Testo di Alfio Scandurra
Lettera aperta agli organizzatori della corsa degli asini del comune di Porcia (PN)
"Oggi, 14 agosto '22, ho assistito alla corsa degli asini nel mio comune, Porcia, PN. Io, come amante degli asini, ho provato una profonda tristezza, non dovuta per veri e propri maltrattamenti, ma per aver assistito ad uno spettacolo anacronistico dove questi animali miti, docili per natura e amanti della tranquillità, venivano costretti ad essere cavalcati da improvvisati fantini, spinti, strattonati e invitati con urla a fare una corsa di cui non ne volevano assolutamente sapere.
Tutto ciò per cosa? Per la tradizione, dicono.
Io penso che sia giunto il momento di cambiare, mantenendo la tradizione si potrebbe fare qualcosa di educativo.
Si potrebbe trasformare il tutto in una passeggiata camminando fianco a fianco con gli asini, dove i bambini potrebbero interagire con questi meravigliosi esseri che tanto hanno da dare e insegnare, proporre la cultura della conoscenza e del rispetto che va oltre le transenne di ferro di questo pomeriggio.
Io offro la mia disponibilità e esperienza per cambiare questo stato di fatto.
Insegnamo ai nostri figli e ai giovani che esiste un altro modo di interazione con queste meravigliose creature, sono sicuro che un cambio di approccio avvicinerebbe molte più persone, sarebbe una festa vera.
Sogno un qualcosa di diverso, dove le persone, invece di sghignazzare, guardino gli asini con occhi buoni come loro guardano noi, dove il raglio dell'asino non sia motivo di derisione ma sia visto come un urlo al mondo che dice "io ci sono", di chi ha sempre subito e subire non vuole più, un urlo contro l'ingiustizia del forte contro il debole".
Grazie per l'attenzione.
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