Testo di Giovanna Fisichella
"Ha iniziato a picchiarmi e a sbattermi la testa contro un muro. Mi ha tagliato l'orecchio con il coccio di bottiglia a metà, cioè credo fosse una bottiglia, non sono riuscita a guardare bene. Ma sentivo tutto il sangue che colava. Mi ha strappato il reggiseno e il vestito, mi ha rotto tutte le calze. Mi ha fatto anche togliere le scarpe". Un racconto da brividi, roba da far venire la pelle d'oca. Come è possibile che un simile figuro, clandestino e pluripregiudicato, fosse ancora in giro a tre passi dal locale su cui aveva buttato una molotov quattro mesi prima perché non l'avevano fatto entrare? E dopo un racconto simile - e i mille episodi di questi giorni, tra accoltellamenti e sgozzamenti - qualcuno afferma che Torino è una città sicura?
La polizia potrebbe fare qualcosa....ma ci sono i giudici rossi che fanno tana libera per tutti i criminali e sbattono in galera i poliziotti e li condannano a folli risarcimenti
RispondiEliminaI giudici rossi fanno parte del gioco.
EliminaQuello che mi preoccupa è che la gente non vede il quadro d'insieme.