mercoledì 23 novembre 2016

Ogni cosa è illuminata


Ogni cosa è illuminata. Ogni cosa va al suo posto. Mi sto preparando per la Piccola Morte. Ho venduto il furgone e detto addio ai mercatini, ho sistemato le biciclette in posti sicuri, ho salutato gli amici, domani andrò a dire addio a mia madre in ospizio, anche se mia madre morì in un giorno imprecisato degli ultimi tre anni, quando una parte del suo cervello smise di funzionare causa alzheimer. Soprattutto, a darmi la sensazione che ogni cosa va al suo giusto posto è la coincidenza che mia figlia ha voluto intraprendere gli studi universitari proprio quando l’appartamento si liberava, grazie alla mia Piccola Dipartita. 


Abitando a Codroipo, l’università di Udine è più vicina rispetto a Trieste, dov'era vissuta fino adesso. In caso contrario, avrei dovuto continuare a pagare l’affitto pur vivendo fuori dall’Italia, in un paese tropicale, e questo avrebbe dimezzato di molto la mia permanenza laggiù, esaurendosi in fretta i risparmi di una vita ai quali sto attingendo. Con la figlia e la sua amica che si insedieranno a Codroipo, saranno rispettivamente la mia ex moglie italiana e i genitori dell’amica a pagare tutte le spese. Oltretutto, avendo già un po’ di pratica con il suo cane triestino, mia figlia si occuperà di Pupetta, compresa la somministrazione ogni 48 ore dei barbiturici anti epilessia. In caso contrario, la soluzione alternativa ipotizzata non avrebbe garantito questa terapia.




Qualcuno ha già commentato in proposito: “Che culo!”. Io, esotericamente, dico che le potenze angeliche, quelle stesse che da anni mi facilitano l’esistenza, hanno voluto farmi l’ennesimo regalo. Come ho già detto, ogni cosa combacia e va al suo posto. I cattolici la chiamerebbero Divina Provvidenza. Io che cattolico non sono parlo genericamente di angeli o di altre entità benevole e benefiche. Spesso mi chiedo il perché di tanta grazia. Spesso mi chiedo se tutti gli esseri umani avrebbero questa opportunità di godere della benevolenza degli Dei e sono solo io (e pochi altri) ad accorgermene. Bisognerebbe che ciascuno di noi cominciasse a farci caso. 


In questo frangente, le cose si sistemano e io mi sto mentalmente preparando alla partenza, considerato che sono arrivati 180 euro inaspettati, che m’incoraggiano e mi danno una maggiore sicurezza psicologica, andandosi ad aggiungere al resto del malloppo. L’altra sera infatti, si è presentato Massimiliano, che era già stato da me per comprare fossili e che da tre anni faceva il filo a un bell’esemplare di granchio  proveniente dalle zone fossilifere della provincia di Vicenza. Ogni volta che per strada c’incontravamo, mi chiedeva se il granchio era ancora disponibile. Ora ce l’ha. E' finalmente in suo possesso, ogni cosa va al suo posto e lui ha un bel regalo per Natale da fare a suo figlio.




Una sola cosa è andata storta: l’acquisto di una macchina fotografica digitale, reflex. Avevo preso un corpo macchina in un mercatino nell’estate scorsa. Gli obiettivi della mia vecchia analogica erano compatibili. Il venditore, un fotografo di Monfalcone che mi vendeva il suo vecchio modello, giurava che l’apparecchio era funzionante. Io, sulla fiducia, gli pagai i 70 euro che chiedeva. Alla prova dei fatti, nelle ore seguenti, mi accorsi che nessuna immagine compariva sul display dopo aver scattato la foto. Cominciò così un tira-e-molla durato fino all’altro ieri, durante il quale, dopo avergli restituito l’apparecchio guasto, sono rimasto in attesa che mi trovasse un'altra macchina fotografica. La faccenda è andata avanti quattro mesi e in Friuli abbiamo un detto: “Lis robis lungjis deventin madracs”, le cose lunghe diventano serpenti. L’idea infatti di essere stato buggerato mi mordeva. E quando non mi mordeva veniva sostituita dalla speranza che M.D.R. (queste le sue iniziali) facesse in tempo a completare la transazione lasciata in sospeso. Ci sono stati scambi di mail e di telefonate, sempre con toni pacati, ma nelle quali chiedevo che mi venissero restituiti i 70 euro, vista la sua impossibilità o incapacità di concludere l’affare. 


Mi ero alla fine rassegnato all’idea di partire con una vecchia digitale tascabile, sufficiente per i miei reportages, quando l’altro ieri arriva una sua telefonata: “Ho una buona notizia, martedì saprò se è disponibile un altro corpo macchina Nikon”, mi disse. “I tempi sono ristretti”, gli risposi, però un mio viaggio in treno fino a Monfalcone, per recuperare questa ipotetica macchina fotografica, ci stava. Martedì è passato. La telefonata di conferma non è arrivata. Io parto imperturbabilmente senza un mezzo decente per ritratte la realtà malgascia e il serpente continua a strisciare per conto suo, lasciato alla totale discrezione di una delle due parti, la parte del venditore incapace o disonesto. Poiché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, sapete cosa farò? Quando e se le mie finanze me lo consentiranno, mi comprerò una macchina fotografica reflex in Madagascar, di fabbricazione ovviamente cinese, poiché non bisogna permettere a nessuno di condizionare la propria esistenza, nemmeno a coloro che si presentano come amici con mille moine. Ogni cosa deve rimanere illuminata. Ogni cosa è illuminata comunque, perché ciò che conta è lo spirito sereno che pervade ognuno di noi.


2 commenti:

  1. Don Roberto...la conversione pare vicina ��
    Al tipo della reflex...meriterebbe essere richiamato e illuminato in tempi brevi anche lui...

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    1. Intingi un dito nell'acqua santa e finirai per credere, dice un vecchio proverbio.


      Io, comunque, credo di essere immune: sono vaccinato contro le religioni dall'età di 19 anni.

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