Ogni cosa è illuminata. Ogni cosa va al suo posto. Mi sto
preparando per la Piccola Morte. Ho venduto il furgone e detto addio
ai mercatini, ho sistemato le biciclette in posti sicuri, ho salutato
gli amici, domani andrò a dire addio a mia madre in ospizio, anche
se mia madre morì in un giorno imprecisato degli ultimi tre anni,
quando una parte del suo cervello smise di funzionare causa
alzheimer. Soprattutto, a darmi la sensazione che ogni cosa va al suo
giusto posto è la coincidenza che mia figlia ha voluto intraprendere
gli studi universitari proprio quando l’appartamento si liberava,
grazie alla mia Piccola Dipartita.
Abitando a Codroipo, l’università
di Udine è più vicina rispetto a Trieste, dov'era vissuta fino adesso. In caso contrario, avrei
dovuto continuare a pagare l’affitto pur vivendo fuori dall’Italia,
in un paese tropicale, e questo avrebbe dimezzato di molto la mia
permanenza laggiù, esaurendosi in fretta i risparmi di una vita ai
quali sto attingendo. Con la figlia e la sua amica che si
insedieranno a Codroipo, saranno rispettivamente la mia ex moglie
italiana e i genitori dell’amica a pagare tutte le spese.
Oltretutto, avendo già un po’ di pratica con il suo cane
triestino, mia figlia si occuperà di Pupetta, compresa la
somministrazione ogni 48 ore dei barbiturici anti epilessia. In caso
contrario, la soluzione alternativa ipotizzata non avrebbe garantito
questa terapia.
Qualcuno ha già commentato in proposito: “Che culo!”. Io,
esotericamente, dico che le potenze angeliche, quelle stesse che da
anni mi facilitano l’esistenza, hanno voluto farmi l’ennesimo
regalo. Come ho già detto, ogni cosa combacia e va al suo posto. I
cattolici la chiamerebbero Divina Provvidenza. Io che cattolico non
sono parlo genericamente di angeli o di altre entità benevole e
benefiche. Spesso mi chiedo il perché di tanta grazia. Spesso mi
chiedo se tutti gli esseri umani avrebbero questa opportunità di
godere della benevolenza degli Dei e sono solo io (e pochi altri) ad
accorgermene. Bisognerebbe che ciascuno di noi cominciasse a farci
caso.
In questo frangente, le cose si sistemano e io mi sto
mentalmente preparando alla partenza, considerato che sono arrivati
180 euro inaspettati, che m’incoraggiano e mi danno una maggiore
sicurezza psicologica, andandosi ad aggiungere al resto del malloppo.
L’altra sera infatti, si è presentato Massimiliano, che era già stato da me per comprare fossili e che da tre anni faceva il filo a
un bell’esemplare di granchio proveniente dalle zone fossilifere della provincia
di Vicenza. Ogni volta che per strada c’incontravamo, mi chiedeva
se il granchio era ancora disponibile. Ora ce l’ha. E' finalmente in suo possesso, ogni cosa va al suo posto e lui ha un bel
regalo per Natale da fare a suo figlio.
Una sola cosa è andata storta: l’acquisto di una macchina
fotografica digitale, reflex. Avevo preso un corpo macchina in un
mercatino nell’estate scorsa. Gli obiettivi della mia vecchia
analogica erano compatibili. Il venditore, un fotografo di Monfalcone
che mi vendeva il suo vecchio modello, giurava che l’apparecchio
era funzionante. Io, sulla fiducia, gli pagai i 70 euro che chiedeva.
Alla prova dei fatti, nelle ore seguenti, mi accorsi che nessuna
immagine compariva sul display dopo aver scattato la foto. Cominciò
così un tira-e-molla durato fino all’altro ieri, durante il quale,
dopo avergli restituito l’apparecchio guasto, sono rimasto in
attesa che mi trovasse un'altra macchina fotografica. La faccenda è
andata avanti quattro mesi e in Friuli abbiamo un detto: “Lis robis
lungjis deventin madracs”, le cose lunghe diventano serpenti.
L’idea infatti di essere stato buggerato mi mordeva. E quando non
mi mordeva veniva sostituita dalla speranza che M.D.R. (queste le sue
iniziali) facesse in tempo a completare la transazione lasciata in
sospeso. Ci sono stati scambi di mail e di telefonate, sempre con
toni pacati, ma nelle quali chiedevo che mi venissero restituiti i 70
euro, vista la sua impossibilità o incapacità di concludere
l’affare.
Mi ero alla fine rassegnato all’idea di partire con una
vecchia digitale tascabile, sufficiente per i miei reportages, quando
l’altro ieri arriva una sua telefonata: “Ho una buona notizia,
martedì saprò se è disponibile un altro corpo macchina Nikon”,
mi disse. “I tempi sono ristretti”, gli risposi, però un mio
viaggio in treno fino a Monfalcone, per recuperare questa ipotetica
macchina fotografica, ci stava. Martedì è passato. La telefonata di conferma non è arrivata. Io
parto imperturbabilmente senza un mezzo decente per ritratte la
realtà malgascia e il serpente continua a strisciare per conto suo,
lasciato alla totale discrezione di una delle due parti, la parte del
venditore incapace o disonesto. Poiché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, sapete cosa
farò? Quando e se le mie finanze me lo consentiranno, mi comprerò
una macchina fotografica reflex in Madagascar, di fabbricazione ovviamente cinese, poiché non bisogna
permettere a nessuno di condizionare la propria esistenza, nemmeno a
coloro che si presentano come amici con mille moine. Ogni cosa deve
rimanere illuminata. Ogni cosa è illuminata comunque, perché ciò
che conta è lo spirito sereno che pervade ognuno di noi.
Don Roberto...la conversione pare vicina ��
RispondiEliminaAl tipo della reflex...meriterebbe essere richiamato e illuminato in tempi brevi anche lui...
Intingi un dito nell'acqua santa e finirai per credere, dice un vecchio proverbio.
EliminaIo, comunque, credo di essere immune: sono vaccinato contro le religioni dall'età di 19 anni.