Testo di Massimo Ragnedda
Semplifico molto
quello che sta succedendo oggi in Siria. Così, per offrire spunti di
riflessione. Gli unici che sul campo stanno contrastando i terroristi
taglia gola dell’ISIS (vera minaccia non solo per i paesi
mediorientali, ma per l'Europa tutta) sono i curdi e l’esercito di
Assad. I curdi sono, però, fortemente osteggiati dai turchi (membro
della Nato) che, nel sud est anatolico della Turchia, non risparmiano
massacri e torture ai danni di civili curdi. La Turchia, pur di
indebolire i curdi, aiuta economicamente e militarmente i criminali
dell’ISIS. Il governo di Assad è, invece, fortemente osteggiato
dalle petrodittature arabe. Arabia Saudita, Qatar, Barhein e Emirati
Arabi Uniti finanziano e armano l’ISIS pur di contrastare Assad,
unico alleato arabo dell’Iran. E la guerra è proprio questa:
indebolire l’Iran sia economicamente (il petrolio iraniano ruba
mercati alle dittature arabe), sia militarmente (l’asse Iran-Siria
è molto temuto dai sauditi) e sia ideologicamente (l’Iran è
sciita al contrario di tutte le dittature arabe sunnite). Dietro le
quinte Stati Uniti e i paesi coloniali europei: Francia e
Inghilterra.
L’obiettivo, in questo caso, è indebolire sia i russi, che proprio in Siria hanno l’unico porto militare che si affaccia sul Mediterraneo, sia i cinesi che da anni fanno affari con tutti i paesi non “allineati”. Sbarazzarsi di Assad, come lo è stato di Gaddafy (che faceva affari proprio con cinesi e russi), è una priorità per gli Stati Uniti e le petrodittature.
Ma i russi, come hanno da tempo dimostrato, questa volta non staranno a guardare. Infatti, assieme agli iraniani e agli Hezbollah libanesi, sono gli unici non siriani presenti sul campo che combattono l’ISIS. L’Europa è ad un bivio: o aiuta Assad (invece di bombardarlo e, indirettamente, armare i criminali fondamentalisti) o l’ISIS crescerà militarmente e ideologicamente, cosa che dovrebbe preoccupare le cancellerie europee. Sullo sfondo milioni di persone che, pur di fuggire a questa guerra mondiale combattuta su scala locale, sono pronte ad arrivare in Europa, mentre le ricchissime petrodittature islamiche (Arabia Saudita, Qatar, Barhein e Emirati Arabi Uniti) si rifiutano di ospitare i loro fratelli mussulmani.
Gli Stati Uniti stanno a guardare e annunciano che l’ondata migratoria verso l'Europa durerà almeno 20 anni. È l’Europa pronta ad accogliere 4 milioni di siriani nei prossimi anni? Sarà l’Europa capace di dare gli stessi diritti e doveri a chi fugge da una guerra criminale che noi abbiamo voluto, o relegherà milioni di persone ai margini della società? Ma ci conviene davvero continuare a combattere Assad (quella siriana è certamente una dittatura, ma neanche lontanamente paragonabile alla feroce dittatura saudita, nostra fedele alleata) o, dopo 4 anni, è giunta l’ora di contrastare i tagliagola dell’ISIS? Perché lasciare che un paese, un tempo laico, sia ostaggio di criminali fondamentalisti religiosi, responsabili di crimini contro l’umanità?
L’obiettivo, in questo caso, è indebolire sia i russi, che proprio in Siria hanno l’unico porto militare che si affaccia sul Mediterraneo, sia i cinesi che da anni fanno affari con tutti i paesi non “allineati”. Sbarazzarsi di Assad, come lo è stato di Gaddafy (che faceva affari proprio con cinesi e russi), è una priorità per gli Stati Uniti e le petrodittature.
Ma i russi, come hanno da tempo dimostrato, questa volta non staranno a guardare. Infatti, assieme agli iraniani e agli Hezbollah libanesi, sono gli unici non siriani presenti sul campo che combattono l’ISIS. L’Europa è ad un bivio: o aiuta Assad (invece di bombardarlo e, indirettamente, armare i criminali fondamentalisti) o l’ISIS crescerà militarmente e ideologicamente, cosa che dovrebbe preoccupare le cancellerie europee. Sullo sfondo milioni di persone che, pur di fuggire a questa guerra mondiale combattuta su scala locale, sono pronte ad arrivare in Europa, mentre le ricchissime petrodittature islamiche (Arabia Saudita, Qatar, Barhein e Emirati Arabi Uniti) si rifiutano di ospitare i loro fratelli mussulmani.
Gli Stati Uniti stanno a guardare e annunciano che l’ondata migratoria verso l'Europa durerà almeno 20 anni. È l’Europa pronta ad accogliere 4 milioni di siriani nei prossimi anni? Sarà l’Europa capace di dare gli stessi diritti e doveri a chi fugge da una guerra criminale che noi abbiamo voluto, o relegherà milioni di persone ai margini della società? Ma ci conviene davvero continuare a combattere Assad (quella siriana è certamente una dittatura, ma neanche lontanamente paragonabile alla feroce dittatura saudita, nostra fedele alleata) o, dopo 4 anni, è giunta l’ora di contrastare i tagliagola dell’ISIS? Perché lasciare che un paese, un tempo laico, sia ostaggio di criminali fondamentalisti religiosi, responsabili di crimini contro l’umanità?
Nessun commento:
Posta un commento