Al momento, non intendo mettermi in mostra

Pochi giorni fa, un anonimo mi ha accusato di essere un vile perché mando mia figlia a fare la spesa, mascherinata, poiché non ho il coraggio di farlo io personalmente. Secondo l’anonimo dovrei affrontare questa situazione stressante quasi ogni giorno per comprare il cibo al supermercato. A parte il fatto che potrei, come in realtà ho già fatto diverse volte, farmi portare la spesa a casa, preferisco al momento usufruire dei servigi di mia figlia, che mi viene incontro in questo modo come io le vengo incontro in altri modi (si chiama reciproco sostegno o cooperazione e nelle famiglie succede), piuttosto che avere a che fare con gente ignorante e cattiva, che mi rovinerebbe la giornata abbassandomi le difese immunitarie e provocandomi di conseguenza varie malattie psicosomatiche. Se qualcuno come Giancarlo Di Tiamat e la sua compagna se la sono sentita di affrontare i covidioti, tanto di cappello. Il mio encomio va a lui e a quanti si comportano come lui (e ce ne sono), ma per il momento io non me la sento. 

Preferisco stare nell’ombra e adottare strategie di sopravvivenza senza tanti clamori. Senza mettermi in mostra. La mia fedina penale è sporchissima e ciò dovrebbe almento testimoniare il fatto che non mi spaventa commettere reati e nemmeno finire in prigione, se lo considero necessario per una buona causa. E questa, delle farlocche imposizioni del governo, una buona causa lo è. Al momento, tiro avanti così, pur sentendomi limitato nelle mie libertà, ma se la situazione dovesse peggiorare, per esempio con l’obbligo dell’esibizione del certificato di vaccinazione per entrare nei supermercati, state certi che anche le mie strategie cambieranno, anche facendo ricorso a reazioni violente, sulle cose, ma mai sulle persone. Come del resto è sempre stato nella filosofia di A.L.F. Poi l’anonimo forse sarà contento. O più probabilmente troverà altri appigli a cui aggrapparsi pur di criticarmi.