Fonte: Leggo
C'è una sequenza genica 'aliena', certamente non di tipo umano, ancora da comprendere se virale o batterico, nelle cellule tumorali di un paziente su due, affetti da leucemia mieloide acuta, la seconda leucemia più diffusa, che si stima colpisca ogni anno in Italia oltre 2.000 persone. È una scoperta rivoluzionaria, che potrebbe aprire la strada a una 'pista microbiologica' con virus e batteri coinvolti nel meccanismo patologico della malattia, anche se è presto per prefigurare uno scenario preciso. Ed è una scoperta tutta 'made-in-Italy', che si deve alla collaborazione pluriennale fra i ricercatori dell'Università di Milano coordinati dal genetista Alessandro Beghini e gli ematologi dell'Ospedale di Niguarda diretti da Roberto Cairoli, pubblicata oggi sulla rivista Scientific Reports.
I ricercatori non parlano di 'origine infettiva' perché non è prefigurabile una trasmissione della leucemia da persona a persona. Resta da vedere come una sequenza di DNA non umano possa essere entrata in una cellula umana.
Il lavoro, completamente autofinanziato e col sostegno delle Associazioni di Volontariato (Associazione Malattie del Sangue-Milano, Como Hematology and Oncology, Como) senza fondi dal circuito farmaceutico, apre a nuovi scenari, mai ipotizzati prima, per le cure e per la comprensione dei meccanismi che portano a questa gravissima patologia oncologica che colpisce le cellule del sangue.
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