Fonte: Controinformazione
“Non capiamo
ancora del tutto cosa stia facendo la Russia in Siria – ha
affermato Philip Breedlove, comandante delle forze Nato in Europa.
Abbiamo sentito di tutto, dalle operazioni umanitarie alle missioni
di combattimento. Resta
da vedere di cosa si tratterà alla fine. Assistiamo con
preoccupazione a questa, così come a ogni operazione che continui ad
appoggiare il regime di Assad.” Questa
dichiarazione di Breedlove arriva dopo che la Russia, per mezzo del
suo ministro degli esteri Sergej Lavrov, ha dichiarato molto
chiaramente nei giorni scorsi che continuerà il suo appoggio al
legittimo governo di Bashar Al-Assad in Siria (quello che gli anglo
americani vorrebbero rovesciare) e che seguiterà a fornire alla
Siria tutte le armi di cui le forze siriane hanno necessità per
contrastare i gruppi terroristi fra cui l’ISIS e Al Nusra, incluso
la fornitura di armi avanzate ed istruttori russi.
Il comandante NATO si
finge “meravigliato” e si domanda “cosa stia facendo la Russia
in Siria” mentre la vera
domanda che tutti gli
osservatori indipendenti
si pongono è
quella di capire cosa stia facendo la grande coalizione, capeggiata
dagli anglo americani in Siria ed Iraq, che dovrebbe combattere lo
Stato Islamico e che invece, dopo oltre un anno di attività e
nonostante le sue possenti forze ed i 4.000 milioni di dollari spesi,
ha lasciato crescere ed espandere la forza dell’ISIS senza compiere
attacchi significativi contro i suoi centri di comando e senza
interrompere il flusso di rifornimenti che arriva all’ISIS
attraverso la Turchia.
La coalizione ha fatto
anche di più: come denunciato da vari esponenti iracheni, ha
rifornito di armi e di equipaggiamenti i gruppi miliziani dell’ISIS
(a volte fingendo un errore dei piloti negli aviolanci) ed ha
volutamente ritardato le operazioni di avanzamento delle forze
irachene sciite che combattono contro lo Stato Islamico. Inoltre la
coalizione anglo USA è rimasta passivamente ad assistere al
trasporto e alla vendita del petrolio estratto illegalmente in Iraq
ed in Siria da parte dell’ISIS e rivenduto alle autorità della
Turchia (paese NATO), operazione che, con il ricavo del petrolio (10
milioni di dollari al giorno) ha consentito il finanziamento dello
Stato Islamico.
La coalizione e la
NATO non hanno mai fornito spiegazioni a riguardo e la
condotta della coalizione è ormai giudicata inaffidabile dallo
stesso governo iracheno che dovrebbe giovarsi dell’aiuto degli
alleati nella lotta al terrorismo. Da
tempo i governi di Siria ed Iraq si sono rivolti a Mosca per ottenere
armi ed aiuti per combattere i gruppi terroristi e certo non si
fidano degli americani e della NATO che sono fra l’altro stretti
alleati di Turchia ed Arabia Saudita, gli stati notoriamente sponsor
e favoreggiatori del terrorismo jihadista. Esiste un palese
sospetto, ormai divenuto certezza, che la coalizione in Siria, dietro
il pretesto di combattere l’ISIS, stia perseguendo come vero
obiettivo il rovesciamento del governo di Al Assad e l’annientamento
dell’Esercito siriano che risulta l’unico che ha combattuto
contro i gruppi terroristi dell’ISIS e di Al Nusra pagando un forte
tributo di sangue. Questo spiega il nervosismo dei comandi NATO per
le ultime mosse della Russia in Siria.
La Russia di Putin
oggi si muove per condurre a suo modo la lotta contro l’ISIS e,
considerando l’esperienza che gli stessi russi hanno maturato in
Cecenia, non si può dubitare che questa avrà presto dei risultati
concreti a differenza del fallimento delle operazioni condotte dagli
anglo americani in Iraq e Siria.
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