Fonte:
Complottisti
C’è
una gran voglia di menare le mani nell’Europa dell’Est. Qualche
giorno fa, da Varsavia, l’inviata de La
Stampa,
non aveva dubbi: “Siamo a un passo dalla guerra“.
Chi? Noi e la Russia, ovviamente. Probabile. Anzi, probabilissimo,
stando a quando scrive il quotidiano torinese. Ma c’è chi si
spinge più in là, come
Sir Richard Shirreff, ex generale della Nato, che dice:
“Rischiamo una guerra
nucleare con la Russia
se, entro un anno, non aumenteremo le nostre capacità di difesa nei
Paesi Baltici”. L’ex generale ha scritto un libro,
intitolato 2017.
Guerra con la Russia,
in cui ipotizza un conflitto tra le potenze occidentali e Vladimir
Putin.
Ma più interessante del titolo è il sottotitolo: “Un
avvertimento urgente da un vecchio comandante militare”. Un
invito, più che un avvertimento, verrebbe da dire.
Il
rischio di un conflitto è alto e le prove molte: gli Iskander
puntati verso l’Europa (sì, ci sono davvero, ma perché non
ricordare anche i missili Nato verso la Russia); i caccia russi che
affiancano quelli polacchi e le continue esercitazioni militari russe
al confine con le repubbliche baltiche e, dall’altro lato, le
esercitazione Nato ai confini russi. Tutto vero. Tutto tragicamente
reale. È un gioco di muscoli: la Nato fa un’esercitazione per far
vedere quanto è forte e Mosca ribatte con forza uguale e contraria.
E viceversa. Stando
ai resoconti della Nato, Putin sarebbe il nuovo Hitler che punta a
mangiarsi la Polonia. “Abbiamo avuto la Cecenia, la Georgia e
l’Ucraina: cosa aspettiamo ancora?”, si chiede il ministro degli
Esteri polacco Witold Waszczykowski. Parole simili sono usate anche
da Sir Richard Shirreff, quasi che tutti recitassero un unico
copione: “Dobbiamo giudicare il presidente Putin per le sue azioni
e non per le sue parole. Ha invaso la Georgia, ha invaso la Crimea e
l’Ucraina. Ha usato la forza e l’ha fatta franca”.
Dubbi
leciti. Ma per rimanere alla cronaca, l’intervento in Ucraina
rappresenta una risposta russa ad un’avanzata occidentale: in pochi
ormai credono nella storia della rivolta spontanea. Maidan
fu organizzata a tavolino, così come la “rivoluzione
delle rose” in Georgia.
Verrebbe da dire che la voglia di menar le mani venga da un’unica
parte. Quella che, almeno per ora, è la “parte giusta della
Storia”.
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