domenica 19 giugno 2016

Ciarlatani pericolosi o industrie criminali?




Le ricerche sull’autismo aggiungono un altro tassello al loro puzzle, grazie all’impegno di una biochimica americano della BayArea che pensa di aver trovato una “sorta di responsabile”, per questo problema, nel glutammato.
Il glutammato è:
  • un composto chimico solitamente associato al cibo cinese
  • si trova nel 5% degli alimenti, ma è menzionato sulle etichette solo nell’1% dei casi
Per fare qualche esempio questa sostanza si trova:
  • nelle proteine della soia, del siero di latte, amido di mais e molto altro.
  • dà anche sapore e aroma alle pietanze. 

     
Secondo quanto sostenuto da Katherine Reid, con una figlia di sette anni, che verso i due ha cominciato a mostrare i primi segnali di autismo:
  • molti problemi neurologici, come anche l’autismo, sono dovuti a un disequilibrio nell’assunzione di glutammato.
Tutto risiede nell’equilibrio“, ha spiegato la Reid “perché nel nostro corpo abbiamo ricettori per il glutammato, ma tutto dipende dalla dose ingerita”.
Il San Francisco Chronicle ha provato ad attaccare la Reid sostenendo che non ci sono fondamenti scientifici per suffragare tale ipotesi. Katherine Reid però si è data da fare. Quando alla sua bimba, Brooke, è stato diagnosticato un moderato livello di autismo, la donna ha cominciato a cercare opzioni per una dieta alternativa.
La Reid dunque ha:
  • eliminato latticini e glutine, inizialmente
  • il glutammato poi.
Secondo la biochimica il glutammato che è molto importante per l’apprendimento, ma se assunto in eccesso può interferire con le funzioni neurali.
Da quel momento la situazione della piccola Brooke è molto migliorata:
  • nel linguaggio, nella comunicazione in generale, nella socializzaione
  • il comportamento ossessivo è scomparso. 
     
Katherine Reid ha anche un’associazione no profit Unblind My Mind tramite la quale è stato effettuato un test su 75 bambini e il risultato è stato che su 75, ben 74  bimbi, grazie al nuovo tipo di dieta, hanno mostrato segni di miglioramento.
Al di là del suo caso personale, la biochimica ritiene che dovremmo pensare all’organismo umano come un ecosistema con milioni di organismi che concorrono al mantenimento della sua salute, ma che allo stesso tempo possono trasformarsi in agenti patogeni.
Naturalmente questa nuova teoria dovrà essere tenuta in serie considerazione da medici e scienziati che studiano l’autismo.
E voi ne eravate al corrente?

Nessun commento:

Posta un commento