sabato 27 agosto 2022

Siamo uomini o mosche soldato?


Fra vespe assassine, formiche legionarie, brachini bombardieri e, ora, mosche soldato, dobbiamo ringraziare gli Elohim di averci creati con una statura media di un metro e settantacinque e un peso medio di settanta chili, altrimenti, se fossimo stati alti mezzo pollice saremmo stati alla mercé della prima mantide religiosa di passaggio. E’ vero che i religiosi ci hanno sfruttato e, in alcuni casi, anche massacrato a volontà, ma almeno dalle terribili fauci degli artropodi siamo salvi, a parte il fastidio di certuni insetti molesti e le malattie portate da altri esapodi, soprattutto ditteri. Di un’altra cosa dovremmo essere grati ai nostri creatori/manipolatori: che i tirannosauri si siano estinti, sennò era una strage del povero, indifeso Homo sapiens. Ma torniamo alla nostra mosca soldato, la quale, a dispetto del nome, è inoffensiva e, benché appartenga al famigerato ordine dei ditteri, non ci reca alcun danno. Anzi! Viene usata, quando è nelle sue sei fasi di larva, come agente per la dissoluzione delle sostanze di compostaggio, dei liquami degli allevamenti intensivi e di tutte le altre quantità di deiezioni che altrimenti puzzerebbero e non sapremmo come smaltire. Negli USA stanno studiando il modo di sfruttare questa piccola mosca (non supere i due cm di lunghezza) per scopi di sostenibilità ambientale.



Io l’ho fotografata sulle foglie di vite del mio orto e sul momento mi era sembrato un vespide. Poi, l’App per il riconoscimento delle specie del cellulare si è deciso a funzionare ed è saltato fuori che il suo nome completo è: mosca soldato nera (Hermetia illucens), da non confondersi con il Gasteropodone marino rosa, di Dolittliana memoria. In tutta sincerità, non l’avevo mai vista prima d’ora e ho capito perché si trovava proprio lì, sulle foglie di vite del mio orto. Perché a pochi metri ho allestito la compostiera, con dei bancali, e dentro ci butto gli scarti di cucina e le deiezioni della mia cagnetta. Il compost sarà pronto per la prossima stagione orticola. Vedete che fotografare gli insetti porta ad un aumento della loro conoscenza? Si tratta di arricchimento culturale, per chi considera importante accrescere le proprie conoscenze sui temi della Natura, la nostra casa primordiale. Se invece, vi sembra importante seguire il campionato di calcio e mandare a memoria tutte le formazioni calcistiche degli ultimi anni, fate pure! In tal caso, non abbiamo niente da dirci, nulla da spartire. Grazie a Francesco Spizzirri per l’ottimo lavoro di elaborazione. Come sempre, un encomio al nostro...”fotografo fantasma”.

3 commenti:

  1. Anche le mosche soldato si interfacciano con la materia più vile, operatrici ecologiche ante litteram.

    Patetico lo stercoraro, volgarmente detto ruzzolame**a. Premuroso con la sua pallina di sterco che rotola amorevolmente da mane a sera. A lui sembra di avere un tesoro, simile a molti umani che sovente conducono una esistenza indegna, vuoi per le avversità ed i rovesci, vuoi per libera scelta. Spesso questi ultimi vorrebbero convincere gli altri che il loro è il comportamento giusto. Dovrebbero invece ammonire i giovani, gli inesperti. Avendo sbagliato tutto o quasi potrebbero dare buoni consigli...

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    1. Ma secondo te, è credibile che gli antichi egizi pensassero che la pallina rotolata dallo scarabeo stercorario rappresentasse il giro del sole nel cielo?

      A me sembra un'offesa all'intelligenza degli antichi egizi.

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  2. Anche a me, forse teorie alla Piero Angela, divulgatore della National Geographic, fissato, negli anni 70,sull'antico Egitto....RIP

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