Testo di Davide Suraci
Oggi sugli scaffali di
un supermercato...Due prodotti "biologici" - fagioli secchi
- con denominazione italiana (cannellini e borlotti) ma rigorosamente
coltivati in Cina (osservare l'indicazione della provenienza). Se è
vero per i cinesi che tutto ciò che si può masticare è
commestibile, è anche vero che non tutto ciò che è commestibile
sia salubre. Immaginate adesso in quali lontani, insalubri e
sconosciuti terreni possono aver luogo simili coltivazioni....Il
"bello" della truffa e dell'assenza di garanzie sanitarie
raggiunge l'apice se date una sbirciatina all'imprimatur (via
libera!) offerto dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e
Forestali...Chi ci garantisce sull'assenza, in tali prodotti
"taroccati", di sostanze tossiche prese direttamente dai
terreni, dall'acqua e dell'atmosfera della Repubblica Popolare
Cinese? Moltissimi cittadini ignari comprano e consumano, insieme ai
propri figli questi prodotti senza alcuna tutela e/o informazione da
parte delle istituzioni...
Almeno e' indicata la provenienza. Il consumatore un piccolo sforzo può anche farlo!
RispondiEliminaInfatti controllare sempre la provenienza ma poi i controlli che sarebbero dovuti in cina chi li fà?
RispondiElimina@Gentili & attenti LETTORI,
RispondiEliminapersonalmente utilizzo solamente prodotti agroalimentari
BIOLOGICI locali-regionali-nazionali, qualche volta anche europei ma assolutamente evito assieme ai miei Allievi/e l' acquisto di prodotti extraeuropei !!!
MANDI
da
SDEI/SERGIO
Nella mia COOP le uvette sultanine per il muesli vengono o dalla Turchia o addirittura dal Cile.
RispondiElimina......maledetti comunisti!
anche io ho notato una invasione delle uvette dal Cile, sono giganti, a volte giallissime e si trovano dappertutto. probabilmente la maggiore resa e il minore costo del lavoro valgono il costo del trasporto. Poi sulla eticità dei prodotti coop, stendiamo un velo pietoso!
RispondiEliminaResto dell' opinione che manca cultura alimentare di massa, e che leggere quantomeno la provenienza dei prodotti sia doveroso.
Fra poco non potremo fare neanche quello!
Elimina:-(
temo anche io. però bisogna riconoscere che a volte si fanno anche passi in avanti: ho molto apprezzato il recente obbligo di specificare in etichetta il tipo di olio vegetale usato. Mai più olio di palma in casa mia!
Elimina@Francocci,
RispondiEliminami dispiace leggere il Tuo pesante giudizio sulle COOP o NON le conosci BENE come Me che ne faccio parte come Consumatore Informato,
oppure come sbagliando scrive Roberto sui "maledetti comunisti" sei prevenuto politicamente;
allora in questo caso andate pure a "ingrassare" gli azionisti delle catene agroalimentari straniere(= capitalismo) con quali garanzie(!?) poi rispetto alle ns. COOP nazionali, es. con la linea VIVI VERDE COOP(= BIO) oppure FIOR FIORE COOP(= produzioni tipiche) o meglio ancora con i prodotti della LIBERA TERRA esempio gli conosci questi ultimi !!!???
MANDI
a ri-leggerVi
SDEI/SERGIO
Non è solo il problema dei prodotti a Km zero, ma anche quello dell'ipocrisia con cui pubblicizzano la carne con slogan del tipo: "Carne prodotta con amore".
EliminaSe non è linguaggio orwelliano questo!!!
Comunque, la mia COOPCA (cooperativa carnica) di Codroipo sta fallendo, con centinaia di soci
truffati.
@Sdei, ti illustro il mio punto di vista.
Eliminaio vivo sul Lago di Como, dove la Coop non esiste, abbiamo solo qualche punto vendita Conad come riferimento, e sono sicuramente in minoranza rispetto i vari Bennet, Esselunga, Iperal ecc.. Non è quindi un sistema di distribuzione molto diffuso dalle mie parti.
Riguardo i prodotti biologici ne vedo molti di più all'Esselunga ed ultimamente anche Bennet si sta difendendo bene. (catene di GDO italiane, attenzione, non straniere).
I prezzi di Conad non sono certo convenienti.
Non prediligono il made in Italy, specie per l'ortofrutta (es. fragole sempre spagnole).
Essendo cooperative, sono agevolate fiscalmente (credo tu sia a conoscenza della polemica lanciata dal padrone di Esselunga), in sostanza pagano meno tasse rispetto ai concorrenti. Non sono prevenuto psicologicamente, osservo la realtà.
Poi, se voglio prodotti a km zero non vado certo al supermercato, ma cerco mercatini agricoli, piuttosto che vendite dirette.