Testo di Silvia Brazzorotto
Nessun bambino nasce malvagio. La cattiveria si apprende! Gli adulti sono l'esempio. Così, se un bambino percepisce che il male è parte integrante della quotidianità non avrà problemi a farlo con chi egli ritiene al di sotto di lui. Gli animali non possono parlare. Non possono comunicare. Non possono raccontare. Possono solo subire. Quindi non ha più importanza veder uccidere un maiale o un cane, tagliare la zampa ad una rana o ad un'anatroccolo, togliere le interiora ad un pesce o ad un topolino. Quello che i bimbi apprendono rientrerà nella loro idea di "normalità". Ecco perché si dice che chi non ama gli animali non ama nemmeno le persone. Chi fa del male a creature innocenti, incapaci di difendersi non ci penserà due volte a fare del male anche agli esseri umani. Perciò se il mondo va così, perché meravigliarsi? Ognuno è a sua volta responsabile del messaggio che trasmette in questa tolleranza del male che si propaga, per la sola accettazione di un antropocentrismo senza fine.
Alba Carugo: Per informazione: nella marea di critiche mosse contro The House That Jack Built, l’ultima fatica di Lars Von Trier recentemente presentata al Festival di Cannes, si distingue una voce fuori dal coro, quella della PETA. L’organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali si è sentita in dovere di specificare con un comunicato ufficiale che tutti gli animali torturati e uccisi nel film (sì, a quanto pare il serial killer interpretato da Matt Dillon uccide senza una distinzione di specie) non sono reali. Dopo aver ricevuto numerose chiamate riguardanti una scena del film di Lars Von Trier The House That Jack Built, in cui un bambino taglia la zampa di un piccolo anatroccolo usando un paio di pinze, PETA conferma che la zampa in questione è stata creata grazie all’uso di effetti pratici in silicone uniti alla magia del cinema. Se da un lato la rappresentazione esplicita della violenza può lasciare molte persone disgustate, è anche vero che serial killer come quelli rappresentati nel film molto spesso muovono i loro primi passi torturando animali e questo rende la scena ancora più realistica e inquietante. PETA inoltre è lieta di confermare che le immagini di una tigre mostrate nel film provengono da un archivio, ulteriore prova che non c’è bisogno di usare veri animali selvatici nei film, grazie alle numerose alternative che molti cineasti hanno utilizzato nel corso degli anni.
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