Fonte: Vox News
Accusa di blasfemia: il governatore di Giakarta, di etnia cinese e unico governatore cristiano nel più popoloso Paese musulmano del mondo, andrà a processo per la risposta data in un comizio a un’accusa basata su un versetto del Corano. Dopo quasi due settimane d’inchiesta, il capo della polizia dipartimentale ha confermato la decisione, presa a maggioranza, di inviarlo davanti al giudice, con tutte le implicazioni conseguenti a partire dal divieto di viaggiare all’estero.
Basuki Tjahaja Purnama, popolarmente conosciuto con il nomignolo di “Ahok”, fu eletto governatore nel 2014, quando il governatore uscente e suo alleato, Joko Widodo, lasciò l’incarico per divenire presidente: “Questo è un Paese governato dalla legge e quindi decideranno i giudici. Se ora divengo ufficialmente un sospetto seguirò le procedure legali, che io sia innocente o no le seguirò. Ma sono convinto di essere innocente, non avevo intenzione di offendere”, ha commentato.
Il 4 novembre il Fronte dei Difensori dell’Islam organizzò una manifestazione, terminata in scontri con la polizia, chiedendo le dimissioni del governatore per aver detto che i suoi rivali politici, usando un versetto del Corano per attaccarlo, avevano deluso gli elettori. Ahok è in testa ai sondaggi per un secondo mandato, ma il processo ora compromette seriamente la corsa al seggio. Le elezioni si terranno in febbraio.
Ogni Paese ha i suoi tabù religiosi, quelli islamici processano chi ‘offende’ Allah e il Corano, in Italia si processa chi diffonde idee definite “odio razziale” offendendo la trimurti dei politicamente corretti: il negro, l’islamico e lo zingaro.
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