Fonte: La Stampa
Ha colpito quasi
tremila bambini nell’arco di tutto il 2015, quando l’anno prima
erano stati solo 147 e nel 2013 appena venti in più: l’epidemia di
microcefalia infantile che sta investendo il Brasile non ha
precedenti, non ha data di scadenza e, nonostante i quaranta casi di
morte già confermati, non ha nemmeno cause certe. Gli esperti,
tuttavia, sospettano che la colpa possa essere la puntura delle donne
incinte da parte di una zanzara portatrice del virus zika e qui
potrebbe stare la chiave per risolvere il problema. Cugina della
Zanzara Tigre (Aedes albopictus) che abbiamo imparato a conoscere
anche in Italia (e che non si esclude possa portare la stessa
malattia), la «Aedes Aegypti» trasmette la febbre gialla, la
chikungunya e la dengue, tutte febbri malariche simili alla zika.
Questo virus, isolato per la prima volta in Uganda nel 1947, causa
generalmente disturbi minori simili a una forte influenza. Raramente
è letale, ma, a quanto pare, potrebbe provocare la microcefalia del
feto quando a contrarlo è la madre incinta.
Così, migliaia di
bambini altrimenti sani, sono invece nati con una malformazione del
cranio e del cervello, che porta entrambi a svilupparsi con
dimensioni inferiori alla media. Nonostante tutto, la maggior parte
di questi bimbi con la testa piccola non presenta alcun ritardo
mentale, sebbene una minoranza debba far fronte a gravi disturbi
neurologici o addirittura alla morte. Gli scienziati, d’altra
parte, non hanno ancora raggiunto una posizione unanime in merito
alle origini della malattia: se la zika è presente anche in molte
aree tropicali e subtropicali dell’America Latina e del Pacifico,
perché il picco di microcefalia si registra solo in Brasile? Forse,
perché il clima, la povertà e altri fattori creano nel nord del
Paese, dov’è stato situato il focolaio, condizioni ideali per
un’epidemia che altrove non ha raggiunto dimensioni analoghe. «Se
è possibile, dovreste cercare di evitare la gravidanza», ha detto
pubblicamente alle connazionali che vivono nelle aree interessate
Claudio Maierovitch, funzionario del ministero della Sanità di
Brasilia, inviato ad affrontare la crisi. Gli esperti non escludono
infatti che nei prossimi mesi i casi possano aumentare e la
prospettiva semina preoccupazione anche in vista delle prossime
Olimpiadi.
Nessun commento:
Posta un commento