mercoledì 23 settembre 2015

Al consumatore non far sapere quanto è buono il pesticida con le pere



Sull’argomento pesticidi la Provincia di Trento non ha la coscienza pulita e ha molto da nascondere. I dati sull’incidenza tumorale nelle zone di agricoltura intensiva che avevamo richiesto ci sono stati negati. Dai vertici provinciali piovono rassicurazioni, ma la situazione attuale in Trentino legata all’uso dei prodotti fitosanitari disegna un quadro preoccupante. Un mese fa è stato autorizzato in deroga in bassa Vallagarina l’uso del Clorpirifos, un pesticida di cui da anni è nota la pericolosità. E intanto gli assessori Dallapiccola, Gilmozzi e Zeni continuano a parlare di agricoltura sostenibile. Mentre sulla stampa e nell’opinione pubblica cresce l’attenzione al problema dell’elevato uso dei pesticidi in Trentino, come portavoce locali del Movimento 5 Stelle abbiamo denunciato l’indifferenza dei vertici provinciali che, sollecitati in questi mesi dalle nostre interrogazioni e mozioni, non hanno fatto altro che nascondersi dietro risposte elusive o falsamente rassicuranti.



La nostra denuncia parte dalla constatazione più grave: la richiesta di accesso ai dati relativi ai casi di tumore per singolo comune, inoltrata dal consigliere provinciale Filippo Degasperi al Dipartimento salute e solidarietà sociale e quindi all’Apss, è stata respinta. Stiamo parlando di rischi reali, documentati da ampia e autorevole letteratura scientifica, che mettono in relazione il cancro e altre malattie legate al sistema endocrino, con l’esposizione ai pesticidi. E la Provincia, come sempre, tace. Ma negare il problema non ci pare certo una soluzione. La popolazione – soprattutto quella che risiede in aree di agricoltura intensiva – è spaventata e preoccupata.

La Provincia ha glissato anche sul glifosato, diserbante definito un “probabile cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione, il cui uso nelle campagne e sulle strade trentine è stato denunciato dal Movimento 5 Stelle del Trentino con due interrogazioni e una mozione. L’uso del glifosato ci è stato confermato dall’assessore Gilmozzi, il quale ha spiegato che il diserbante viene utilizzato “perlopiù all’inizio della stagione”, “soltanto in via residuale”, solo quando non si prevede pioggia e lontano da specchi d’acqua. Una risposta che non ci ha per nulla rassicurati, in quanto non esclude l’impiego lungo tutto l’arco dell’anno e nemmeno il rischio di contaminazione di fonti e corsi d’acqua. Da parte del Governo provinciale manca del tutto la volontà di risolvere il problema. E questo lascia nella preoccupazione e nello sconcerto. I rischi collegati all’uso intensivo di queste sostanze non possono più essere taciuti.

10 commenti:

  1. Non molti ne sono al corrente, anzi direi pochi: i cibi che maggiormente contengono pesticidi e inquinanti in generale sono carne e soprattutto derivati animali, a causa dei fenomeni chiamati bioaccumulo e biomagnificazione.
    Di solito, nell'immaginario collettivo, sono la frutta e la verdura ad essere impestate di questi veleni. Non che sia una bugia, anzi specialmente diversi tipi di frutta e verdura sono irrorati pesantemente, ma il fatto è che se i vegetali contengono una certa quantità di pesticidi, carne e derivati animali ne contengono in misura nettamente maggiore, pare anche fino a 15 volte tanto, sempre a causa dei due fenomeni sopracitati, dal momento che gli animali allevati non campano di aria (inquinata a sua volta e i cui inquinanti vanno a finire nel loro organismo). E almeno frutta e verdura possiamo lavarle eliminando così almeno parte di queste sostanze, mentre carne e derivati animali, invece...

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    1. Biomagnificazione non l'avevo mai sentita, ma l'immagine della piramide trofica, con i superpredatori che stanno in cima e i produttori vegetali alla base, l'ho ben chiara nella mente. E' ovvio che ci sta in cima accumula tutti gli inquinanti assorbiti dalle specie che stanno più in basso.


      Quando vedo qualcuno che mangia le mele con la buccia, addentandole di gusto, mi vengono i brividi. Io le sbuccio sempre, per quel che può servire.

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  2. @Gentili & attenti LETTORI,

    da addetto ai lavori come TECNICO AGRICOLO da oltre 40 anni proprio nel settore ORTOFRUTTICOLO sottolineo quello che scrive ABC..., ci SONO poi degli antiparassitari che neanche lavando la buccia vengono tolti PERCHE' "entrano" nel frutto e/o pianta ma che fare allora !?;

    - acquistare prodotto LOCALE dal produttore di fiducia, oppure quello REGIONALE arrivando fino al NAZIONALE poi STOP;

    - consumare SEMPRE ortofrutta a maturazione stagionale tipica della specie, evitare le PRIMIZIE & le TARDIZIE senz' altro più care;

    - ma sopratutto chiedere produzioni BIOLOGICHE & BIODINAMICHE certificate le uniche, e NON SEMPRE a causa di truffe & frodi, in grado di garantire l' assenza di principi chimici sintetici !!!

    MANDI
    SDEI

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    1. Ciao Sdei. I pesticidi che entrano nella pianta credo siano quelli chiamati "sistemici", proprio perchè invece di essere irrorati esternamente sulle parti della pianta vengono messi nel terreno, da cui la pianta trae nutrimento. In quel caso credo ci sia poco da fare, almeno per ciò che riguarda i vegetali comprati dalla grande distribuzione.
      La soluzione più logica dovrebbe essere il biologico, anche se ho letto cose contraddittorie in merito (ma da quanto ho capito, in ogni caso il biologico è il male minore). Questo per quanto riguarda i vegetali che compriamo.
      Mentre se invece abbiamo un orto (ma non necessariamente: anche chi vive in città può coltivare sul terrazzo se ce l'ha), siamo liberi di non utilizzare composti chimici quali fertilizzanti o pesticidi e quindi di avere la certezza che ciò che si mangia è esente da porcherie.
      Personalmente, non faccio uso di alcun pesticida o concime di sintesi nel mio orto. Semplicemente, ho allestito uno spazio in giardino in cui butto gli avanzi vegetali della cucina, gli sfalci d'erba, le erbacce, la cenere della stufa, ecc..., in pratica il famoso compost. Giusto un paio di settimane fa ho rinnovato delle aiuole dell'orto dopo aver tolto ciò che vi era prima e aveva fatto il suo corso, e come concime da mettere in queste aiuole ho usato il terriccio ottenuto dal compost, bello nero come dovrebbe essere se fatto bene, e dato una smossa al terreno per mescolare il tutto. Su queste aiuole ci ho messo dei radicchi, dei cavoli, dei cavolfiori e dell'insalata. Già a oggi sono cresciuti benissimo e in salute, a conferma che hanno tutto il nutrimento che gli serve. E nemmeno uso letame (non avendo animali), che a sentire certe persone senza di esso non si riuscirebbe a coltivare alcunchè.

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    2. A proposito di animali in agricoltura, i biodinamici sostengono che il lombrico e la mucca sono le colonne portanti delle colture agricole. Sul primo posso essere d'accordo, sulla seconda no.

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  3. @Roberto,

    è evidente che NON conosci molto BENE le pratiche primarie delle coltivazioni BIODINAMICHE, la vacca/mucca è importante per produrre il "corno letame" cioè del letame inserito nel corno e poi interrato;

    questa operazione viene fatta a seconda delle fasi LUNARI esso poi come concime "energizzato" verrà usato spargendolo sul TERRENO, il risultato è a detta dei BIODINAMICI straordinario chiedilo al ns. Amico comune di CODROIPO(UD) che hai già intervistato !!!

    MANDI
    SDEI

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  4. Abcd......,

    è come scrivi Tu il nome degli antiparassitari che entrano nella Pianta NON solo per le radici ma anche spruzzato sulle foglie è "prodotto sistemico", l' unico modo per NON ingerirlo è aspettare il suo degrado(= tempo di carenza) che mediamente è da 1 a 3 settimane;

    riguardo le Tue pratiche "colturali" eco-compatibili nell' orto SONO le stesse che faccio anch' io ricordati però che ci "fregano" ugualmente, come con le irrorazioni delle SCIE CHIMICHE quindi l' "inquinamento" di metalli il BORO & l' ALLUMINIO sull' ortofrutta è senz' altro assicurato !!!

    MANDI
    SDEI

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    1. Cosa intendi per "degrado(= tempo di carenza) che mediamente è da 1 a 3 settimane"?
      Dal momento in cui vengono spruzzati i pesticidi? Come si fa a sapere quante settimane sono passate dall'ultimo trattamento?
      Ah bene, oltre al normale inquinamento anche quello delle scie chimiche? Anche in questo caso scegliere di mangiare solo vegetali è il male minore e/o la soluzione migliore. Perchè se l'ambiente è inquinato, i livelli maggiori di inquinanti (ambientali o derivanti da pesticidi e via dicendo -o scie chimiche o quant'altro) li trovi in carne e derivati animali, che sono alimenti evitabili e non necessari (anzi elininandoli se ne giova). Mentre i vegetali, oltre ad essere molto meno "impregnati" di inquinanti, li possiamo lavare eliminando parte di questi e hanno anche proprietà antiossidanti che ne contrastano l'azione nociva.
      Considerato questo ( per non parlare poi di altri aspetti altrettanto importanti, ma tralasciamo), è lampante quale dovrebbe essere la scelta più ovvia e saggia da fare in merito (o almeno dovrebbe esserlo), razionalmente.

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  5. @ABCD......,

    il TEMPO di CARENZA o DEGRADO del p.a.(= principio attivo) chimico del prodotto che usi sulla PIANTA è SEMPRE per LEGGE riportato sulla confezione in numero di giorni, ad es. se è di 15/20 g. significa che dal momento dell' irrorazione devono passare almeno 15/20 g. per poter consumare il prodotto irrorato ovviamente questo TEMPO cresce se è coltivato sotto la serra;

    giusta la Tua riflessione sul "male" minore i vegetali SONO meno "inquinati" degli ANIMALI incluso il PESCE vedi es. il TONNO, riguardo alla scelta della tipologia dell' ORTOFRUTTO mi ripeto orientarsi SEMPRE verso quella BIO e/o BIODINAMICA !!!

    MANDI
    SDEI

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    1. Grazie per la risposta. Fortunatamente nell'orto non faccio uso di concimi o fertilizzanti o pesticidi, per cui da questo punto di vista sono tranquillo. Però vari vegetali li compro al supermercato o nei mercati, e lì bisogna solo sperare che non sia robaccia. Per non parlare della pasta o del pane che si comprano per forza (o quasi, tranne rari casi) in commercio, chissà cosa contengono...
      Vabbè, come dicevo vista la situazione in cui siamo la cosa migliore è cercare di minimizzare i danni (e massimizzare, d'altro canto, i benefici derivanti dalle proprietà antiossidanti degli alimenti).
      Ciao

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