sabato 19 settembre 2015

Pablo è vivo!



Pablo è stato vinto alla lotteria. Il primo premio di una nostra amica. Era destinato all'ingrasso in una cascina non lontano da casa nostra e poi doveva essere macellato. Né più né meno di tutti gli altri maiali. I miei figli, saputa la cosa, hanno chiesto di salvarlo, convinti come erano che la loro mamma sarebbe stata realmente in grado di salvare un maiale. Non abitiamo in campagna e, ahimè, non possediamo una fattoria. Ma mi sono ritrovata con il biglietto vincente in mano e, presa la macchina, sono andata con i miei bambini in cascina a ritirare il maiale. Abbiamo scelto il più magro, crostoso e spelacchiato maialino. Ce lo hanno consegnato in un sacco bianco della spazzatura ben chiuso, ce lo siamo caricati in macchina e siamo partiti. I miei bambini euforici, io silenziosa e preoccupata del fatto che i maiali, notoriamente, non abitano in città. Lo abbiamo lavato, pulito, medicato, gli abbiamo tolto il pus dagli occhi, tolte le croste, fatto iniezioni di vitamine ed antibiotico e cosparso di crema solare per non scottarsi. Era giugno e gli abbiamo preso una piccola piscina gonfiabile in cui Pablo sguazzava, grugnendo a crepapelle come una paperella. Ci aspettavamo un animale sporco e puzzolente. In realtà Pablo amava il momento del bagno e le spazzolate e sporcava solo in un angolo del giardino. Abbiamo stanato la prima bugia sui maiali: non sono animali sporchi.

 
Pensavamo di avere a che fare con un animale irascibile. In realtà Pablo era un animale allegro, tenero, buffo, affettuoso. Dormiva teneramente sulla paglia con il grugno appoggiato alle zampe. E noi perdevamo le mezzore a guardarlo così felice. E svelata così la seconda bugia sui maiali: non sono animali stupidi o violenti. Ricordo le lente e serene passeggiate nel fresco della sera per il quartiere con i miei figli per mano e Pablo al guinzaglio. In cui parlavamo di tutto e di niente, raccontavo storie di fantasmi ed avventure di pirati. Ora i miei figli sono cresciuti e anche Pablo si è fatto un enorme verro che vive libero e felice a casa di Katia (che lo ha adottato). La sua foto è sul nostro frigorifero in mezzo alle foto di famiglia e ai disegni allegri dei miei figli. Ecco, io mi auguro una cosa. Mi auguro che anche quando in miei figli saranno diventati grandi ed io mi sarò incurvata sotto il peso degli anni, tra impegni e questioni, di poter trovare del tempo, io e loro, per rifare ancora quelle lente e serene passeggiate, come quelle con Pablo al guinzaglio, in cui parlare di tutto e di niente. Solo per il gusto semplice di stare insieme. E soprattutto auguro a me stessa di poter essere sempre all'altezza di quello sguardo nel quale i miei figli erano realmente convinti che la loro mamma potesse veramente salvare un maiale. Grazie Pablo per aver passeggiato con noi...

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