martedì 26 luglio 2022

Un Cortippo ancora più corto


Stavo andando a predisporre la fototrappola sulla riva del fiume, e camminavo in un prato da cui saltavano via, all’impazzata, centinaia di cavallette. Ad ogni mio passo, ne schizzavano via di fra l’erba a decine ed alcune mi saltavano addosso, per poi ricadere. Facendo un lungo giro e camminando vicino alla macchia di vegetazione che delimitava il prato, per vedere se sulle foglie ci fosse qualche insetto interessante, sentii qualcosa che mi pungeva sulla schiena, ma all’inizio non ci feci caso. Solo dopo un po’ mi scrollai la camicia accorgendomi che ne era uscita una cavalletta. Data l’esperienza allucinante d’essersi trovata tra la schiena di un grosso mammifero e la sua camicia, era un po’ intronata. Così decisi di mettere mano all’immancabile barattolino. E ve la feci entrare. Non so se fu in quel momento, o durante il trasporto fino a casa, ma la Chorthippus brunneus perse una zampa posteriore. Quando la posi nel terrario, unica occupante, c’era lei e il suo arto saltatorio, separati in casa. Perché succede questo? Mi era già capitato un anno fa con un grillo. E’ per caso il famoso fenomeno dell’autotomìa, che riguarda anche orbettini e lucertole, limitatamente alla coda? Il Cortippo era stato abbastanza sfortunato, nella sua fuga rocambolesca, da entrarmi tra capo e collo e finirmi sulla schiena.


Se tutte le volte che catturo un ortottero deve finire così, eviterò d’ora in poi di catturare ortotteri. A meno che non si tratti di procurare cibo a una mantide, cosa che è ancora di là da venire. In quel caso, per la tigre degli insetti, mangiare una cavalletta intera o senza una zampa, fa lo stesso. E non avrei troppi sensi di colpa, perché quello prevedono le spietate leggi della natura. Ma ridurre ad un invalido un insetto che non mi ha fatto niente di male, mi crea qualche scrupolo di coscienza e preferisco evitare. Fatte un paio di foto, il Cortippo, da me reso più corto, ha riguadagnato la libertà, tornando non nello stesso posto, dove sembrerebbe già esserci grande affollamento di Cortippi, ma nel mio orto, ricco di erbe ed erbette di cui potrà pascersi, sempre che la menomazione (autoindotta?) non lo porti a morte in breve tempo. Stavolta, non ho chiesto all’amico Francesco di elaborare le foto, in parte perché il soggetto è banale e in parte perché non è una storia, tutto sommato, di cui andar troppo fieri.

6 commenti:

  1. Ma ci sono ancora i fiumi in FVG? Da noi il Mugnone, il Terzolle, la Greve, l'Ema, l'Affrico, fiumi secondari di Firenze non esistono più. Una ecatombe di pesci, crostacei, anatroccoli eccetera. Resiste il fiume Arno perché alimentato, fino a quando non si sa, dalla diga di Bilancino in Mugello. Un disastro. Come i canali di Padova.

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    1. Io vivo nella zona delle Risorgive, non vedo cambiamenti radicali nella portata delle acque e non so cosa stia succedendo in Toscana.

      Vedo inoltre che i cannoni spara-acqua dei contadini, che irrigano mais e soia, lavorano a pieno regime giorno e notte. Leggo anche le locandine presso le edicole, che parlano di siccità, ma poi guidando in macchina vedo che l'irrigazione dei campi procede normalmente come negli anni scorsi.

      La domanda che mi pongo è: fin dove arriva lo zampino della cricca massonica nel portare avanti la narrazione ufficiale?

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  2. A voi sarebbe convenuto restar con Cecco Beppe. Detto senza ironia.

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    1. I nostri nonni, ma forse sarebbe meglio dire i nostri bisnonni, parlavano bene di Francesco Giuseppe e non furono molto contenti quando nel 1866 arrivarono i piemontesi.

      Per molto tempo, mi sentivo orgoglioso di vivere in una regione dove era palpabile il cosiddetto efficientismo asburgico, ma da qualche tempo in qua, mi sembra che le cose si siano sbracate e che anche in Friuli prevalga la rallentante burocrazia, in contrapposizione alla dinamicità dei procedimenti amministrativi.

      A chi devo attribuire la colpa?

      Ai meridionali, che occupano tutti i posti da mezze maniche?

      Non credo!

      Sono andato in municipio a rinnovare la carta d'identità. Quella nuova mi sarebbe stata consegnata sul momento.

      L'impiegata ha avuto la bella idea di telefonare alla questura di Udine, perché sul retro di quella vecchia c'era scritto: "Non valida per l'estero".

      Alla questura le hanno risposto che ho multe da pagare e finché non le pago niente carta d'identità.

      O meglio, il Comune me la rilascia, quella nuova, ma con la stessa dicitura.

      Io mi sono rifiutato di farmi discriminare.

      Non ho debiti con la giustizia, ma solo multe amministrative.

      Che se la tengano!

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  3. @Mauro b.,
    quello che Tu scrivi su Checco Beppe è molto vero, quelli delle generazioni passate compreso la mia, sono nella stragrande maggioranza nostalgici, di quella perfetta macchina socio-politica-amministrativa, che è stato il grande Impero Asburgico, composto dalla ricca e acculturata mittel europa;

    infatti basta vedere in generale l' organizzazione nell' Alto Adige=Sud TIROL, con quelle del Centro e Sud ITALIA compreso le ISOLE, credetemi NON c' è paragone tanta è la differenza e la QUALITA' della VITA;

    ricordo anche che il NORD ITALIA ha avuto origine dai CELTI, che al pari dei NATIVI AMERICANI vivevano in SIMBIOSI, con MADRE TERRA e con la NATURA, la prima nostra CASA comune la seconda FONTE di VITA,
    bei e gloriosi TEMPI quelli dove i VALORI fondanti, segnavano lo scadere delle STAGIONI!!!

    SDEI/Sergio

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    1. Citazione:

      "l' organizzazione nell' Alto Adige=Sud TIROL"



      Peccato che nei nostri confronti siano degli odiosi razzisti. Con la puzza sotto il naso.

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