terza media i bambini dell'asilo (o viceversa) per fare una classe unica. Ne nascerebbe solo confusione ed entrambi i gruppi bloccherebbero il loro sviluppo.
La globalizzazione è un fenomeno stupido (che viceversa fa sempre comodo ai potenti) perché tende ad unire cose diverse. È come mettere il sale nel caffè o lo zucchero sulla pasta al sugo. È come voler unite due poli di una calamita.
Bisogna tener conto della diversità.
La globalizzazione sarebbe teoricamente possibile in un mondo senza confini, senza nazioni, e che parli magari un'unica lingua. Mentre invece il pianeta è una vera e propria torre di babele.
Solo i bisogni essenziali (fame, sete, sesso) sono in comune. Per il resto ognuno di noi è diversissimo dall'altro e solo la condivisione di determinate regole (usi costumi civiltà evoluzione) ne può consentire la pacifica e costruttiva coesistenza.
Invece siamo ancora in una giungla dove pesce grande mangia pesce piccolo.
Parimenti, a parità (più o meno) di evoluzione, non c'è cosa più bella che la fusione dei popoli e dei colori della pelle. I bambini nati da genitori di etnie e colori della pelle diversi sono spesso più belli e più sani degli altri.
Si parlava di immigrazione di massa.
Quanto sopra non si applica naturalmente a chi davvero scappa dalla guerra a cui andrebbe assicurato, in modo migliore da come avviene oggi, il diritto alla vita. Costoro tuttavia, se fossero davvero intenzionati a salvare la vita, non credo che possano lamentarsi e protestare se non trovano subito la moschea sotto casa o una buona connessione wifi. Cosa che invece avviene spesso. Quando vai al pronto soccorso non ti preoccupi se non trovi la tv a colori. Decisamente hai altri pensieri per la testa. Ciao Roberto.
Qui in Madagascar sto sperimentano ogni giorno cosa significhi la diversità: quella dei malgasci nei confronti dei bianchi e la mia nei confronti degli altri bianchi. Io sono veramente diverso da tutti e Tina non sa se ridere o piangere di questa mia diversità.
EliminaL'uomo è fondamentalmente buono se preso a piccole dosi, ma qui, in Europa, stiamo parlando di una vera e propria invasione.
Noi, la pancia che riceve tanto....."cibo", prima o poi faremo indigestione.
l'essere umano libero....ha nel suo dna la tolleranza,l'accoglienza,ecc.è il contesto sociale che crea gabbie mentali,paure,ecc.che sono sempre state sapientemente utilizzate dall'elite contro i popoli stessi.
RispondiEliminanel giorno di natale (non ricordo di preciso)nella prima G.M.i soldati nelle trincee avversarie si ritrovarono tutti a fraternizzare e festeggiare...quando gli alti comandi lo seppero fecero in modo che la cosa non si ripetesse...
questo è l'essere umano,il male o il bene,bianco e nero.
siamo tutti condizionati a vari stati e tutti a nostra volta concorriamo al continuo di questo stato di cose,anche con i nostri figli.
E' per l'ignoranza e la cattiveria che i malgasci di tanto in tanto linciano qualcuno ed è sempre per l'ignoranza che i bianchi pensano in termini di utopica fratellanza mondiale.
EliminaOppure, noi che ci opponiamo all'invasione, è per ignoranza che c'immaginiamo i mostri anche dove non ci sono.
Per ora, la cronaca ci dà motivo di immaginare il peggio. E questo non c'entra né con l'ignoranza, né con la cattiveria.
I disordini a sfondo sessuale avvenuti in Germania sono lì a testimoniarlo.