Testo di Elena della Giovanna
Pablo è stato vinto
alla lotteria. Il primo premio di una nostra amica. Era destinato
all'ingrasso in una cascina non lontano da casa nostra e poi doveva
essere macellato. Né più né meno di tutti gli altri maiali. I miei
figli, saputa la cosa, hanno chiesto di salvarlo, convinti come erano
che la loro mamma sarebbe stata realmente in grado di salvare un
maiale. Non abitiamo in campagna e, ahimè, non possediamo una
fattoria. Ma mi sono ritrovata con il biglietto vincente in mano e, presa la macchina, sono andata con i miei bambini in cascina a
ritirare il maiale. Abbiamo scelto il più magro, crostoso e
spelacchiato maialino. Ce lo hanno consegnato in un sacco bianco della
spazzatura ben chiuso, ce lo siamo caricati in macchina e siamo
partiti. I miei bambini euforici, io silenziosa e preoccupata del fatto
che i maiali, notoriamente, non abitano in città. Lo abbiamo
lavato, pulito, medicato, gli abbiamo tolto il pus dagli occhi, tolte le
croste, fatto iniezioni di vitamine ed antibiotico e cosparso di crema
solare per non scottarsi. Era giugno e gli abbiamo preso una piccola
piscina gonfiabile in cui Pablo sguazzava, grugnendo a
crepapelle come una paperella. Ci aspettavamo un animale sporco e
puzzolente. In realtà Pablo amava il momento del bagno e le
spazzolate e sporcava solo in un angolo del giardino. Abbiamo stanato
la prima bugia sui maiali: non sono animali sporchi.
Pensavamo di
avere a che fare con un animale irascibile. In realtà Pablo era un
animale allegro, tenero, buffo, affettuoso. Dormiva teneramente sulla
paglia con il grugno appoggiato alle zampe. E noi perdevamo le
mezzore a guardarlo così felice. E svelata così la seconda bugia sui
maiali: non sono animali stupidi o violenti. Ricordo le lente e serene
passeggiate nel fresco della sera per il quartiere con i miei figli
per mano e Pablo al guinzaglio. In cui parlavamo di tutto e di
niente, raccontavo storie di fantasmi ed avventure di pirati. Ora i
miei figli sono cresciuti e anche Pablo si è fatto un enorme verro
che vive libero e felice a casa di Katia (che lo ha adottato). La sua
foto è sul nostro frigorifero in mezzo alle foto di famiglia e ai
disegni allegri dei miei figli. Ecco, io mi auguro una cosa. Mi auguro
che anche quando in miei figli saranno diventati grandi ed io mi sarò
incurvata sotto il peso degli anni, tra impegni e questioni, di poter
trovare del tempo, io e loro, per rifare ancora quelle lente e serene
passeggiate, come quelle con Pablo al guinzaglio, in cui parlare di
tutto e di niente. Solo per il gusto semplice di stare insieme. E
soprattutto auguro a me stessa di poter essere sempre all'altezza di
quello sguardo nel quale i miei figli erano realmente convinti che la
loro mamma potesse veramente salvare un maiale. Grazie Pablo per aver
passeggiato con noi...
Nessun commento:
Posta un commento