giovedì 12 dicembre 2024

Il volo planare della planaria


Per fortuna, l’avevo fotografata mentre era in stato di riposo, ovvero appiattita in tutta la sua piattezza, perché il giorno dopo ho fatto fatica a riconoscerla, chiedendomi se fosse lo stesso esemplare o uno di specie diversa. Dopo attenta analisi, mi sono convinto che si tratta dello stesso individuo, piuttosto mobile e dinamico, a differenza delle altre due planarie che ho scoperto fra i sassi dell’acquario. Sì, le famose planarie! Vermi piatti, o Platelminti, della classe dei Turbellari. Ma come hanno fatto ad arrivare nel mio acquario? Semplice! Sono arrivate insieme alle alghe che vi ho immesso per fornire cibo alle centinaia di chiocciole, come pure agli Asellus. Tutte le volte è così, e mi basta un semplice rampino, per portarmi a casa organismi d’acqua dolce interessantissimi, anche in questa stagione invernale. Le planarie sono usate, benché sarebbe meglio dire abusate, in molte università negli studi sulla rigenerazione. Condividono quindi lo stesso destino degli insetti stecco, anch’essi famosi per essere in grado di ricreare arti mancanti, oppure di continuare a vivere, per un certo periodo, anche decapitati. Vi sono università in cui, agli studenti di biologia del primo anno si danno planarie da fare a pezzettini, ma se il pretesto è di mostrare quanto siano bravi certi organismi a replicare le parti mancanti, qual è il messaggio subconscio che si vuole trasmettere agli studenti? Non è forse ribadire che l’uomo è padrone del Creato, benché tale termine, nelle università laiche ed evoluzioniste sia fuori posto e, contemporaneamente, soffocare ogni slancio compassionevole verso gli animali? Se qualche studente dovesse protestare o lamentarsi, ci penserebbero i colleghi di studi a metterlo in riga, denigrandolo per aver mostrato disagio in un’operazione di tipo chiaramente vivisettorio. Poi, escono dall’università e si capisce perché i laureati in scienze naturali e biologiche sono amici dei cacciatori e sempre pronti ad eradicare le specie cosiddette invasive. Termino qui questa polemica e concludo questo articolo sulle planarie. 


Sono organismi semplici, quella del video è la Dendrocoelum lacteum, che si trova nelle acque dolci, e precisamente il fiume Stella, ma vi sono tante altre specie che vivono nel mare, nonché quelle terricole che si trovano sotto gli alberi marcescenti nelle foreste. Queste ultime vivono nei paesi tropicali e possono essere di vivaci colori, mentre le nostrane sono per lo più nere, tranne la specie in oggetto, non a caso chiamata “Lacteum”. Tra quelle terricole, tropicali, c’è anche il gigante della famiglia, che può raggiungere i sessanta centimetri. La nostra, al massimo, i tre centimetri. Ha la bocca, inferiormente, nella parte anteriore, dove si vedono anche due ocelli e, ai lati della testa, una “proboscide” per lato. Da ferma, del tutto appiattita, è incredibilmente trasparente e si vedono le arterie dell’emolinfa, oltre al canale digestivo che la percorre in senso longitudinale.


2 commenti:

  1. Predatori, pescatori, parassiti, i pesci in genere sono forse i viventi più perseguitati, più uccisi in proporzione, più sottoposti a tortura. Il pescatore che esibisce la carpa di 5 kili appena pescata, tenendola per le branche aperte, non immagina o forse ignora la sofferenza che l'animale sta provando. Ergo meglio ributtarlo a fiume dopo poche stucchevoli foto oppure colpo di grazia se la preda ittica destinata al consumo.

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    1. I pesci sono una vasta categoria di prede animali.

      "Pesce grande mangia pesce piccolo".

      Metaforicamente: "Il grande supermercato mangia il piccolo droghiere".


      Sulla terra ferma, la vasta categoria di prede che può essere paragonata a quella, acquatica, dei pesci, è costituita dai roditori.

      Topi e ratti danno da mangiare a un grande stuolo di predatori. E infatti sono molto prolifici. Lo devono essere per forza!

      Anche i pesci lo sono, nelle acque, deponendo milioni di uova.

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