lunedì 14 settembre 2015

Il doppio gioco della NATO non durerà a lungo



Non capiamo ancora del tutto cosa stia facendo la Russia in Siria – ha affermato Philip Breedlove, comandante delle forze Nato in Europa. Abbiamo sentito di tutto, dalle operazioni umanitarie alle missioni di combattimento. Resta da vedere di cosa si tratterà alla fine. Assistiamo con preoccupazione a questa, così come a ogni operazione che continui ad appoggiare il regime di Assad.” Questa dichiarazione di Breedlove arriva dopo che la Russia, per mezzo del suo ministro degli esteri Sergej Lavrov, ha dichiarato molto chiaramente nei giorni scorsi che continuerà il suo appoggio al legittimo governo di Bashar Al-Assad in Siria (quello che gli anglo americani vorrebbero rovesciare) e che seguiterà a fornire alla Siria tutte le armi di cui le forze siriane hanno necessità per contrastare i gruppi terroristi fra cui l’ISIS e Al Nusra, incluso la fornitura di armi avanzate ed istruttori russi.

 
Il comandante NATO si finge “meravigliato” e si domanda “cosa stia facendo la Russia in Siria” mentre la vera domanda che tutti gli osservatori indipendenti si pongono è quella di capire cosa stia facendo la grande coalizione, capeggiata dagli anglo americani in Siria ed Iraq, che dovrebbe combattere lo Stato Islamico e che invece, dopo oltre un anno di attività e nonostante le sue possenti forze ed i 4.000 milioni di dollari spesi, ha lasciato crescere ed espandere la forza dell’ISIS senza compiere attacchi significativi contro i suoi centri di comando e senza interrompere il flusso di rifornimenti che arriva all’ISIS attraverso la Turchia.

La coalizione ha fatto anche di più: come denunciato da vari esponenti iracheni, ha rifornito di armi e di equipaggiamenti i gruppi miliziani dell’ISIS (a volte fingendo un errore dei piloti negli aviolanci) ed ha volutamente ritardato le operazioni di avanzamento delle forze irachene sciite che combattono contro lo Stato Islamico. Inoltre la coalizione anglo USA è rimasta passivamente ad assistere al trasporto e alla vendita del petrolio estratto illegalmente in Iraq ed in Siria da parte dell’ISIS e rivenduto alle autorità della Turchia (paese NATO), operazione che, con il ricavo del petrolio (10 milioni di dollari al giorno) ha consentito il finanziamento dello Stato Islamico. 

La coalizione e la NATO non hanno mai fornito spiegazioni a riguardo e la condotta della coalizione è ormai giudicata inaffidabile dallo stesso governo iracheno che dovrebbe giovarsi dell’aiuto degli alleati nella lotta al terrorismo. Da tempo i governi di Siria ed Iraq si sono rivolti a Mosca per ottenere armi ed aiuti per combattere i gruppi terroristi e certo non si fidano degli americani e della NATO che sono fra l’altro stretti alleati di Turchia ed Arabia Saudita, gli stati notoriamente sponsor e favoreggiatori del terrorismo jihadista. Esiste un palese sospetto, ormai divenuto certezza, che la coalizione in Siria, dietro il pretesto di combattere l’ISIS, stia perseguendo come vero obiettivo il rovesciamento del governo di Al Assad e l’annientamento dell’Esercito siriano che risulta l’unico che ha combattuto contro i gruppi terroristi dell’ISIS e di Al Nusra pagando un forte tributo di sangue. Questo spiega il nervosismo dei comandi NATO per le ultime mosse della Russia in Siria.
La Russia di Putin oggi si muove per condurre a suo modo la lotta contro l’ISIS e, considerando l’esperienza che gli stessi russi hanno maturato in Cecenia, non si può dubitare che questa avrà presto dei risultati concreti a differenza del fallimento delle operazioni condotte dagli anglo americani in Iraq e Siria.

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