martedì 10 giugno 2014

In una cultura parallela erano esseri sacri

 

Pioveva, camminammo su e giù per le colline al buio finché giungemmo ad una piccola capanna con una porta rossa e con sopra un cartello rotondo di legno con la scritta: “Ossario per animali vittime della strada".
La costruzione era ispirata a un saggio di Barry Lopez nel quale egli suggerisce che la gente deve mostrare rispetto verso le vite degli animali uccisi sulle strade e autostrade. (“Non puoi mai sapere,” scriveva Lopez, “quelli a cui dai una dignitosa sepoltura, a cui chiedi in qualche modo scusa, in una cultura parallela avrebbero potuto essere degli esseri sacri”.  “E’ un atto di rispetto, una dimostrazione di autocoscienza”).  La capanna era angusta e lugubre, decorata con le ossa di piccoli animali chiusi in contenitori in vetro illuminati.  Una melodia da brivido si diffondeva da un iPod. Si superava una tenda, ci si sedeva e ci si metteva una maschera di cartapesta che raffigurava un tasso. Dritto di fronte a noi, seduta dietro una finestra aperta nella parete scura, c’era un’altra persona – un volontario – che indossava anche lui una maschera da tasso. Questi sedeva silenzioso e immobile, tranne quando ripeteva esattamente ogni movimento che noi facevamo, finché, mossi dalla stanchezza, dall’emozione, dalla soddisfazione o dal disagio, si usciva.

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