Nel romanzo “Il nome della rosa” c’è un frate che non ride
mai perché per lui ridere è cosa demoniaca. Nella lingua friulana
non esiste il verbo sorridere e infatti, anche oggi che i tempi di
miseria sono finiti da un pezzo, difficilmente vedrete un friulano
sorridere. E’ più facile vederlo ridere, da ubriaco. La madre
naturale di Tina, Zenizy, benché le dicessi “Homehy, homehy,
homehy”, sorridi, sorridi, sorridi, più di così non è riuscita a
sorridere, come se avesse una paralisi dei muscoli facciali. Del
resto, vive nella brousse, a Koritsiky, e nella brousse la vita è
dura, irta di privazioni. Tutte le volte che l’ho incontrata,
chiedeva aiuti alimentari perché nella brousse, tra l’altro, si
muore di fame. In questo caso, Tina le ha dato 40.000 ariary affinché
potesse comprarsi un sacco di manioca secca e pagarsi il viaggio di
ritorno in camion-brousse.
Friulani, sardi, siciliani e valdostani gente sempre imbronciata e poco incline al sorriso, ragioni storiche, sociali, di razza.
RispondiEliminaL'ambiente influenza il carattere dei popoli.
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