Riesco a darmi una spiegazione del perché l’uovo biancastro trovato con uno squarcio laterale e privo di contenuto sia più grande di cinque millimetri rispetto alla misura massima prevista, ma non riesco a spiegarmi perché sette uova, tutte nelle medesime condizioni, siano state oggi da me rinvenute dentro un’olla di risorgiva. Se i ratti sono i responsabili dell’atto predatorio ai danni di una covata di fagiano, perché portarle in acqua? O meglio, come ci sono finite dentro la olla? Immagino che per un ratto sia più comodo aprire l’uovo e mangiarne il contenuto stando su terreno solido e quindi non capisco perché sette di tali uova siano finite in acqua. Tra l’altro, uno simile era in un’olla lì vicino ed è stata la prima cosa che ho visto quando sono arrivato. La seconda sono state delle bellissime Calle dal sembiante esotico, con i fiori bianchi a imbuto già sfioriti, ma con gradi foglie carnose come non se ne vedono alle nostre latitudini. La spiegazione del perché queste uova siano più grandi rispetto a quelle citate nel manuale di riconoscimento, è che anche i fagiani “pronta caccia”, prima di essere liberati in natura, hanno mangiato, da giovani, quei mangimi energetici che li rendono prestanti fisicamente, loro e le loro uova, pronti per essere abbattuti dai cacciatori quando arriva la stagione.
Ogni volta che vado in campagna mi si presentano dei casi curiosi a cui non so dare spiegazione. Il bottino della giornata è stato una lepre in fuga davanti a me, le solite due poiane in volo, in circolo, ad alta quota, mentre lanciavano il loro richiamo, forse per rinforzare il legame di coppia, anche loro, come i fagiani, nidificanti in loco, poiché è già trascorso il periodo della migrazione. E infine, sulla strada del ritorno, sette aironi guardabuoi, a terra, nell’unico posto dove ci si aspetterebbe di trovarli: dentro il recinto delle mucche al pascolo. Non è la prima volta che vedo tali ardeidi nella pianura friulana, ma a Flambruzzo, in via Petrarca, ci sono alcuni allevatori che tengono cavalli, mucche e pecore all’aperto, e la presenza degli aironi guardabuoi è quindi molto pertinente. Ero in bici e quando mi sono fermato alcuni di loro si sono spostati più in là, senza però allontanarsi troppo dalle mucche. Se non mi fossi fermato non si sarebbero inquietati. La presenza di due gazze completava il quadro degli uccelli opportunisti che traggono vantaggio dalle attività umane. L’altro esempio classico sono i gabbiani che seguono i trattori mentre il campo viene arato, ma oggi non li ho visti. Gli aironi e le gazze presumo mangino gli insetti che vengono fatti fuggire dai grossi mammiferi, se non addirittura liberino questi dai ditteri parassiti che infestano normalmente il bestiame.
Prima ancora di scoprire la presenza degli aironi ero passato, attraversando un campo mietuto, vicino alla paglia raccolta e imballata in forma cilindrica dalle apposite macchine agricole, le cosiddette rotoballe, pronte per essere caricate sui carri e messe in magazzino. Serviranno come lettiera per le mucche, questa volta prigioniere nelle stalle e non fortunate come quelle di cui ho parlato finora.
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