Le domeniche esco di casa con lo scopo primario di trovare serpenti, ma rimanendo aperto ad altre interessanti eventualità. Mi capita regolarmente di trovare dei cadaveri, vuoi perché sui rettilinei gli automobilisti corrono, senza pensare che qualche animale potrebbe sbucare all’improvviso dall’erba dei bordi, vuoi perché in natura il rapporto preda-predatore produce i suoi effetti, lasciando i resti di chi è predato e permettendo a chi preda di continuare a vivere ancora un po’, finché non sarà a sua volta predato da un predatore ancora più forte di lui. Si chiama “catena alimentare”. I morticini sono interessanti perché mettono in luce vari aspetti, a cominciare da come sono morti. Si entra nel campo delle ipotesi, a cui si può dare qualche spiegazione oppure no, ma è comunque inevitabile che, girando in mezzo alla natura, ci si ponga delle domande. Io me ne faccio continuamente.
Per esempio, come siano morti il topo campagnolo e la lucertola è chiaro, ma non è chiaro come sia morto il biacco, anche se con ogni probabilità, visto il luogo dove si trovava, sia morto di morte violenta a causa di una bastonata infertagli da un passante. Si trovava infatti all’estremità di un ponticello costituito da travi di cemento, che attraversa uno dei tanti corsi d’acqua della zona delle Risorgive. Non è stata una macchina, ma probabilmente qualcuno armato di bastone che attraversava il ponticello. E comunque, è successo da tanto, visto che i resti del biacco erano rinsecchiti e decomposti da tempo. La lucertola è morta stamattina, mentre il topo probabilmente ieri. Immagino che sia stata una morte istantanea per entrambi, cioè che non abbiano sofferto.
Poiché, oltre che cacciatore di serpenti, e becchino per piccoli animali, sono anche un ecologista, mi sono sentito in dovere d’intervenire facendo qualcosa di buono per il Pianeta. Vicino al luogo dove ho posteggiato la bici, qualche maleducato ha scaricato tre sacchi neri di immondizie, da cui, apertone uno, proveniva un odorino alquanto rivoltante. Circa due mesi fa, oltre il ponticello citato, avevano stazionato i pastori con il loro gregge di pecore, ma escludo che sia opera loro. Anche gente normale, quando gli muore qualche gallina o qualche coniglio, anziché seppellirli nell’orto, li mettono nei sacchi e li abbandonano in campagna, illegalmente. Dato l’afrore sgradevole che emanava dai sacchi, non ho voluto aprire anche gli altri due, ma in uno ho sbirciato dentro e c’era un tappetino, che avvolgeva qualcosa. Non è igienico ficcare il naso in certi posti. Ci penseranno gli operai del Comune di Varmo, a cui, una volta tornato a casa, ho mandato una mail, allegando foto e chiedendo gentilmente di provvedere al recupero. Glieli ho anche portati vicino alla strada asfaltata, così gli operai, seguendo le istruzioni da me fornite, li potranno vedere subito.
Ma non voglio finire questo articolo con cadaveri e odori rivoltanti ad essi connessi. Voglio finire con una curiosità naturalistica. Se vi chiedessi cosa sono queste buchette nella terra, cioè chi le ha fatte, sapreste rispondere? Senza fare tanto il misterioso, ve lo dico io: sono le trappole dei formicaleoni. Ogni buchetta, a forma di cono rovesciato, ha sul fondo il suo insettino. Come tutti sanno, sono predatori di formiche. Se no, non li chiamavano così. Il malcapitato imenottero, che, come tutte le formiche, non sta mai fermo e se ne va sempre in giro di qua e di là, cade dentro la buca e non ce la fa più ad uscire. O meglio, ce la farebbe anche ad uscire, se non fosse che il predatore interrato sul fondo si accorge della sua presenza e, per farla rotolare fino in basso, così da poterla agguantare, le tira piccoli frammenti di sabbia o di terriccio, per farle perdere l’equilibrio. Per poter documentare tale tipo di predazione, ci vorrebbero attrezzature particolari, come le lenti Macro, che io non ho, e soprattutto molta pazienza. Oggi dunque, niente serpenti, se si esclude il mezzo scheletro di uno di essi, ma un pensiero filosofico: il mondo è una trappola. E non solo per le formiche!
Il Comune di Varmo stamattina mi ha notificato che la mia richiesta di andare a prendere i tre sacchi di immondizie è stata protocollata.
RispondiEliminaSiamo veloci in Friuli, eh?
Adoro l'efficienza asburgica!
Dipende da chi riceve la segnalazione.
RispondiEliminaAnni fa trovai una macchina bruciata in un parcheggio e telefonai alle FF.OO, non ricordo se 113 o 112, risposta:
" Signo', è la quattordicesima telefonata che riceviamo, mo' vedremo di mandare qualcuno, stattevene calmi".
Zenzero
Nel tuo commento è implicita la risposta.
EliminaLe forze di Satanasso (come direbbe Mauro) sono composte al 99 % da...meridionali.
Altro che...efficienza asburgica!
Ecco, ho fatto di nuovo la figura del razzista!
:-(
Eh, ma certo, la risposta proveniva da uno che asburgico non era, però, caro Roberto, io sto qui da anni e posso dire senza smentita,che ANCHE fra i friulani (veri), che tu fai passare per zelanti e puntuali, ottimi lavoratori, ecc, sono invece annoverati molti fanfaroni, nullafacenti, scansafatiche, fancazzisti....dirò di più: parlando con i vecchi e gli anziani, mi si dice che dopo il terremoto del '76, la gente è cambiata, si è montata la testa, e che i friulani di una volta non ci sono più!
RispondiEliminaEd è ovvio che io conosco molto di più proprio i più giovani, infatti io personalmente, tutta 'sto charme asburgico, non lo riscontro affatto.
E non solo io...
Zenzero
Citazione:
Elimina"dopo il terremoto del '76, la gente è cambiata"
Questo l'ho sentito dire anch'io.
Tuttavia, i tempi di risposta degli uffici del Friuli sono infinitamente più veloci di quelli dei romani o dei meridionali in genere.
Non c'è partita!
Ringraziamo il Signore di essere nati in Friuli.
Tu no, ché sei ligure...