Il suo sogno sarebbe di vivere in una cancelleria, specie nel reparto libri e quaderni, perché, essendo ghiotto di colla della rilegatura dei libri, vi troverebbe pane per i suoi denti. Ovvero, carboidrati e zuccheri. Il suo nome scientifico, proprio per tale ragione, è Lepisma saccharina, da non confondersi con il suo cugino Lepisma domestica. Entrambi sono sinantropi, cioè vivono a stretto contatto con l’uomo, solo che il primo è più diffuso e si concentra sui libri, e in loro mancanza sui vestiti, mentre il secondo abbisogna di un ambiente più caldo e si trova prevalentemente nelle panetterie e vicino ai forni. Entrambi appartengono alla famiglia dei Tisanuri, ma la specie Lepisma domestica può essere di mezzo centimetro più lunga dell’altra. In quanto divoratrice di colla delle rilegature dei libri, ma anche delle pagine stesse, la specie Saccharina viene considerata nociva e quindi eliminata con gli insetticidi. Quella che bazzica i forni tutt’al più finisce nell’impasto del pane.
Da bambino anch’io ero un pesciolino, ma non per essere stato immerso in ambiente acquatico per nove mesi, bensì perché a scuola, alle elementari, mi piaceva annusare la colla Coccoina, con tanto di pennellino infilato al centro del barattolo. Non ero l’unico a farlo e il pennellino infilato nel buco centrale aveva qualcosa di erotico, solo che noi non lo sapevamo. Alle medie smisi, la mia dipendenza dalla Coccoina durò quindi solo cinque anni, ma alle medie avevo già il motorino e allora cominciai ad annusare l’odore della benzina. Detto così, sembra che io sia stato un tossico-dipendente fin da giovane, ma non è vero: lo facevo solo saltuariamente.
Viceversa, quella mezza dozzina di bambini che vidi nel 2002 dalle finestre del quinto piano di un albergo di Nairobi, ciascuno con il suo sacchetto di cellophane in mano, a cui ogni tanto davano un’annusata, quelli sì erano piccoli drogati. Sapevo di loro, per averne sentito parlare, ma vederli dal vero, benché loro non mi vedessero, fa un altro effetto. Pensai che se fossi stato un missionario, una bella attività sarebbe stata quella di toglierli dalla strada, ospitarli in qualche convitto e dar loro cibo vero da mangiare, non colla da annusare, ma non era la mia strada, non era la mia vocazione e quello fu solo un pensiero fugace di una vacanza di venti giorni, in uno dei più bei paesi africani, il Kenya. Non so se anche laggiù ci sono i pesciolini d’argento, ma gli esapodi non insetti, o insetti primitivi atteri, sono ubiquitari, e quindi si trovano sicuramente anche in Africa. Non ho modo, al momento, di verificarlo.
Amarcord in technicolor, pezzo che mi riporta indietro nel tempo fra sniffatori di coccoina, di benzina bianca rettificata per smacchiare gli abiti, di benzina vera e propria, effluvi che provenivano da due distributori, uno della Caltex, l'altro della Mobil, posti non lontano da casa mia. Mitica rossa, 98/99 ottani effettivi, aroma inconfondibile, non produceva scorie alla combustione o, perlomeno, non te ne accorgevi. La coccoina era infida, sapeva di mandorle, bianca invitante come un dessert, sembra qualche tontolone l'abbia veramente assaggiata, così mi ricordo di aver sentito dire... Del resto i nostri nasi erano avidi di afrori gentili, abituati all'odore di umido nelle case mal riscaldate, il lezzo delle latrine senza anatre magiche wc, l'odore pestilenziale post lessatura del cavolo e delle brassicacee.... Anche la gomma da cancellare, bianca ed Immacolata appena comperata veniva voglia di mangiarsela, come un formaggino.
RispondiEliminaAnnusare, lappare, mangiare, masticare anche senza ingerire, e poi sorseggiare, bere trangugiare. Siamo delle tramogge ambulanti, sempre pronte ad esser rifornite, pronte a nuove esperienze, sapori. Io ti mangio, ti bevo, ti annuso, ti valuto facendoti passare attraverso la parte meno nobile del mio essere, per poi rimetterti come un rifiuto maleodorante. Fra i posti più infestati dagli spiriti inquieti le cucine, i ristoranti, cosa che non stento a credere. E dunque i ritorni, le incarnazioni servono all'anima per far nuove esperienze , oppure agli stomaci per nuove ardite scorpacciate? Mah!
Commento superlativo!
EliminaE' un piacere leggerti!
C'è in letteratura un precedente illustre: i ragazzi della Via Paal che, in classe, di nascosto dall'insegnante, graffiavano via e masticavano lo stucco delle finestre.
Non so perché mi ricordo di questo particolare.
Comunque, le annusatine alla colla e alla benzina sono state, almeno per quanto mi riguarda, episodi saltuari, non continuativi.