Fonte: Lifegate
In Malawi un uomo dovrà scontare 18
anni di carcere per aver ucciso una femmina di rinoceronte nero,
specie in via di estinzione. Lo scorso luglio i bracconieri
hanno ucciso una femmina adulta di rinoceronte nero (Diceros
bicornis) per
impossessarsi delle sue corna nel parco nazionale del Liwonde, la più
vasta area protetta del Malawi. Ora una corte dello stato africano ha
emesso le condanne
per i tre responsabili di questo crimine.
L’uomo che, materialmente, ha ucciso l’animale è stato
condannato a diciotto anni di carcere, mentre i suoi complici
dovranno scontare rispettivamente dieci e otto anni.
L’arresto dei
bracconieri
Raramente i colpevoli di azioni
di bracconaggio vengono
consegnati alla giusitiza. In questo caso invece i tre bracconieri
sono stati arrestati rapidamente grazie ad un’operazione congiunta
intrapresa dai corpi di polizia del Malawi e dal Dipartimento dei
parchi e della fauna selvatica del Malawi (Dnpw). Dopo aver rinvenuto
la carcassa del rinoceronte gli investigatori sono risaliti alle
corna, trovate nascoste nel negozio di proprietà di uno dei
cacciatori di frodo. Gli agenti hanno anche rinvenuto il fucile
utilizzato per abbattere il grande mammifero e le munizioni. “La
rapidità con cui i bracconieri sono stati trovati, arrestati e
condannati testimonia l’impegno del governo malawiano nel
proteggere la fauna selvatica e opporsi ad attività criminali”, ha
commentato la sentenza Craig Reid, direttore del parco nazionale di
Liwonde.
Un segnale importante
La condanna a diciotto anni di
carcere, pur essendo ben lontana dalla condanna
record di 77 anni emessa nel 2014 ai danni di un bracconiere che
aveva ucciso tre rinoceronti, potrebbe comunque fungere
da deterrente
per gli aspiranti cacciatori di frodo.
“Finalmente abbiamo un sistema giuridico che punisce seriamente
questi crimini e protegge la fauna selvatica del nostro Paese – ha
dichiarato Brighton Kumchedwa, direttore del Dipartimento dei parchi
e della fauna selvatica del Malawi – siamo orgogliosi di aver
contribuito a consegnare i colpevoli alla giustizia”.
La corsa dei rinoceronti
neri verso l’estinzione
Un tempo i rinoceronti neri
pascolavano in tutto il continente africano. Oggi la specie è
scomparsa dalla maggior parte del suo antico areale ed è classificata
come in
pericolo critico dalla
Lista rossa della Iucn (il
gradino successivo, per rendere l’idea, è l’estinzione in
natura). È inoltre inserita nell’Appendice I
della Cites (Convenzione
sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione),
il che significa che il commercio internazionale delle sue parti è
vietato. In Malawi i rinoceronti neri si estinsero alla fine degli
anni Ottanta, ma furono poi reintrodotti in seguito. Secondo le stime
attuali sopravvivrebbero in tutto il mondo meno di 5mila rinoceronti
neri (di cui si contano tre sottospecie).
Bracconaggio, crimine
contro l’umanità
Nonostante godano di protezione,
i rinoceronti sono
costantemente sotto attacco da parte dei bracconieri a causa
dell’elevato valore economico delle loro corna. Secondo i dati
dell’Interpol quello della caccia di frodo è il terzo mercato
illegale più redditizio dopo il traffico di armi e di droga. Ad
aggravare ulteriormente la situazione c’è la decisione
del Sudafrica che lo scorso marzo ha revocato il divieto nazionale
relativo alla vendita dei corni di rinoceronte. La perdita di
questi animali antichi e colossali, vestigia di un mondo ormai
scomparso, rappresenterebbe un (altro) marchio
di infamia sulla nostra specie e,
probabilmente, un motivo di biasimo da parte di coloro che verranno
dopo di noi.
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