La fototrappola è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita! Metto una nutria morta per attirare le volpi e mi si presenta una poiana. Metto dei pezzi di pane per attirare i caprioli e mi si presenta la lepre. Che poi, li avesse almeno apprezzati, quei pezzi di pane! Un’annusatina e via! Li ho lasciati lì dov’erano. In quattro notti di esposizione è venuta un po’ di pioggia ed erano ancora umidi. Qualcuno li mangerà. Le limacce dormono ancora, ma forse qualche scoiattolo, o gli immancabili ratti, potranno approfittarne nei prossimi giorni. Comunque, è andata bene anche così. Ci sono delle volte in cui non si presenta nessuno. Posso dire che questa lepre è fortunata, perché fra pochi giorni la caccia si chiude e, bracconieri permettendo, potrà dedicarsi a riprodurre la specie, compresi i famosi combattimenti fra maschi, fatti per contendersi le femmine. Non è per niente facile, la vita delle lepri. D’inverno devono sfuggire ai cacciatori e ai loro cani, in primavera e in estate devono sobbarcarsi le fatiche della riproduzione. In compenso, fanno una vita libera, non come i loro cugini conigli. Come dice quel proverbio? Meglio un giorno da lepre, che cento giorni da coniglio!
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