Quando il servizievole inconscio ti dà una mano

Lui ha fatto il suo lavoro. E, per lui, intendo l’inconscio. Io non so bene come ragioni, potrebbe dire la Ragione, cioè potrei dire io. Ma siccome lui ha la forza di colpirmi nel fisico, facendosi sentire, facendomi male, io mi sento piuttosto intimidito. So che è più forte di me e mi guardo bene dal mancargli di rispetto. Viene a visitarmi ogni giorno, a tutte le ore, in piena notte, alle prime luci dell’alba e pure durante la siesta pomeridiana. Insomma, basta che mi appisoli un po’ e lui mi manda scene allucinanti, visioni irreali, situazioni grottesche, personaggi misteriosi. A volte anche mia madre defunta. Insomma, con l’inconscio c’è poco da scherzare ed è inutile cercare di fregarlo, perché è sempre lui, alla fine, che ti frega. Ma qualche volta, mi dà l’impressione di essere un gigante buono e obbediente. Una specie di mostro di Frankenstein. Basta saperlo prendere. Basta prenderlo per il verso giusto. E allora diventa docile. Se mi metto in testa che giocare a golf mi diverte, lui mi fa passare il mal di schiena e io riprendo a deambulare senza problemi. Ma come faccio a mettermi in testa che giocare a golf mi piace se non ho mai giocato a golf prima d’ora? Ora lo so, e si può giocare anche senza buche. Massimo mi ha invitato ad andare in barca. Dovrò prima chiedere al mio inconscio se è d’accordo. Che dite, mi porto le pastiglie per il mal di mare?