Un vecchio amico della mia fanciullezza

Prima di liberarlo, l’ho misurato: era lungo 38 centimetri. Solo con gli orbettini si può fare, ma con i serpenti vivi è praticamente impossibile. Essere afferrati, per loro, ofidi e sauri, significa la morte, con tutti gli uccelli rapaci che ci sono (non tanti, in verità), per non parlare dei ricci. E quindi, ogni manipolazione da parte nostra è un pericolo per loro, ma con gli orbettini è diverso. Sono anche troppo pacifici e inerti. Perciò ho potuto accostargli un metro per prendergli le misure. Se avessi voluto fare un video dove lo si vedeva mangiare, avrei dovuto tenerlo in terrario più tempo, ma ho preferito liberarlo il giorno dopo, a differenza del colubro di Esculapio che ho tenuto per 48 ore. In entrambi i casi, li ho liberati nello stesso preciso posto dove era avvenuta la cattura. In entrambi i casi, avevo con me la pinza allungata, che non mi è servita e che da qualche giorno mi porto dietro, nel caso in cui dovessi incontrare una vipera. Tale eventualità sarebbe piuttosto emozionante, credo. In pericolo mi sentirei io. Ma è proprio quello il bello! Non è la prima volta che catturo un orbettino. La prima volta è capitato due anni fa e non ho dovuto fare molta strada per trovarlo, perché era nell’orto. Quel video ebbe 523 visualizzazioni, benché fosse stato fatto in modo dilettantesco, come tutti i miei video, del resto. Quest’ultimo orbettino, più lungo del primo e con la coda integra, a differenza dell’altro, è stato liberato in aperta campagna, dove le occasioni d’essere ucciso da persone ignoranti sono minori. Avrà però sempre la possibilità di litigare con un maschio suo conspecifico, correndo il rischio di perdere la coda. Non avendo dimorfismo sessuale, non posso sapere se gli orbettini che catturo appartengano all’uno o all’altro sesso. Ogni volta che libero uno dei miei ospiti mi sento più leggero: non voglio assumermi la responsabilità che soffrano per la prigionia o addirittura che muoiano per il mio capriccio di filmarli.