Mangiamo e beviamo perché domani moriamo, dice un vecchio adagio.
E, se non lo dice, vuol dire che l’ho inventato io in questo
momento. Di fatto, oggi è il mio compleanno, giorno topico di
riflessioni, ma non ho intenzione di morire. Non oggi. Il vino
aperitivo “Maroparasy, che letteralmente significa “molte pulci”,
l’ho aperto ieri. Tanto è solo un aperitivo. E sono l’unico
in….famiglia a berlo. Viene dalla stessa vigna di quello bianco,
per la Messa, che ho regalato pochi giorni fa a suor Clemenza e,
tanto per cambiare, la vigna è di proprietà di un cinese. L’idea
era di passare da Giancarlo, del ristorante “Le jardin”,
prenotare una torta con sopra un riccio e un topo, commestibili,
dello stesso genere di quella che ci fece sei anni fa per il nostro
matrimonio, a sorpresa, perché Tina aveva chiesto la coppia classica
con l’omino vestito di nero e la sposa di bianco, ma Giancarlo
volle improvvisare. La sorpresa fu gradita, comunque. Poi ho cambiato
idea. Una lite notturna tra me e Tina me l’ha fatta cambiare:
niente feste finché non imparerà a rispettarmi: non sono solo una
banca da utilizzare a proprio piacimento. E se non l’ha imparato in
dieci anni, non credo che lo imparerà mai. Kant: “Tratta gli altri
come fini e non come mezzi”. Ma Tina non conosce Kant. E allora,
oggi niente torta, niente bambini, niente festa, niente aranciate, ma
solo “composé”: patate, erbette rosse in un’amalgama di
maionese.
Ebbene sì, in Madagascar sono tornato vegetariano. Io e Tina ci
siamo riconciliati e lei me la preparerà volentieri, con il mio
aiuto. Nei dettagli della litigata non entro, perché tanto so che i
miei detrattori si schiereranno dalla sua parte, vittima innocente di
un bruto, e i miei simpatizzanti dalla mia, maschio bianco incompreso
e sfruttato. E magari “in medio stat virtus” e avrebbero ragione
entrambi gli schieramenti. Di fatto, Tina sa essere servizievole e se
c’è da scendere dal taxi brousse, fuori da Ambalavao, per
attraversare la strada e comprare il vino, lo fa, come si vede in
foto. Lì anni fa avevamo comprato del mosto ed era semplicemente
inebriante. Forse eravamo capitati durante la stagione della
vendemmia. Siccome le stagioni al tropico del Capricorno sono
invertite rispetto alle nostre, ho qualche difficoltà col
calendario. Lì, vicino a quei chioschi, vendemmia o non vendemmia,
ci sarebbe da piantare le tende. E ci si ritroverebbe in paradiso. Mi
dispiace per gli amici astemi che non possono capire. Come posso
descrivere il vino aperitivo di Fianarantsoa? Aspro, come gli
altipiani del Madagascar, e dolce, come il sole caldo dei tropici,
nello stesso momento. Una cosa mai provata in Italia. Ma io non sono
un sommelier e potrei dire solo stupidaggini.
Subito dopo la nostra partenza dalla gare routiere di Fianarantsoa
abbiamo visto in faccia la morte. Sarà per questo che l’articolo
odierno è dedicato al Dio Bacco? L’ho vista anche se stavo in
terza fila e non davanti, al fianco dell’autista come normalmente.
Ed aveva la sembianze di un grosso fuoristrada che ci veniva incontro
sulla RN7. Josef poi si è scusato dicendo che aveva fatto i fari,
cioè gli aveva segnalato l’intenzione di superare il lungo camion
a rimorchio, ma se il 4 x 4 non avesse frenato, il sorpasso si
sarebbe tramutato in uno scontro frontale. Quante maledizioni deve
avergli mandato, a Josef, il conducente del fuoristrada! E anche noi
passeggeri non eravamo per niente entusiasti della sua manovra
azzardata. L’anziano francese che sedeva al suo fianco, con una
ragazza malgascia in mezzo, gli ha anche messo le mani addosso. Io,
dalla terza fila, parteggiavo per lui, benché Josef, un ragazzo che
in altre occasioni ci era risultato simpatico, sembrava veloce e
abile nella guida. Poi, basta una cazzata, e 25 passeggeri di cui sei
responsabile, vanno al Creatore insieme a te. E solo per la fretta di
sorpassare un lento camion a rimorchio, sulle strade tortuose degli
altipiani.
Nei minuti seguenti, mentre sbollivano le lamentele dei
passeggeri, soprattutto quelle dei 4 francesi anziani che viaggiavano
con noi, mi sono soffermato a immaginare cosa succede negli scontri
frontali. So che le velocità si sommano: 100 Km all’ora più 100
Km all’ora. Totale 200 Km all’ora. Ma basta anche meno per
ottenere l’effetto lasagna. O tiramisù. Uno strato di carne e uno
di sedili, uno di corpi e uno di poltroncine. La coppia anziana di
francesi davanti a me sarebbe finita su Josef, che avrebbe sfondato
il parabrezza e abbracciato il conducente del 4 x 4, io sarei finito
sull’anziana francese, Tina su suo marito, i majottiani (abitanti
dell’isola di Majotte) che sedevano dietro di noi, belli grossi,
neri e dai nasi camusi, sarebbero venuti sopra di noi. E via fino
all’ultima fila. E pensare che a me non piace nemmeno dare baci
alla gente e mi limito alle strette di mano. La morte è troppo
confidenziale. Si prende troppe libertà e non tiene conto della
distanza prossemica.
Alla fine, l’ira dei francesi verso Josef, una volta scampato il
pericolo, si è dissipata. L’atmosfera che è subentrata era quella
dei sopravvissuti, un’euforia irrazionale. Forse qualche malgascio
ha pregato in silenzio il suo Dio per essere ancora vivo. Io
beneficiavo degli effetti della pastiglia di Nautamine, presa alla
partenza. Niente nausea. E’ per questo che preferisco viaggiare sul
posto davanti, ma tante volte ci sono malintesi durante le
prenotazioni telefoniche e mi tocca viaggiare dietro, con il
sacchetto in mano, specie sugli altipiani. Per fortuna, la Nautamine
fa bene il suo lavoro, ma non mi piace ingerire sostanze chimiche,
benché benefiche. Se la meta è il viaggio, io vivevo il Madagascar
dalla terza fila di un grosso Sprinter Mercedes. A tratti sembravamo
scolari in gita o almeno a me così sembrava, specie dopo il mancato
frontale. A Ilakaka pioveva. I cani si scansavano all’ultimo
momento. Con l’asfalto scivoloso gli pneumatici perdono aderenza,
ma Josef sembrava non curarsene. Correva veloce nonostante la
pioggia, la scarsa visibilità, i passeggeri di cattivo umore, che
chiudevano e aprivano i finestrini a seconda dell’intensità delle
precipitazioni. A Tulear abbiamo trovato il sole e la solita afa
opprimente ed era l’imbrunire quando i bagagli, dal tettuccio, ci
sono stati consegnati. Il nostro tassista di fiducia, Joselito, era
alla gare routiere ad aspettarci. Oggi è il mio compleanno.
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RispondiEliminaI commenti idioti, oltre a quelli dei Troll, di norma vengono cancellati.
Eliminabuo compleanno roberto,anche se in ritardo...
RispondiEliminamichy
Grazie Michele!
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