Fonte: La Stampa
Dopo una notte di altissima tensione - quando la situazione
sembrava tranquillizzarsi - è riesplosa questa mattina (giovedì) la
rivolta al Moi, l’ex villaggio olimpico occupato. I profughi sono
tornati in strada: hanno gettato cassonetti sulla via, lanciato
oggetti contro le persone che terrorizzate si sono nascoste nei
negozi costretti a chiudere. Sono intervenute in massa le forze
dell’ordine, dopo che una camionetta dell’Esercito è stata
costretta ad allontanarsi. Arrivati anche i reparti della polizia in
assetto anti-sommossa.
All’origine della guerriglia urbana ci sarebbe una sedia.
Secondo le prime ricostruzioni della Digos e all’indagine
coordinata dal pm Paolo Borgna, mercoledì sera alcuni ospiti della
struttura sono andati nel vicino bar Sweet, ritrovo dei tifosi
granata, hanno chiesto una sedia che il titolare era disposto a
regalare. Ma prima di uscire, i due hanno cercato di portare via
anche un'altra sedia e un tavolino, il che ha scatenato la reazione
di alcuni ultras che hanno deciso - a volto coperto - di andare a
«dare una lezione» ai profughi. Al momento nessuno è stato
identificato.
Indicano una bombola rossa all’ingresso delle palazzine. E
ancora i segni di una seconda esplosione tra i termosifoni
abbandonati all’entrata del seminterrato. Il giorno dopo le bombe
carta lanciate contro l’ex Moi, sono i profughi a far vedere i
segni lasciati dall’attacco. Parlano della rivalità accesa che,
negli ultimi giorni, sarebbe scoppiata tra alcuni di loro e una parte
degli ultras granata. Su questi episodi, adesso, sta cercando di far
luce anche la procura.
Quello scoppio è come un richiamo: gli alloggi occupati si
svuotano, la gente in strada. Sono tutti ragazzi di colore, del
Ghana, della Nigeria, del Camerun. Si sentono sotto attacco. E
colpiscono con violenza. Arriva un’autobotte dei vigili del fuoco,
chiamati da qualcuno che abita in zona. I pompieri fanno per
scendere, ma il camion viene circondato. Niente da fare, al Moi non
si entra. Davanti c’è una barriera umana impenetrabile, infuriata,
pronta a prendersela con chiunque.
Centinaia di occupanti dell’ex Moi, le case del villaggio
olimpico del 2006, sono scesi in strada, sradicando cartelli,
lanciando bottiglie, ribaltando cassoni dell’immondizia e urlando
contro i residenti della zona, che dicono: «Fino a ieri eravamo
soltanto stufi di questa situazione di illegalità diffusa. Adesso
abbiamo davvero paura».
Nessun commento:
Posta un commento