Testo di Mirco Mariucci
Con i tempi che corrono, avere un lavoro subordinato non significa
automaticamente essere felici. Tutt'altro. Esattamente un anno fa, mi
sono licenziato da un impiego ben pagato con un contratto a tempo
indeterminato e tutto ciò è avvenuto nel bel mezzo della più
grande crisi economica dell'ultimo secolo! Una follia? Prima di
giudicare, leggete la mia storia: vi dico soltanto che sarei pronto a
rifarlo altre mille volte, perché se non mi fossi licenziato non
avrei vissuto il periodo più bello della mia esistenza. Ma la cosa
più importante, è che se non avessi scelto di essere, e non di
esistere, non sarei mai e poi mai riuscito a ritrovare me stesso e
così non avrei neanche iniziato a vivere con pienezza la mia vita.
Che cosa significa? Cercherò di farvelo capire...
Da quando ho scelto di vivere seguendo le mie passioni più
autentiche e di dedicare tutto il mio tempo a ciò che mi piace
effettivamente fare, invece di essere uno schiavo che spreca la vita
in un'azienda obbedendo agli ordini che gli vengono impartiti per non
rischiare di essere licenziato, ho fatto più cose in un solo anno di
quante ne avrei potute realizzare in 40 di schiavitù lavorativa
trascorrendo 8-10 ore al giorno per 5-6 giorni alla settimana recluso
all'interno di un'azienda, al pari di un carcerato! Non c'è da
stupirsi: un conto è poter disporre interamente del proprio tempo,
un altro è rientrare a casa stremati dopo una lunga giornata di
attività forzose e alienanti.
In realtà non è poi così importante che un individuo riesca o
meno ad ottenere dei grandi "successi" nella vita. Non
conta niente diventare ricchi, vincere una gara, scrivere un
bestseller o raggiungere chissà quale altro obiettivo se gli sforzi
e i sacrifici che si sono compiuti per concretizzare tali risultati
hanno compromesso la propria felicità o quella di qualche altro
essere vivente. Il punto cruciale è di scegliere se vivere come uno
schiavo o come farebbe un vero essere umano. Devo ammettere che non è
stato per niente facile compiere un simile passo, anche perché nel
momento del bisogno succede una cosa assai curiosa: invece di
aiutarti, quasi tutte le persone che ti stanno vicino iniziano a
darti contro.
Tu inizi a lamentarti, a dire che non ce la fai più e che
vorresti cambiar vita, anzi vorresti perfino cambiare il mondo per
renderlo un posto migliore per tutti, perché così non ha senso
andare avanti, non ha senso sprecare l'occasione della vita per
alimentare quella che si potrebbe sinteticamente descrivere come una
follia sociale... Ed allora tutti iniziano a ridere di te, ti dicono
che sei pazzo, che devi smetterla di lamentarti perché sei
“fortunato” ad avere un posto fisso di lavoro, anche se in realtà
non è altro che una moderna forma di schiavitù legalizzata, che
forse dovresti parlare con uno strizzacervelli e prendere perfino
delle pillole per combattere l'ansia, lo stress e la depressione...
È una logica perversa: invece di agire sulle cause si trattano i
sintomi senza eliminare la malattia, e così si continua a
sopravvivere invece d'iniziare a vivere. Nessuno ti dirà mai e poi
mai la cosa più semplice del mondo, ma al tempo stesso anche la più
efficace: «guarda dentro di te, conosci te stesso, desidera la
felicità e fai quanto in tuo potere per essere felice». E così, da
quel giorno, la mia vita è cambiata drasticamente... Capisci di
essere sulla buona strada, quando al mattino ti svegli felice e non
lo sei perché hai ottenuto qualcosa, ma perché sei felice e basta.
All'improvviso le tue energie psico-fisiche aumentano, senza un
apparente motivo, non ti senti mai stanco ed hai una gran voglia di
vivere. Ti guardi intorno e ti sembra tutto straordinario, perché
riesci a cogliere la bellezza di ciò che ti circonda… Il filosofo
Friedrich Nietzsche diceva: «Diventa ciò che sei», mentre lo
psicologo Carl Gustav Jung sosteneva che: «In ultima analisi, noi
contiamo qualcosa solo in virtù dell'essenza che incarniamo e se non
la realizziamo, la vita è sprecata».
È forse questa la ricetta per la felicità?
Io penso di sì, e con la mia esperienza posso testimoniare che
quando l'essere di un individuo si allinea con la propria essenza, il
potenziale umano inizia a sprigionarsi e trasforma la realtà in un
sogno fantastico dal quale nessuno vorrebbe mai destarsi.
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaUno dei tuoi post migliori di sempre. Felice proseguimento :)
RispondiEliminaNon è farina del mio sacco, Andrea.
EliminaComunque, grazie per l'incoraggiamento: ultimamente vengono a commentare solo stupidi Troll.
Ciao.
A presto.