Mea culpa!

Basta! Non posso continuare ad uccidere piccoli animali, solo per il piacere egoistico di fotografarli. Commettere errori è umano, ma perseverare nell’errore è del diavolo. L’Universo mi sta dicendo qualcosa. Mi sta dicendo che devo lasciare in pace gli animali e non trincerarmi dietro la scusa che mi piacciono e li voglio fotografare. A che scopo, poi? Io, evidentemente, non piaccio a loro e la Natura sta usando l’unica arma che ha a disposizione contro di me, per punirmi e, nel contempo, educarmi: i sensi di colpa! E’ andata così, ma non succederà più. Ieri sono andato a liberare il girino che detenevo da due mesi nel “rospario”, dentro una vaschetta di plastica con alghe e invertebrati. Il girino, catturato nella sua forma classica da tutti conosciuta, aveva completato il suo sviluppo, dotandosi di quattro zampe e facendo scomparire la coda. Sono andato dunque al fiume a liberare la piccola ranocchia e...ne ho trovata un’altra, grande il triplo della “mia” e con ancora un mozzicone di coda. Non ho potuto resistere e l’ho catturata sospingendola dentro uno dei barattoli che mi porto sempre dietro. Mi riproponevo di fotografarla stamattina e andare subito a rimetterla al suo posto, lo stesso posto dove ieri sera l’avevo presa. 

Durante la notte è morta disidratata, benché avesse, dentro il terrario, una vaschetta piena d’acqua e di alghe e nonostante durante la notte sia venuto il temporale, con il suo carico di umidità. Francamente, non me lo sarei aspettato. Appena l’ho vista, morta stecchita sul fondo del terrario, ho detto tra me: “Basta! Non posso continuare a distribuire morte ogni volta che metto le mani su piccoli animali delicati", compresi gli ortotteri che si amputano le zampe posteriori pur di sfuggire alla mia presa. Nelle ultime settimane ho accumulato troppi cadaveri nel mio curriculum ed è arrivato il momento di una svolta etica. La rana adulta, finita in qualche anfratto del rospario, che sto smantellando, l’altro girino, che era più avanti nello sviluppo di quello liberato ieri sera, anche lui sparito nel nulla, la dozzina di girini messi insieme al pesce rosso e finiti nella sua pancia. Poi, se vogliamo, possiamo contare anche una ventina di sanguinerole, morte asfissiate nei due acquari, ma che almeno erano finite sotto la mia responsabilità perché le avevo salvate dalla siccità, dato che la loro pozza si stava prosciugando. E in effetti, la maggior parte delle sanguinerole è stata salvata. Ora devo trovare altri modi per fotografare gli animali. O farlo sul posto, oppure prestare la massima attenzione durante la cattura e il trasporto, mettendoli nel terrario quel tanto che basta per fotografarli e andando immediatamente a rilasciarli. Non posso più prendermela comoda. Rimandare al giorno dopo. Non posso permettere che queste cose succedano. Il troppo amore uccide e volersi appropriare della loro immagine non è una giustificazione sufficiente. Devo stare più accorto, accidenti a me!