venerdì 8 luglio 2022

Gli insegnamenti di una meticcia amazzonica


Testo di Fersen Byron

A causa di questa foto, mancava poco che una certa signora italiana del mondo "civilizzato" ci chiamasse bestie. Voglio dire una cosa a tutte le persone che pensano come lei. Sono cresciuta in Amazzonia, nella tribù di mia mamma, perciò chiederei ai gentili signori del primo mondo "evoluto" di riflettere sulla loro evoluzione: mangiano tutto ciò che cammina, vola e striscia e in età adulta bevono latte delle altre creature, mucche, pecore, capre, come fossero nascituri bisognosi. Le altre creature nell'età evoluta smettono con il latte, l'uomo "evoluto" continua, forse perché lo dice la pubblicità! Mah! Farei attenzione a questa "evoluzione" che odora di superiorità. Più si evolve, e più l'uomo si allontana da se stesso e dagli altri. In Amazzonia non è la normalità allattare un cucciolo di un'altra specie al seno, ma si può fare. Vi sentite schifati? Secondo voi siamo poco civilizzati ed evoluti? Pensate a cosa mangiano i vostri figli, che nemmeno voi sapete cosa state mettendo nel piatto! Nella vostra società evoluta, i bambini stanno nei vicoli a vendere droghe, in Amazzonia, stanno a fare il bagno nei fiume con i nostri delfini. Nella vostra società evoluta, gli anziani sono dentro i ricoveri, i nostri, in famiglia, come saggi consiglieri. Nella vostra società evoluta c'è il femminicidio, in Amazzonia le donne sono rispettate come madre natura. Nella vostra società evoluta, ognuno vive guardando il proprio giardino, in Amazzonia i bambini sono figli di tutti, il cibo si divide fra tutti, non esiste ambizione, egoismo e invidia.



La vostra civiltà così evoluta costruisce armi di distruzione, uno vuole prevaricare sugli altri e ciò che è peggio, stanno distruggendo quello che è di tutti: l'Amazzonia! Siete sicuri d'essere voi, quelli evoluti? E' la vostra evoluta società così avanti a spingervi a pretendere che tutti vivano come dite voi, con le vostre leggi e con intolleranza verso altri popoli e culture? Vorrei dire a questa signora italiana "evoluta" che quando l'Italia non esisteva ancora, divisa come un puzzle in tanti staterelli, i miei avi già calpestavano quelle terre e tutto ha iniziato ad andare in malora quando l'uomo bianco ha deciso di portare la sua "civiltà" distruttiva in quel mondo. La prima volta che mi sono ammalata fu quando mio padre, italiano, ci ha fatto visita, portandoci l'influenza che manco sapevo cosa fosse, eppure vivevo scalza e nuda. Sì, sono una rozza selvaggia, ma conosco la differenza tra il bene e il male, tra il giusto e lo sbagliato, mi sa che voi civilizzati abbiate perso questa capacità e valutate ogni cosa sul vostro vantaggio.


Da piccola non sapevo cosa fosse il gattino o il cagnolino, non li avevo mai visti, dividevo le mie giornate con giaguari, scimmie, bradipi e tartarughe, facevo il bagno con il Bonto, il nostro delfino rosa, mi arrampicavo con i macachi e correvo con i maiali selvatici e forse è per questo che ho un'altra concezione delle cose. Non è così stupefacente una donna che allatta un piccolo di "javali", se è capitato anche di allattare cuccioli di serpenti. Strano vero? Ma capita anche questo! Rispettate le culture che non conoscete. Non permetto a persone che conoscono l'Amazzonia soltanto attraverso la tv, di criticare un popolo che avrebbe molto da insegnare. Ancora non ho visto un indigeno trascinare un cane con la macchina, sotterrarlo vivo, ferirlo col l'acido, con petardi, impiccarlo, bruciarlo vivo con la fiamma ossidrica. Mi sa che sia questo che fa "l'uomo civilizzato”!

Pensate bene a quanto è arrivato il vostro grado di civiltà e il vostro distruttivo modo di stare al mondo!

2 commenti:

  1. Mica la signora Byron lavora sodo di fantasia, come a volte, magari ignobilmente, faccio io? Ha vissuto veramente quelle esperienze prima di aquartierarsi nelle verde Irlanda? Mah!

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    1. Io avevo capito che avesse il padre italiano e la madre india, ma ora mi sorge il sospetto che per..."padre" intendesse un missionario.

      Con un nome e cognome così non sembrerebbe di padre italiano.

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