Testo di Paolo Sensini
Viviamo in uno spazio-tempo decisamente folle. Prima ci dicono che i "migranti arrivano per svolgere i lavori che gli italiani non vogliono più fare", e non che magari questi ultimi non sono disposti ad accettare stipendi da fame come invece un immigrato del Terzo Mondo. Poi raccontano che i "migranti servono perché ci pagheranno le pensioni", e al medesimo tempo il governo Renzi chiede una deroga da 4,6 miliardi di € all'Unione Europea, che vuol dire ulteriori tasse ai contribuenti italioti, per "l'accoglienza dei profughi". Dunque, lasciando da parte tutti gli altri aspetti del problema, non ci vuole molto a capire che la tratta degli immigrati è un buco nero che inghiotte somme gigantesche. Secondo la Fondazione Leone Moressa, gli immigrati costano infatti ogni anno il 2% della spesa pubblica, cioè circa 16,6 miliardi. A questo, se guardiamo i dati forniti da Bankitalia, vanno poi aggiunti i soldi che gli stranieri mandano nei loro Paesi che ammontano a circa 5,2 miliardi ogni anno. Dunque qual è il beneficio di queste "risorse", come ci ripetono con ossessione compulsiva i mezzi di distrazione di massa?
E infine, ciliegina sulla torta, su mandato del ministero degli Interni, i prefetti hanno iniziato a requisire le proprietà private dei cittadini per distribuire capillarmente su tutto il territorio giovanottoni africani facendo arricchire coop, mafie e onlus paragovernative. Cosa inaudita e ingiustificabile anche dopo catastrofi naturali, che pure abbiamo sotto gli occhi. Credevamo in passato di aver già visto di tutto e di più, ma i vecchi democristiani a confronto di questi sciacalli erano - si parva licet - persone rispettabili. I golpisti al governo vogliono che scorra sangue per le strade, e forse presto saranno esauditi.
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