Fonte: Speed24 News
Il risveglio dopo la morte è possibile? Alcuni casi avvenuti in
passato ci dicono di sì. Può succedere dopo poche ore, al massimo
dopo qualche giorno, ma mai nessuno aveva superato il limite dei 3
mesi. Questo è il periodo di tempo trascorso da un uomo nella sua
bara, ben 94 giorni passati in un totale stato di morte cerebrale,
con la cessazione totale di ogni attività vitale e l’inizio del
processo di decomposizione. Detta così sembrerebbe una delle tante
bufale presenti in rete, eppure le foto non mentono, così come le
dichiarazioni di importanti e autorevoli medici internazionali che,
venendo a sapere dell’accaduto, si sono precipitati a Lima, in
Perù, per analizzare le condizioni di salute dell’uomo (Alejandro
Tanatos, 54 anni) e per capire come sia potuto risorgere. Perché di
resurrezione stiamo parlando, non di un semplice caso di morte
apparente.
Ma facciamo un passo indietro. Tecnicamente Alejandro era morto in
seguito a un arresto cardiaco. Da molti anni soffriva di cardiopatia
ischemica e seguiva una terapia a base di acido acetilsalicilico ed
eparina. Fino a 4 mesi fa aveva risposto più che bene. Giunta la
stagione invernale nella sua città (che tra l’altro si trova a
1200 metri di altezza, nelle montagne) la sua salute ha cominciato a
peggiorare. Il suo corpo (così disse il cardiologo ai familiari) non
riusciva ad adattarsi al freddo (il freddo rallenta la circolazione,
e se un soggetto è cardiopatico può avere gravi conseguenze). A
nulla valse aumentare la dose dei farmaci, Alejandro una notte ebbe
un infarto con conseguente arresto cardiaco. Non c’era nulla da
fare, era morto. I familiari lo tennero 24 ore in casa, come da
prassi, e dopo un giorno celebrarono le esequie. Trascorsi i 94
giorni dal funerale ecco verificarsi l’impossibile. Il custode del
cimitero, come da lui stesso dichiarato, un giorno sentì dei colpi
provenienti dalla bara (ci teniamo a sottolineare che per problemi di
autorizzazioni legati al loculo, la bara non era ancora stata
tumulata). Inizialmente si spaventò così chiamò subito la polizia.
Insomma, quanto avvenuto dopo è ormai facile da intuire. Alejandro
fu portato in ospedale, e i medici dichiararono che a livello
viscerale stava bene. In altre parole, i suoi organi avevano ripreso
a funzionare. Solo esternamente il suo corpo aveva realmente subito
il processo di decomposizione, talmente tanto da farlo sembrare, come
potete ben vedere dalle foto, come se fosse improvvisamente
invecchiato di tantissimi anni. Ma come è potuto sopravvivere in
questo modo?
Secondo una prima analisi il merito è proprio del freddo, che
avrebbe conservato i processi vitali, specialmente la circolazione,
ma a questo va aggiunto un effetto latente dei farmaci, quegli stessi
farmaci che negli ultimi giorni, poco prima della morte, Alejandro
aveva preso in elevate quantità per la terapia. Va comunque
precisata una cosa. Alejandro è lucido, riesce a parlare, e in parte
può anche muoversi. Tuttavia fa queste cose con estrema difficoltà.
Inoltre ha riportato gravissimi danni agli occhi (che ormai ha perso
definitivamente) e si prospetta per lui una vita piena di affanni, né
si sa davvero se potrà sopravvivere ancora per molto tempo. Nella
sua città sono comunque tutti molto contenti, gli amici lo chiamano
”el reanimado” (il risorto, o meglio ”il redivivo”, come il
protagonista di Revenants, l’ultimo film di Leonardo di Caprio) e i
suoi familiari sono felici di riaverlo a casa. Gli scienziati stanno
anche studiando il suo caso per ricavare informazioni legate al
processo post-mortem. Magari questo fortunato episodio
(indipendentemente dalle condizioni attuali di Alejandro, ci piace
comunque dire che è stato fortunato) potrà aprire la strada per
nuove scoperte in campo medico.
Dopo la pubblicazione, utenti di Facebook mi hanno messo al corrente che si tratta di una bufala. La foto è stata scattata ad Haiti, dove c'è l'usanza di riesumare i cadaveri per coinvolgerli in alcune loro cerimonie magiche.
RispondiElimina